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A casa di Andrea Mantegna
Mantova si prepara a rendere onore al grande artista

  
di Nicoletta ARCHILEI

A casa di Andrea Mantegna

Il grande pittore ed incisore Andrea Mantegna nacque a Isola di Carturo, provincia di Padova, nel 1431 e all’età di dieci anni entrò nella bottega di Francesco Squarcione a Padova, avendo così la possibilità di lavorare in un ambiente culturalmente ricco e stimolante. Ebbe un ruolo fondamentale nella diffusione del Rinascimento nel nord Italia e sicuramente fu uno dei principali artisti del nuovo stile nell’area lombardo–veneta; nel 1448 realizzò un ciclo di affreschi, “Storie di San Giacomo” e “San Cristoforo”, per la cappella Ovetari della chiesa degli Eremitani a Padova. Nel 1457 ricevette la commissione per il Polittico di San Zeno a Verona, mentre nel 1460 divenne pittore alla corte di Ludovico III Gonzaga a Mantova.

In questo periodo egli intensificò i contatti con l’ambiente veneziano anche in virtù del fatto che da qualche anno si era sposato con la sorella del pittore Giovanni Bellini il quale, proprio grazie al Mantegna, conobbe e sperimentò il Rinascimento fiorentino nella città, appunto, di Venezia che fino al quattrocento era rimasta ancora molto legata allo stile bizantino. Una prima attività alla corte dei Gonzaga fu la decorazione della cappella del Castello di San Giorgio, di cui oggi rimangono solamente il trittico con l’“Adorazione dei Magi”, la “Circoncisione”, l’“Ascensione” e la “Morte della Vergine”, che anticipano l’opera più famosa e mirabile che il Mantegna eseguì, tra il 1472 ed il 1474, a Palazzo Ducale: la decorazione della “Camera degli Sposi”.

Qui, egli ideò una serie di grandi scene con punto di vista unico che coincideva perfettamente con il centro della stanza ed una fonte di luce che corrispondeva a quella reale. In alcune scene fa una ricostruzione precisa dei personaggi e dell’ambiente che si trovava alla corte dei Gonzaga, come, ad esempio, l’“Incontro di Ludovico Gonzaga con il figlio Francesco appena eletto cardinale” e la “Corte dei Gonzaga”. Nella volta dipinge il famoso oculo circolare aperto verso uno splendido cielo dipinto, e dal quale si affacciano figure e animali. Alla fine del quattrocento sempre a Mantova dipinse la “Madonna della vittoria” commissionata da Francesco Gonzaga per celebrare la vittoria ottenuta nella battaglia di Fornovo del 1495, dipinse poi per lo studio di Isabella d’Este due tele a carattere mitologico: il “Parnaso” e “Minerva che caccia i vizi”, una terza tela rappresentante la Favola del dio Como rimase incompiuta a causa della morte dell’artista che avvenne il 13 settembre del 1506.

Andrea Mantegna, con Giulio Romano e Leon Battista Alberti, fu sicuramente uno degli artisti che segnò maggiormente Mantova, non solo nell’architettura e nei dipinti, ma nella forma stessa della città; così, in occasione dei 500 anni dalla sua morte, Mantova si prepara a rendergli i dovuti onori con una serie di eventi nei quali non solo saranno esposte le sue opere, ma sarà ricostruito il contesto degli umanisti, dei grandi filosofi, storici ed artisti con i quali Mantegna ha lavorato. Dal 26 febbraio al 4 giugno, è stata allestita nella sua Casa un’ampia esposizione di documenti autografi, libri, sculture e dipinti con l’obiettivo di illustrare il profilo artistico di Andrea Mantegna durante i quasi cinquant’anni di attività a Mantova al servizio dei Gonzaga. L’esposizione è suddivisa in due percorsi principali che corrispondono ai due piani della casa: al pianoterra sono affrontati alcuni temi della cultura cittadina alla fine del Quattrocento, insieme con i personaggi e le opere più significative del momento: l’età tardogotica, il gusto rinascimentale, le figure di Francesco II Gonzaga e della moglie Isabella d’Este, i musicisti, gli intellettuali ed i letterati; al primo piano della casa, invece, grazie ad un sofisticato laboratorio virtuale, il visitatore può accostarsi ed interagire con gli ambienti e con i cicli pittorici inseriti nel loro ambiente come, ad esempio, la Camera Dipinta detta degli Sposi, i Trionfi di Cesare e, ancora, lo Studiolo e la Grotta d’Isabella d’Este. Sempre al primo piano è stata ricostruita, con un progetto specifico destinato a stimolare la curiosità e l’interesse attivo dei visitatori, la bottega dell’artista ripensata con tutti gli oggetti d’uso quotidiano del maestro.

Il Centro Internazionale d’Arte e di Cultura di Palazzo Te a Mantova ha organizzato, invece, un’importante e prestigiosa mostra che non intende però essere monografica, né potrebbe esserlo, viste le cattive condizioni di conservazione di molti dipinti del Mantegna, ma che vuole mostrare come la sua arte abbia lasciato una traccia fondamentale a Mantova. Verrà illustrata la sua opera nei luoghi in cui ha vissuto e lavorato, da Padova, Verona, a Mantova. La manifestazione sarà aperta al pubblico dal 16 settembre 2006 sino al 14 gennaio 2007.

 

 

 


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