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La Puglia tra ricerca, innovazione e sviluppo |
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Ai nostri giorni
un uso sostenibile ed un controllo più efficiente delle risorse idriche
naturali rientrano tra le esigenze ambientali più urgenti, soprattutto in un
settore ad elevato consumo di acqua quale quello agro-industriale. La
riflessione sulla gestione della risorsa “acqua” ha permesso di affrontare,
quindi, il problema studiando sempre più efficaci strategie d’intervento per la
riduzione del consumo e dell’inquinamento delle acque di processo e per il
riutilizzo delle stesse nel ciclo di produzione o in applicazioni pilota
alternative. Tutte queste problematiche sono
state motivo di riflessione il 13 ottobre nel corso della giornata a carattere
tecnico-dimostrativo centrata sul tema Ottimizzazione
e riutilizzo delle risorse idriche attraverso l’impiego delle biotecnologie: il
caso acquacoltura, che rientra fra quelle organizzate da Confindustria
Puglia in collaborazione con Tecnopolis CSATA, nell’ambito del Programma Regionale di Azioni Innovative della
Regione Puglia per il miglioramento in ambito regionale del rapporto
industria-ricerca mediante le biotecnologie. La prima parte della
manifestazione si è svolta presso l’azienda del gruppo Maribrin S.r.l. –
stabilimento Ittica Sud - ed ha visto intervenire Gaetano Grasso, project manager PRAI-Puglia e Tecnopolis CSATA, sul
tema Animazione territoriale e
progettualità, Sebastiano Vitella,
responsabile scientifico del Consorzio Europeo Aquaetreat, sul tema La ricerca per
l’innovazione della gestione dei rifiuti in itticoltura, Vincenzo Zonno, del Centro ricerche per
la pesca e l’acquacoltura dell’Università di Lecce, sul tema Tecnologie innovative per il trattamento di
impianti di acquicoltura a terra, e, infine, Licinio Corbari, presidente Maribrin S.r.l., sul tema de L’approccio innovativo degli impianti
Maribrin S.r.l. Questa serie di interventi a
carattere tecnico-dimostrativo hanno evidenziato le linee dell’azione 5 del Programma Regionale di Azioni Innovative
(PRAI), che nelle parole di Gaetano Grasso «si pone i seguenti obiettivi:
favorire la cooperazione sviluppando il rapporto tra imprenditori e
ricercatori; creare una rete di contatti in tempo reale fra chi offre e chi
cerca tecnologia; creare le infrastrutture necessarie per migliorare la
produttività del nostro territorio; indirizzare le aziende ad andare oltre
l’ottica del proprio business per recepire le innovazioni tecnologiche; creare
i presupposti per un polo biotecnologico pugliese; favorire lo sviluppo di
idee-progetto che creino l’evidenza della domanda di tecnologia che evolve in
maniera sincrona con la capacità di offerta di ogni singolo territorio; rendere
tutto evidente a livello nazionale aprendo un tavolo tecnico di discussione
sulle biotecnologie tra la Puglia e le altre regioni che hanno usufruito dei
finanziamenti europei in questo settore». Il PRAI, quindi, rappresenta il
punto di partenza per la realizzazione di alcuni progetti di ricerca
collettiva, definiti da Sebastiano Vilella come «ricerche condotte da
università e centri di ricerca per conto di associazioni o gruppi di imprese al
fine di aumentare la conoscenza di base e la competitività delle imprese
coinvolte», come è accaduto per la fondazione del Consorzio Europeo Aquaetreat, che ha interessato la
Federazione Europea delle Associazioni di Pescicoltori (FEAP), una serie di
piccole e medie imprese del settore pescicoltura, tra cui la Maribrin S.r.l., e
una serie di centri universitari di ricerca tra cui anche l’Università di
Lecce, e che ha come obiettivi, attraverso metodiche ed apparati efficienti ed
a basso costo, l’eliminazione delle acque reflue e dei “solidi sospesi”, la
riduzione dell’inquinamento chimico e microbiologico, la reimmissione della
stessa acqua nel ciclo produttivo o il suo utilizzo in altri ambiti, il
recupero e il trattamento dei prodotti intermedi e finali del ciclo per
produrre biomassa vegetale e animale o da riutilizzare in agricoltura come
fertilizzanti. Iniziative di questo genere,
rivolte a medie e piccole imprese, permettono, a costi sostenibili (come ha
sottolineato Vincenzo Zonno i costi di investimento si aggirano intorno ai
65.000 €, quelli necessari per operare intorno ai 9-17.000 €/anno e quelli di manutenzione
intorno ai 10.000 €/anno su 255 giorni all’anno e con strutture di 200 l/sec),
di intraprendere nuove strade non solo ecocompatibili, ma anche utili a
consolidare e ad estendere il proprio business, come dimostrato dall’esperienza
diretta di Licinio Corbari che applicando le biotecnologie al processo
produttivo della sua Maribrin S.r.l. è riuscito a far fronte alla crisi del
settore ittico grazie all’immissione sul mercato di un prodotto di qualità. In definitiva, quindi, secondo le
parole del dott. Lorenzo Ferrara,
Presidente della Sezione Ambiente dell’Assindustria Brindisi, «il PRAI promuove
la costituzione di una rete di interscambio tecnico-scientifico-culturale tra
le piccole e medie imprese che operano nel settore e i centri di ricerca (biopoli)»
e siccome «la ricerca e l’innovazione vengono anche sostenute da finanziamenti
comunitari, questa è un’occasione irrinunciabile per le nostre aziende che
vogliono fare business in campo del riutilizzo della risorsa idrica, un mercato
sicuramente in espansione». E sul rapporto tra il mondo
dell’impresa e quello della ricerca e dell’innovazione e sulle linee
strategiche della Regione Puglia per lo sviluppo si è incentrata la seconda
parte della manifestazione, svoltasi presso la sede dell’Assindustria Brindisi
e che ha visto partecipare al dibattito Carlo
Storelli, responsabile del Programma PRAI-Lecce dell’Università di Lecce,
sul tema Il PRAI: un’opportunità per lo
sviluppo del territorio, Antonio De
Giorgio, presidente di Tecnopolis CSATA, sul tema L’innovazione ed il ruolo di Tecnopolis sul territorio, Roberto Morleo, di Sanpaolo Banco di
Napoli, sul tema Strumenti finanziari e
sostegno della ricerca e dell’innovazione, e, a conclusione, Oronzo Santoro, coordinatore
Assessorato alla Programmazione della Regione Puglia, sul tema Ricerca, innovazione, sviluppo: linee
strategiche della Regione Puglia. In questa occasione il PRAI è
stato illustrato più in dettaglio e dall’ottica dei diversi soggetti coinvolti,
ossia la Regione, il sistema universitario regionale, i parchi scientifici e
tecnologici, le piccole e medie imprese, gli istituti finanziari. Si è
evidenziato, quindi, il ruolo importante svolto dall’Università di Lecce
rappresentata dal prof. Carlo Storelli, la quale, oltre a fornire gli strumenti
scientifici per il processo innovativo, mira al futuro investendo sulle risorse
umane, con una sorta di «cura in avanti» attraverso una serie di lauree
internazionali nell’ambito delle biotecnologie che puntano a formare i futuri
ricercatori. E’ emerso anche il ruolo di primo
piano svolto da Tecnopolis CSATA, società di controllo della Regione Puglia,
che come ha illustrato il suo presidente Antonio De Giorgio, «operando sulle
tecnologie dell’informazione e della comunicazione, ha rifocalizzato la sua missione
intorno ad alcune componenti dell’azione innovativa per svolgere un’attività di
sostegno all’innovazione, alla ricerca industriale e alla ricerca
precompetitiva di interesse collettivo dei settori industriali, e un’attività
di sostegno alla creazione di impresa intorno alla ricerca». Di primaria importanza anche il
supporto dato dal mondo finanziario, che, come descritto da Roberto Morleo,
fornisce all’impresa dei prodotti altamente specializzati per poter integrare
le competenze pubbliche e intraprendere la strada dell’innovazione. Il PRAI è pertanto uno strumento
sul quale la Regione sta puntando per lo sviluppo futuro e, come dichiarato da
Oronzo Santoro, un «punto importante di riferimento per una serie di decisioni
e di indirizzi che stanno interessando la Regione in senso più generale, perché
ha dimostrato una fattibilità di convergenza di accordi verso obiettivi
condivisi, ha dimostrato che è possibile far sì che ambienti apparentemente
distinti e distanti possono trovare un momento d’incontro per riconoscersi e
definire delle regole condivise». E «nel momento in cui la Regione è garante di
scelte strategiche che vanno in questa direzione, tutti i soggetti devono
attrezzarsi, ripensarsi, riorganizzarsi per svolgere un ruolo che consenta alla
Puglia di raggiungere un riposizionamento d’avamposto sullo scenario europeo,
un riposizionamento che è nelle sue opportunità e nelle sue potenzialità». Il PRAI, come anche il Piano di Sviluppo Regionale (PSR), in
via di approvazione da parte del Consiglio Regionale, e l’Agenzia Regionale per
la Tecnologia e l’Innovazione (ARTI), nata dalla L.R. del 7/1/2004, oggi
rappresentano, perciò, gli strumenti che la Regione Puglia ha voluto creare per
percorrere una strada ambiziosa, quella di una nuova macro-idea di sviluppo,
cioè un impegno rivolto a «creare un’economia competitiva aperta e basata sulla
conoscenza e in grado di promuovere uno sviluppo sostenibile per una migliore
coesione sociale e qualità della vita fondandosi sui valori strategici della governance, della competitività, dello
sviluppo sostenibile e del welfare». Una scelta di campo ben precisa,
quindi, all’insegna della tecnologia e della ricerca che potrebbe permettere
alla Puglia di compiere quel salto di qualità che la collocherebbe, a livello
europeo, in una posizione che di sicuro le è più appropriata.
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