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Depressione: il male dell’anima
  
di Nicoletta ARCHILEI

“I lunghi singhiozzi dei violini d’autunno mi feriscono il cuore con un languore monotono…”

“I lunghi singhiozzi dei violini d’autunno mi feriscono il cuore con un languore monotono…”

Così Paul Verlaine, nella sua “Canzone d’autunno”, descriveva con spirito poetico lo stato d’animo che molte persone avvertono in questa stagione; quanti di noi almeno una volta nella vita hanno detto “che malinconia l’autunno!” Ma non per tutti i sintomi della depressione sono “stagionali”, in realtà, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono 350 milioni le persone che soffrono di questa malattia ed in Italia almeno 5 milioni. È il male del nostro tempo: nel passato, fin troppo sottovalutata, veniva chiamata malinconia, spleen o anche male oscuro; si manifesta attraverso uno stato di tristezza, di sfiducia, umore tormentato, si è convinti che la situazione nella quale si vive sia senza uscita; si ha una perdita dell’energia vitale, continui pensieri di morte e di suicidio ed anche le piccole azioni quotidiane diventano difficilissime da compiersi, una vera e propria sintomatologia invalidante.

La depressione è in alcuni casi una reazione perfettamente normale e superabile ad eventi traumatici e dolorosi della propria vita, forse persino necessaria per poter superare il momento di crisi; in altri è legata alle difficoltà di relazionarsi con il mondo, ci si sottovaluta e non si tengono in considerazione i propri desideri. Sono persone che devono imparare proprio a conoscersi meglio, ad esprimere, senza paura, le proprie emozioni, ad acquistare autostima e a seguire il loro reale volere.

Non si tratta di curare qualcosa del cervello o del fisico, ma della nostra vita; ai giorni d’oggi il confronto con una società così vuota e superficiale può creare gravi tensioni con noi stessi. Abbiamo mete che ci sono imposte da altri e raggiungerle o meno, senza realizzare i propri sogni ci rende frustrati, ci si può accorgere improvvisamente di non aver mai fatto nulla di ciò che si desiderava e scoprire, magari, che è troppo tardi per cambiare. La malattia può essere una vera e propria protesta del nostro animo contro gli schemi ai quali siamo costretti ad aderire. Le persone depresse hanno davvero bisogno di aiuto, di persone che le ascoltino; i farmaci possono, insieme ad un lavoro di psicoterapia, tamponare la situazione di difficoltà che stanno vivendo, ma rimane indispensabile il lavoro su se stessi e in questo il medico ha un ruolo fondamentale. Eppure, secondo un’indagine condotta dalla Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale, solo il 40% dei casi è diagnosticato nel modo e nei tempi corretti, ben il 60% sono coloro che si affidano a medici non specializzati e quelli che convivono con il proprio male senza fare nulla.

È stato dimostrato che negli Stati Uniti il 20% della popolazione è a rischio o ha sofferto di depressione. Spesso non dà tregua e per molti il suicidio rappresenta l’unica via di uscita, ben il 90% delle persone che si tolgono la vita soffrono proprio di questa malattia, i soggetti più gravi non lasciano trasparire in alcun modo la loro intenzione di morire e solo uno specialista è in grado di riconoscerne i segnali.

Un quadro davvero inquietante che fa capire come la depressione sia una malattia molto complessa e dalle mille sfaccettature, che può comparire in qualsiasi momento della nostra vita: colpisce gli anziani per mancanza di prospettive o per la solitudine; gli adolescenti che detengono il primato dei suicidi per il loro mal di vivere e persino i bambini. Nel mondo in cui viviamo è sempre più difficile ascoltare gli altri e a volte persino noi stessi, la depressione è una forma di “messaggio”, una richiesta di aiuto che non dovrebbe cadere nel vuoto per non rimanere agghiacciati, poi, di fronte ai fatti di cronaca nera che negli ultimi anni hanno sconvolto le coscienze di molti.

 

 

 


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