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Donne nella Storia d'Italia
Edda Ciano

  
di Martina VOGRIC

Quando naque la sua figlia primogenita, Edda, Benito Mussolini era ancora uno squinternato agitatore socialista e non era anco

Quando nacque la sua figlia primogenita, Edda, Benito Mussolini era ancora uno squinternato agitatore socialista e non era ancora sposato con la madre della bambina, Rachele Guidi, ma la sua predilezione per Edda fu chiara sin dai primi giorni; Edda nasce a Forlì il 1 settembre 1910 e passa la sua infanzia e la prima adolescenza tra le insicurezze e lo squallore della periferia milanese, ma ciò che maggiormente formò il suo carattere fu l’atmosfera coinvolgente delle tipografie clandestine e delle riunioni di partito, dove il padre era solito portarla con sé; il disordine e la libertà che assaporò in quegli ambienti la segnarono profondamente e andarono a fortificare un’indole già ribelle e inquieta, che, tra l’altro, la portò ad uno scarso interessamento alle obbligate materie scolastiche e, in generale, ad una notevole insofferenza alle regole. La vera e profonda formazione di Edda non avvenne dunque né al liceo Parini, dove ottenne sempre voti mediocri, né al collegio di Poggio Imperiale dove volle mandarla il padre quando divenne capo del Governo e nel quale Edda resistette solo qualche mese. Trovò maggiore soddisfazione nei viaggi che intraprese appena uscita dal collegio, che la portarono in Africa settentrionale, a Ceylon e infine in India e che, sempre secondo il padre, avevano lo scopo di farle acquisire la pratica necessaria del mondo.

A soli vent’anni, Edda accettò repentinamente la proposta di matrimonio che le fece Galeazzo Ciano, un giovane gerarca fascista appena conosciuto, forse per cercare di sfuggire alla protezione e alle attenzioni che il padre aveva nei suoi confronti e che erano insopportabili per Edda, nonostante fossero sempre accompagnate da affetto e complicità. Con il matrimonio Edda sapeva di poter aspirare a un genere di libertà e di emancipazione ben diverso da quello di cui aveva goduto fino a quel momento, sempre sotto il vigile sguardo paterno, ma che l’avrebbe portata a un punto di rottura tale che neppure lei, sempre comunque affettuosamente legata al padre, non avrebbe mai potuto aspettarsi. Dal matrimonio con Galeazzo, con il passare degli anni sempre più basato sull’intesa intellettuale e affettiva che sulla passione e sull’attrazione fisica, sempre più scarsa, nacquero tre figli, Fabrizio, Raimonda e Marzio.

Subito dopo il matrimonio Galeazzo viene nominato console generale d’Italia, così i novelli sposi si trasferiscono a Shanghai e sin dai primi giorni decidono di basare il loro rapporto su una reciproca libertà di incontri e di storie che riuscì a mantenere vivo un matrimonio inizialmente incerto, che, col tempo, divenne sempre più profondamente vero e voluto.

Tornati in Italia, la carriera di Galeazzo si fa sempre più fulgida ed egli comincia a scalare la gerarchia del regime, diventando prima ministro di Propaganda, poi ministro degli Esteri, mentre Edda rimane il più possibile in disparte dalla vita politica del paese, sebbene le sue convinzioni politiche e ideologiche fossero ben più salde e radicate di quelle del marito, e le sue idee, così come le sue battute e i suoi giudizi, erano sempre ben note all’interno della Roma che conta; sarà sempre chiara anche la sua simpatia per il nazionalsocialismo e per Hitler, tanto che il Fùhrer stesso rimase colpito dalla forza e dalla limpidezza dei suoi pensieri. Ma i tempi sono cambiati, siamo alle porte della seconda guerra mondiale, fortemente voluta da Edda, la quale vi partecipa come crocerossina volontaria; ha così modo di rendersi conto, ormai nel 1943, del disfacimento dell’organismo militare del paese e delle penose condizioni in cui si trova l’Italia, in particolare la Sicilia, perché è lì che Edda si trova in quel periodo, e, come suo solito franca e diretta, non manca di avvisare il padre di ciò di cui ha potuto rendersi conto, attraverso una lettera durissima.

Ma il suo destino sta per cambiare; il 25 luglio 1943 Galeazzo Ciano aderisce alla mozione di sfiducia a Mussolini approvata dal Gran Consiglio del fascismo e che segna la fine del Duce. Nei giorni seguenti Edda e Galeazzo si rifugiano nell’ambasciata tedesca di Roma, fidandosi dell’antica amicizia con i nazisti che avrebbero dovuto metterli in salvo in Spagna, ma ciò non avvenne ed entrambi vennero portati a Berlino dove la fucilazione di Galeazzo poteva avvenire solo con il consenso di Mussolini, che, nonostante la battaglia che Edda intraprese per salvare il marito, arrivò, e l’11 gennaio 1944 Galeazzo Ciano venne fucilato. La reazione di Edda è terribile, la decisione di disconoscere il padre e rinunciare al suo cognome è già presa quando, in un durissimo colloquio con Mussolini ancor prima dell’esecuzione di Galeazzo, urla in faccia al padre: “ti odio, ti disprezzo, non sei più mio padre”.  Da quei terribili momenti la vita di Edda sembra non avere più senso, tutti i lunghi viaggi che intraprese nei decenni seguenti appaiono come un disperato tentativo di ricerca della propria pace interiore, altro non furono che un lungo vagabondare attraverso i ricordi, fino alla domenica delle Palme del 1995, quando Edda si spegne a Roma, sola e probabilmente ancora disperata, ma riuscendo ancora a conservare quella natura combattiva e ribelle che caratterizzò la sua esistenza e segnò, nel bene e nel male, una pagina fondamentale della nostra storia.

 

 

 


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