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Criminalità informatica, l'Unione Europea lancia l'allarme |
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La Commissione europea ha adottato la comunicazione “Verso
una politica generale di lotta contro la cibercriminalità” puntando
l’attenzione sulla necessità di cooperazione e coordinamento fra le Forze dell’Ordine
e gli addetti al lavoro e promuovendo in tal senso, delle azioni mirate, volte
ad integrarsi con le altre iniziative già presenti a livello nazionale, europeo
e mondiale. Lo sviluppo di Internet e di altri sistemi di informazione
ha rivoluzionato il sistema dei flussi di scambio delle merci, dei dati e dei
servizi. Innegabili sono gli effetti pratici e positivi dell’innovazione
tecnologia fornita dai sempre nuovi supporti informatici, la rapidità e la
comodità nel compiere determinate operazioni, che prima richiedevano tempo e
spazio. Ma la sicurezza? Quando solo per il semplice fatto di essere on-line
siamo esposti con cavetto di rete al mondo? Ecco, on.line è le molte
possibilità di reati, illeciti e nuove pericolose tipologie di crimini arrivano
in casa nostra. Sia i reati tradizionali come la frode o la falsificazione, che
quelli di nuovo tipo, come la pubblicazione di contenuti illegali, dal
materiale pedopornografico, l’incitamento razziale, l’uso terroristico, o i
reati propri delle reti elettroniche, pirateria, attacchi contro sistemi
informatici, sono in costante evoluzione. “La Commissione europea compie oggi un passo importante
verso la formulazione di una politica europea generale di lotta contro la
cibercriminalità - dichiara il vicepresidente Frattini, commissario
responsabile del portafoglio giustizia, libertà e sicurezza - che comporterà
una maggiore cooperazione operativa fra le Forze dell’ordine, una cooperazione
politica ed un coordinamento migliori fra gli Stati membri, una possibile
azione legislativa e una cooperazione politica e giudiziaria con i paesi terzi.
Essenziali per il raggiungimento dei nostri obiettivi saranno anche il lavoro
di sensibilizzazione, di formazione e di ricerca. Questa politica sarà efficace
solo se sarà più intenso il dialogo col settore privato”. Il carattere internazionale di questi reati in rete
sottolinea la necessità di una cooperazione e di un coordinamento più intensi
che vada al di là dei propri confini e delle proprie frontiere, ed ora che in
Europa il consenso è generale, è necessario assolutamente che si parta con
un’azione forte a livello comunitario. La Commissione è nella posizione ideale per coordinare
questa politica, in stretta collaborazione con gli Stati membri e gli altri
organismi internazionali. I principali obiettivi a breve termine sono:
migliorare e facilitare il coordinamento e la collaborazione fra le unità che
si occupano di criminalità informatica, altre autorità competenti e altri
esperti dell’Unione europea; elaborare un quadro politico coerente a livello Eu
di lotta contro il fenomeno; fare opera si sensibilizzazione sui costi e sui
pericoli della cibercriminalità. Se pensiamo che il numero di frodi bancarie con il sistema
detto “pishing” è aumentato dell’8000% negli ultimi due anni, la vendita di
materiale pedopornografico su Internet genera un profitto illegale di quasi un
miliardo di dollari l’anno negli Stati Uniti e in Europa, il 93% degli attacchi
informatici avviene a danni di utenti domestici, considerati i più vulnerabili,
capiamo l’urgenza della comunicazione adottata dalla Commissione e la necessità
che solo collaborando si possa in qualche modo frenare queste pericolose
attività criminali. Non dimentichiamo che Internet è sinonimo di velocità,
quindi l’attività legislativa, già di per sé macchina lenta, e quella di
contrasto, condotta dalle forze dell’ordine, che il più delle volte brancolano
nel buio, difficilmente riescono a stare al passo con questa evoluzione dai
tempi cortissimi. Dalle idee scaturite dalla necessità di agire a livello
europeo, perché il problema venga affrontato con un politica comunitaria, ora è
necessario passare alle azioni concrete, perché si possano raggiungere gli
obiettivi.
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