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Il culto dei Santi nella Grecìa salentina |
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Nei nove paesi della Grecìa
Salentina convivono, da periodi più o meno antichi, culti di santi orientali e
occidentali. La venerazione che gli abitanti di Terra d’Otranto hanno nei
confronti di questa tradizione religiosa è così forte che è rimasta per lo più
invariata nel tempo, ad eccezione di alcuni casi sporadici. Non si può certamente trascurare
il ruolo che ebbero i monaci basiliani i quali, arrivati nel Salento, portarono
i loro effetti personali, la loro cultura e anche il loro credo. Ecco spiegato
perché molti dei santi oggi festeggiati nella zona greca sono di origine
orientale. In passato, il pellegrinaggio al
santuario della Madonna de finibus
terrae a Santa Maria di Leuca era una consuetudine collettiva, “ed era considerato tappa indispensabile del
viatico per andare in Paradiso”, scrive Luigi Manni. In un tempo in cui l’economia
era basata soprattutto sull’agricoltura, diventava “indispensabile” la salute.
Le malattie e gli acciacchi, infatti, rappresentavano un grave impedimento per
chi doveva lavorare per guadagnarsi da vivere. Ragion per cui si pregavano i
santi per ottenere una guarigione fisica ma anche per propiziarsi un buon
raccolto e per tenere lontani gli uragani, le copiose piogge e quant’altro
potesse vanificare il lavoro di mesi. “Naturalmente
il prestigio di un santo è strettamente connesso alle sue virtù taumaturgiche”,
ci dice il Manni; “il santo, dunque, non
solo eroe della fede, ma soprattutto operatore di miracoli”. Fra le tante devozioni presenti
nella Grecìa, è da menzionare quella a Santa
Barbara, di origine orientale, che protegge Martignano dai forti temporali.
Vedendo l’approssimarsi della tempesta, i nostri antenati pregavano dicendo: Santa Barbara de cità, o rechi o vrontà, cacò
na min custì (Santa Barbara di città o piove o tuona, danno non si senta).
Nello stesso paese si venera Santo
Pantaleo, protettore dei medici perché egli stesso apparteneva alla
categoria. Coloro che volevano ottenere una grazia si recavano, scalzi, nella
chiesa a lui intitolata. Nel periodo successivo alla novena, poi, prima di
andare a dormire, si lasciavano sul tavolo un foglio di carta e un po’ di
carbone e si recitava la seguente supplica: Santo
Pantaleo mio, senti cosa ti dico, per la mia povertà, dammi tre numeri per
carità. Questo è il tipico esempio di come, spesse volte, si mischia il
sacro al profano. San Nicola resta
uno dei santi più conosciuti del mondo cristiano occidentale e orientale. Quasi
tutti i centri della zona greca, esclusa Calimera, lo venera. Il santo, in
tempi remoti, operò diversi miracoli nel Salento e salvò Corigliano da
un’invasione di locuste che minacciava i raccolti. La Vergine Maria viene da sempre
onorata nel Salento greco. La più antica tradizione è quella della Madonna di Costantinopoli, detta anche Vergine dell’Odigitria. A lei si
rivolgevano i viandanti in cerca di aiuto e di conforto ma anche tutti coloro
che temevano i saraceni e le loro incursioni devastanti. Tale culto è presente
a Castrignano, a Martano e a Soleto. A Castrignano si venera altresì la Madonna dell’Arcona che, nel 1730,
guarì lo storpio Donato Cosma. A Soleto la Madonna
delle Grazie, nel 1568, punì severamente il bestemmiatore Giacomo Lisandri
per aver oltraggiato un suo dipinto. Difatti, l’uomo morì assassinato la sera
stessa. Da quel giorno molti devoti si indirizzano a lei per ottenere delle
grazie. Santa Marina di Sternatia e di Corigliano viene invocata dalle
partorienti prima del parto affinché le sostenga e dalle donne sterili perché
ricevano la grazia di poter concepire un figlio. A Zollino, Sant’Anna è onorata sempre per gli
stessi motivi. Un altro santo molto noto nella
Grecìa è San Giorgio. Tale devozione
ha radici antiche. Gli abitanti di Sternatia non poterono dimenticare un
miracolo ricevuto nel 1843. Questo santo è tra le altre cose considerato
protettore della cavalleria e guarisce le infezioni cutanee. “La schiera dei santi orientali è così numerosa da far apparire la
Grecìa Salentina come la Tebaide del mondo occidentale”, afferma Luigi
Manni. Sono da ricordare San Giovanni
Caloviti (Soleto), San Giovanni
Crisostomo (Soleto), Santa Venerdia (Corigliano
e Soleto), Sant’Ippazio (Soleto) e i
santi eremiti, Sant’Antonio Abate,
Sant’Onofrio e Sant’Ilarione
(Sternatia, Soleto, Castrignano). “Quando la politica pontificia divenne ostile alla comunità e al clero
totalmente greco della Grecìa Salentina e cessò quindi il rito greco, e quando
la politica religiosa orientale non poté più contare su quel sostrato bizantino
stesso inevitabilmente scemato”, scrive il Manni, “vennero ad affievolirsi anche culto e devozione per i santi orientali”.
Fu così che l’Oriente salentino si trasformò in Occidente facendo sì che i
santi del mondo latino si sostituissero ai santi orientali. Ne sono l’esempio San Leonardo e San Rocco, entrambi di origine francese, venerati il primo a
Corigliano e a Soleto, il secondo a Melpignano e a Sternatia. Ancora lunga sarebbe la lista
dei santi adorati nella zona greca del Salento, ma vi basti, per adesso,
conoscere i più importanti. Nel periodo della Quaresima che stiamo vivendo,
tali culti forse ci saranno d’aiuto per risolvere i nostri piccoli grandi
problemi o per portare un po’ di serenità e di pace in questo mondo che poi
così sereno e pacifico non è.
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