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Non si spezza Berlusconi, si piega
  
di Donato CORVAGLIA

Non si spezza Berlusconi, si piega

Come non parlare delle elezioni da poco trascorse, guardando anche un pò stralunati quelle “torte” in cui lo scarto così minimo fra una coalizione e l’altra è la fotografia di un’Italia spaccata in due?

C’è chi da la colpa al sistema proporzionale, chi ad una campagna elettorale particolarmente “violenta”, ma il dato che emerge oltre all’esigua vittoria del centrosinistra è che l’uomo politico Silvio Berlusconi non ha ceduto come i migliori politologi si aspettavano, Forza Italia, con oltre nove milioni di voti è ancora il primo partito in Italia.

Allora qualcosa non torna. Pensiamo agli exit pool, che davano uno scarto fra le due coalizioni del 4% a favore dell’Unione, circa  un milione di voti di vantaggio ad una sinistra già sicura della vittoria che ha dovuto invece aspettare 12 ore, fino alle tre della notte, per poter festeggiare dopo un lunghissimo spoglio sul filo del rasoio, il suo nuovo governo.

Dunque i sondagisti che si sono prodigati a chiedere ai cittadini di rivelare il proprio voto, ahinoi si sono trovati di fronte ad una sindrome di Pinocchio molto, molto diffusa fra gli elettori del centrodestra. Perché nascondere la propria preferenza al governo uscente? Le dinamiche culturali e sociali che sono intervenute nel fallimento dei sondaggi spetta ai sociologi stabilirle, quello che resta è comunque la capacità, che piaccia o no, di Silvio Berlusconi di mantenere pressoché intatto dopo dodici anni dalla “discesa in campo”, il suo elettorato. Era il  26 gennaio 1994, quando Berlusconi annunciò ufficialmente il suo impegno politico: “L’Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Qui ho imparato, da mio padre e dalla vita, il mio mestiere di imprenditore. Qui ho appreso la passione per la libertà. Ho scelto di scendere in campo e di occuparmi della cosa pubblica perché non voglio vivere in un Paese illiberale…

Sembra passata un’era geologica da quelle parole, ma nel bene o nel male, nonostante le controversie processuali, il conflitto di interessi, la caduta del suo primo governo, la nuova vittoria  nel 2001 e tutti gli accadimenti internazionali (gli attentati, le guerre)  l’uomo politico Berlusconi possiede ancora oggi  una solida base elettorale: nove milioni di italiani 23,7% credono in lui e quasi diciannove milioni il 49,7% nella CDL.

Per il nostro Paese è un bene o un male? Certo è che l’Italia esce da questa consultazione elettorale più incerta e spaccata che mai, l’incredibile scarto di voti che l’Unione ha raggranellato negli ultimi minuti di spoglio, lascia certamente l’amaro in bocca alla CDL e un Paese diviso praticamente in due da governare per l’Unione, le problematiche da affrontare sono tante e il tempo sempre troppo poco.

La verità è che ci sono ancora troppi antagonisti in piedi dopo il voto, nessuno si è spezzato in questo campo di battaglia che è l’Italia, e questo renderà le situazione politica ancora più difficile e delicata.

 

 

 

 

 

 

 

 


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