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Buon compleanno Daniele Mastrogiacomo |
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“La
liberazione degli ostaggi è probabilmente una truffa”, scrisse il giornalista
un anno prima del suo sequestrato Per i
più i proverbi sono l’espressione più alta del buon senso popolare. A sua volta
intendendosi quest’ultima come la saggezza che è “universale”, perché propria
di tutti gli esseri umani che non abbiano degenerato in loro stessi la innata
dignità di “creatura” calata da Dio in terra a Sua similarità. Basta là. Lascio ai colti la filosofia e mi accontento di
pasturare a filo d’erba. Insieme ai tanti, cioè, che non sanno frantumare l’atomo
ma ricordano la validità imperitura dei proverbi. E stanno attenti allora a non
sottovalutarli. Per non cadere altrimenti in peccato di prosopopea. O di
annegare nell’acqua, traditrice, di “Un bel tacer non fu mai scritto”. Ho tirato in ballo la prima massima venutami a mente tra i
tanti detti che cementano la saggezza dei popoli della terra. Di tutti i popoli
della terra. Perché ognuno la verità essenziale può dirla a suo modo, ma la
sostanza intrinseca non è multiforme. Vai in Paesi slavi e ti avvertono: “Quando
non si è buoni, si ama parlare di cosa non va negli altri”. Rimpiangi il latino
e ti conforta ammonirti: “Verba volant, scripta manent”. Ti rifugi nel nostro
idioma e ti mette in guardia il “Voce dal sen fuggita più ritirar non puoi”. Che vale continuare? Potresti continuare all’infinito e ti
accorgeresti di convenire con i cinesi: “Per rinchiudere il male, tieni la
bocca chiusa”. E resteresti impietrito che, malgrado di lui si parli come di
una icona, esiste e conciona tale Daniele Mastrogiacomo che, evidentemente,
ignora quell’asserto che recita: “Chi scava la fossa per un altro può cascarci
egli stesso” ed è indostana la voce recitante. Ho chiamato in causa l’amico (si fa per dire, notate
bene!) Mastrogiacomo visto e considerato ch’egli ha sentenziamo così come segue: “La liberazione degli ostaggi è
probabilmente una truffa. È stato un rilascio a pagamento. Forse per favorire
il premier Berlusconi”. Vedere per credere “La Repubblica” del 14 giugno 2004. Il tutto all’indomani del rilascio dei colleghi dell’Eroe
Quattrocchi. Quegli che prima di essere ucciso disse: “Vi faccio vedere come sa
morire un italiano”. Siamo dinanzi, dunque, ad un anniversario. Che, vorrei
sperare ma non ci credo, Mastrogiacomo vivrà vergognandosi di se stesso che è
stato liberato dietro pagamento, con due morti (autista e interprete) sulla
coscienza, e dopo il rilascio di cinque criminali talebani … Un rilascio,
sempre usando quanto scritto dalla “Repubblica” e da Mastrogiacomo firmato, “inscenato
ad orologeria per favorire il premier”. Che, mala tempora currunt, non è più
Berlusconi, ma Romano Prodi. Proprio vero: il contadino italiano ha le scarpe
grosse e il cervello fino. Perché anche afferma: Chi giudica gli altri condanna
se stesso.
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