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Voce emergente nel panorama musicale italiano |
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Dalla libreria Apuliae al Teatro
Politeama Greco, il Salento la chiama a gran voce. Francesca Romana Perrotta è
una delle voci emergenti più interessanti. Dopo la vittoria del TIM TOUR ‘05
con il singolo “In genere sogno” e la consacrazione di Fiorello, per lei è un
momento magico. Hai studiato al Conservatorio “Tito Schipa” di Lecce. Un percorso di
studi rigoroso aiuta o nello scenario attuale non serve? A me è stato molto utile. La domanda sorge spontanea perché vi è un fervore creativo che tende
al fai da te. Lo studio rigoroso del
pianoforte mi ha aperto la mente. Sono convinta che la musica classica sia la
più sperimentale e quella più all’avanguardia, anche nel 2006. Poi mi accade di
usare la chitarra e potrebbe sembrare che mi sia allontanata dalla mia
formazione. Di fatto quella formazione è ormai nel mio dna. Mi piacerebbe che
più persone si avvicinassero alla musica classica che ritengo il massimo
dell’espressione musicale. Tu non vivi più a Lecce… Purtroppo no! Il legame con la propria terra è sentito da tutti, ma per noi
salentini è viscerale. Sicuramente. A Cesena mi dicono
che non ho perso nulla della mia salentinità. Ultimamente sto soffrendo: mi
piacerebbe tornare, ma i produttori musicali, gli agenti sono tutti al nord.
Comunque spero di tornare sempre più spesso. Nella tua musica riecheggia il patrimonio musicale salentino? Dalla musica classica sono
passata a quella psichedelica, ma ultimamente ho scritto una canzone che
racconta la storia di una tarantata. Non è stata pensata è venuta fuori…
dall’inconscio. Il titolo? “’Mmara a mie” Se volessimo fare del facile psicologismo questo titolo racconta di un
tuo struggimento . Infatti. Racconta la nostalgia
di un modo d’essere, del desiderio di vivere seguendo l’istinto. Al nord la
gente pensa molto prima di agire e questo può portare a perdere delle cose
della vita. Quando canto “’Mmara a mie” mi sento bene. Andare via ti ha aiutata ha trovare un posto sul palco? Mi scoccia, ma è così. Ti senti accolta quando torni? Per anni nessuno mi ha considerata,
poi a dicembre grazie agli “Après la classe” anche i salentini si sono accorti
di me. Quanto ti ha aiutata Fiorello? Quando parlo di lui tutti vanno
in brodo di giuggiole e la sua credibilità artistica mi aiuta. Come stai vivendo questo momento magico? Tutti dicono che faccio una
bellissima vita, ma non considerano quanti sacrifici comporta. Quello che
guadagno lo investo tutto nella mia professione: mi taglio i capelli da sola,
una macchina nuova neppure a parlarne, niente di quello che per le mie coetanee
è normale avere. Mi ritrovo a lavorare con molti uomini… È difficile? Abbastanza. Mi piacerebbe che ci
fossero donne più coraggiose, disposte a sperimentare, ad affrontare il pop, il
rock. Non è facile essere tra tanti uomini, loro fanno gruppo e si dimenticano
di te.
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