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Università di Lecce/ Dinamiche educative e fascismo |
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Lo scorso 13 maggio si è tenuto a Brescia, presso
l’Università Cattolica del Sacro Cuore, un convegno di studi, organizzato
dall’Archivio per la Storia dell’Educazione in Italia, sulle dinamiche
educative in relazione al fascismo. Considerando che la società di massa, in Italia,
prese forma proprio durante la vicenda storico-politica fascista, e constatando
che oggi la problematica educativa si sperimenta in un contesto sociale di
massa, il tema dell’incontro risulta di grande attualità contenutistica, oltre
che di evidente interesse storiografico. L’attività seminariale di confronto,
coordinata dall’esimio professore Luciano Pazzaglia ha voluto promuovere uno
studio epistemologico di fonti e materiale scolastici (registri, giornali di
classe, cronache, note dell’insegnante) e non (letteratura per l’infanzia) in
una prospettiva rigorosamente comparativa per ambiti geografici. Numerosi gli
interventi di personalità votate alla ricerca storica sull’educativo: Mirella
Chiaranda, E. Buttarini, Franco Trequadrini, Vittoriano Caporale, Leo Todaro,
Fulvio De Giorgi, Anna Maria Colaci ed
Hervè Cavallera. Tra le relazioni
si è particolarmente distinta quella della brillante docente di Storia
della Pedagogia e Storia della Scuola e della Istituzioni Educative
all’Università degli Studi di Lecce, la professoressa Anna Maria Colaci di
Lecce nel suo intervento ha operato una ricostruzione completa e dettagliata
della problematica in esame. Affiancata
da un team di ricerca affiatato e preparato, la docente infatti ha seguito,
approfondendole, più tracce di ricerca e ne ha proposte di nuove e alternative, tra le quali l’analisi e
l’approfondimento interpretativo di fumetti e di giocattoli risalenti al
periodo fascista. Le conclusioni del convegno e degli interventi sono state
affidate al prof. Hervè Cavallera, illustre docente di Storia della Pedagogia
presso l’Università di Lecce. Le sue parole, ferme e risolute tipiche dello
storico “puro”, come egli stesso ama definirsi, e dallo spirito eclettico ed
indomito, segnano i percorsi della ricerca e dello studio, ma anche gli
indirizzi formativi da seguire: <<bisogna riappropriarsi del senso di
ricostruire il processo formativo, la cui chiarificazione serve per capire i
limiti del presente, affinché oggi non si possa più cadere in facili “mitizzazioni”,
che possono procurare nuove delusioni>>. Grazie ai due docenti salentini,
l’Università degli Studi di Lecce si è autorevolmente proposta quale centro di
ricerca attivo ed operoso anche a livello nazionale, oltre che locale.
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