elenco articoli 

CINEMA - King Arthur

  
di Daniela ESTRAFALLACES

KING ARTUR

Il mito ha un fascino particolare e attira l’attenzione più di ogni altra cosa. Un qualunque osservatore, esigente o superficiale che sia, non resta mai indifferente di fronte alla rappresentazione di immagini celebrative delle virtù di forza e coraggio, e alla sensazione chiara e precisa della predestinazione.

Queste emozioni primordiali e di sicuro impatto sono innegabilmente presenti nel tessuto narrativo dell’avventura mitica; ma assumono certamente un potere d’attrattiva ancora maggiore su coloro che vi si accostano quando la fusione con la storia le rende parte della realtà, mantenendo pur vivo il fascino intramontabile della leggenda.

Cavalieri coraggiosi e disperati che non hanno ormai nulla da perdere, scontri cruenti su campi di battaglia avvolti da fiamme che strappano all’inferno il primato dell’orrore, passioni travolgenti e fede incrollabile in Dio e nel proprio destino. Questo è lo scenario di una storia vera e leggendaria al tempo stesso: la storia di re Artù, proposta in un’inedita e più realistica versione dal regista Anton Fuqua.

King Arthur è una pellicola dalle atmosfere cupe quanto basta per il rispetto che si deve alla realtà storica, una pellicola ricca di movimentate scene di battaglia che giustificano il notevole budget di 120 milioni di dollari.

Siamo nel V secolo d.c. e Lucius Artorius, figlio di un romano e di una donna bretone, non è ancora re, ma un condottiero perennemente impegnato in qualche battaglia. I suoi cavalieri sono sei uomini che continuano a guerreggiare per forza di inerzia, in attesa di concludere una sorta di “servizio militare” della durata di quindici anni, per poi tornare liberi e riabbracciare le proprie famiglie.

Quando il giorno dell’affrancamento tanto a lungo atteso arriva, gli uomini si riuniscono e festeggiano insieme. In una delle scene più suggestive del film, la compagna di un cavaliere intona un malinconico canto popolare, che ricorda ad ognuno la libertà ormai vicina. Purtroppo, il sogno dei cavalieri si infrange e si trasforma ben presto in incubo, perché il vescovo Germanus-Ivano Marescotti annuncia ad Artorius-Clive Owen; che i cavalieri dovranno affrontare un’ultima missione prima della libertà: accorrere in aiuto del nobile romano Marius, essendo ormai incombente la minaccia dei Sassoni in Britannia.

I cavalieri reagiscono rabbiosamente, si sentono traditi; infine però decidono di seguire Artorius nell’ultima impresa che cambierà la loro vita e il destino della Britannia. Il futuro re Artù si innamora della bella guerriera Ginevra, interpretata dalla giovane e promettente Keira Knightley, che combatterà al suo fianco contro i Sassoni nella battaglia di Badon Hill, uno scontro spettacolare  nel bel mezzo di una pianura ghiacciata, che si frantuma ad ogni passo dei contendenti.

Alla fine, Artù e i suoi cavalieri vincono, anche se il prezzo pagato è alto: Lancillotto, con il quale il futuro re aveva un rapporto fraterno, perde la vita. Nella scena conclusiva, epica come vuole la tradizione hollywoodiana del cinema di cappa e spada, Artù e Ginevra, uniti in matrimonio, sono riveriti dai cavalieri inginocchiati intorno a loro: una storia si conclude e ha inizio una leggenda immortale.

 

 

 


elenco articoli