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FILM/ Iron Man, il mondo dei cine-fumetti |
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Le vite straordinarie dei supereroi sono il frutto di
incidenti spesso terribili. Il mondo del fumetto ce lo insegna: radiazioni
potentissime, punture d’insetti, esplosioni. Non si tratta, però, di eventi
isolati: l’incidente è solo la punta d’iceberg di un’esistenza che sta per
trasformarsi. Inesorabilmente. Il dramma personale, infatti, assume ben presto
connotazioni più complesse, “inchiodando” il soggetto alle sue nuove e del
tutto inedite responsabilità. Superpoteri per alcuni, supertecnologie per
altri, e il dilemma comune di canalizzare quelle incredibili forze nel modo e
nella direzione più giusti. Dopo lo sconcerto iniziale, il novello eroe di
turno accetta la propria natura in maniera più o meno tormentata o controversa.
Dando inizio alla “sovrumana” avventura che ammalia, solitamente, i botteghini
cinematografici di mezzo mondo. È il caso di Iron Man,
interessante cinefumetto appena approdato nelle sale italiane. Creatura della
Marvel Comics, “l’uomo di ferro” miete al cinema una pioggia di inaspettati
consensi. La prima impressione, cinematograficamente parlando, è quella del
déjà vu. Inevitabili, in effetti, i parallelismi con i vari Batman e Spiderman,
concentrati nelle numerose analogie che, fin dall’inizio, si riscontrano nel
nuovo personaggio. Non siamo, tuttavia, di fronte ad un male “incurabile” e
l’assemblaggio complessivo della pellicola è efficace e spettacolare quanto la
superarmatura di Iron Man. Al centro della vicenda, la figura carismatica del miliardario
Anthony Stark (Robert Downey Jr.) e le sue armi dall’illimitato potenziale
distruttivo. Durante una prova dimostrativa del missile Jericho, freschissimo
prodotto dell’eccentrico e geniale inventore, il capo delle Stark Industries
incappa nel suo incidente “galeotto”. La prova si svolge in
Afghanistan. Ma qualcosa va storto e un’esplosione, ma non quella che Stark
aspettava, lo investe in pieno con la sua raffica di schegge. Si risveglierà
nel laboratorio del dottor Yinsen (Shaun Toub), con un provvidenziale
elettromagnete nel petto e un gruppo di estremisti coi fucili spianati su di
lui e la sua preziosa invenzione. I rapitori vogliono che Stark costruisca per
loro l’arma micidiale. Tony li accontenta a modo suo, perché costruirà in
effetti qualcosa. Ma non il famigerato missile. Con l’aiuto del fisico Yinsen,
Tony Stark progetta e realizza l’armatura che gli permetterà di fuggire. Yinsen
lo segue fino a un certo punto: ma ci rimette la vita e Stark torna negli Stati
Uniti, trasformato nella mente e nel corpo. L’elettromagnete impiantato da
Yinsen mantiene lontane dal suo cuore le schegge che stavano per ucciderlo. Al
resto pensa Stark, perfezionando il prototipo dell’armatura fino al risultato
definitivo. Supereroe guidato più
dall’ingegno che da poteri strabilianti, Iron Man esordisce al cinema nel modo
migliore grazie al bel film di Jon Favreau e ad un cast convincente e
simpatico. Robert Downey Jr. è disinvolto e brillante nel ruolo di Stark-Iron
Man, Jeff Bridges veste appropriatamente i panni del cattivo Obadiah Stane,
Gwyneth Paltrow dona tutta la sua classe alla segretaria Pepper Potts,
modellando il personaggio nel più efficiente accostamento fra desiderio
d’azione e comprensibile paura dell’ignoto. Scarseggiano gli effetti speciali,
ma la cosa non disturba. Un intreccio avventuroso e piacevole lega insieme
colpi di scena, sentimento e graditissimi intermezzi comici.
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