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FILM/ Iron Man, il mondo dei cine-fumetti

  
di Daniela ESTRAFALLACES

IRON MAN

Le vite straordinarie dei supereroi sono il frutto di incidenti spesso terribili. Il mondo del fumetto ce lo insegna: radiazioni potentissime, punture d’insetti, esplosioni. Non si tratta, però, di eventi isolati: l’incidente è solo la punta d’iceberg di un’esistenza che sta per trasformarsi. Inesorabilmente. Il dramma personale, infatti, assume ben presto connotazioni più complesse, “inchiodando” il soggetto alle sue nuove e del tutto inedite responsabilità. Superpoteri per alcuni, supertecnologie per altri, e il dilemma comune di canalizzare quelle incredibili forze nel modo e nella direzione più giusti. Dopo lo sconcerto iniziale, il novello eroe di turno accetta la propria natura in maniera più o meno tormentata o controversa. Dando inizio alla “sovrumana” avventura che ammalia, solitamente, i botteghini cinematografici di mezzo mondo.

È il caso di Iron Man, interessante cinefumetto appena approdato nelle sale italiane. Creatura della Marvel Comics, “l’uomo di ferro” miete al cinema una pioggia di inaspettati consensi. La prima impressione, cinematograficamente parlando, è quella del déjà vu. Inevitabili, in effetti, i parallelismi con i vari Batman e Spiderman, concentrati nelle numerose analogie che, fin dall’inizio, si riscontrano nel nuovo personaggio. Non siamo, tuttavia, di fronte ad un male “incurabile” e l’assemblaggio complessivo della pellicola è efficace e spettacolare quanto la superarmatura di Iron Man. Al centro della vicenda, la figura carismatica del miliardario Anthony Stark (Robert Downey Jr.) e le sue armi dall’illimitato potenziale distruttivo. Durante una prova dimostrativa del missile Jericho, freschissimo prodotto dell’eccentrico e geniale inventore, il capo delle Stark Industries incappa nel suo incidente “galeotto”.

La prova si svolge in Afghanistan. Ma qualcosa va storto e un’esplosione, ma non quella che Stark aspettava, lo investe in pieno con la sua raffica di schegge. Si risveglierà nel laboratorio del dottor Yinsen (Shaun Toub), con un provvidenziale elettromagnete nel petto e un gruppo di estremisti coi fucili spianati su di lui e la sua preziosa invenzione. I rapitori vogliono che Stark costruisca per loro l’arma micidiale. Tony li accontenta a modo suo, perché costruirà in effetti qualcosa. Ma non il famigerato missile. Con l’aiuto del fisico Yinsen, Tony Stark progetta e realizza l’armatura che gli permetterà di fuggire. Yinsen lo segue fino a un certo punto: ma ci rimette la vita e Stark torna negli Stati Uniti, trasformato nella mente e nel corpo. L’elettromagnete impiantato da Yinsen mantiene lontane dal suo cuore le schegge che stavano per ucciderlo. Al resto pensa Stark, perfezionando il prototipo dell’armatura fino al risultato definitivo.

Supereroe guidato più dall’ingegno che da poteri strabilianti, Iron Man esordisce al cinema nel modo migliore grazie al bel film di Jon Favreau e ad un cast convincente e simpatico. Robert Downey Jr. è disinvolto e brillante nel ruolo di Stark-Iron Man, Jeff Bridges veste appropriatamente i panni del cattivo Obadiah Stane, Gwyneth Paltrow dona tutta la sua classe alla segretaria Pepper Potts, modellando il personaggio nel più efficiente accostamento fra desiderio d’azione e comprensibile paura dell’ignoto. Scarseggiano gli effetti speciali, ma la cosa non disturba. Un intreccio avventuroso e piacevole lega insieme colpi di scena, sentimento e graditissimi intermezzi comici.

 

 

 


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