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La Puglia tra ricerca, innovazione e sviluppo
Importante incontro organizzato presso l’Assindustria Brindisi sul tema delle biotecnologie   
di Giovanni CONGEDO

Cardiochirurgia: quando


   Ai nostri giorni un uso sostenibile ed un controllo più efficiente delle risorse idriche naturali rientrano tra le esigenze ambientali più urgenti, soprattutto in un settore ad elevato consumo di acqua quale quello agro-industriale. La riflessione sulla gestione della risorsa “acqua” ha permesso di affrontare, quindi, il problema studiando sempre più efficaci strategie d’intervento per la riduzione del consumo e dell’inquinamento delle acque di processo e per il riutilizzo delle stesse nel ciclo di produzione o in applicazioni pilota alternative.

Tutte queste problematiche sono state motivo di riflessione il 13 ottobre nel corso della giornata a carattere tecnico-dimostrativo centrata sul tema Ottimizzazione e riutilizzo delle risorse idriche attraverso l’impiego delle biotecnologie: il caso acquacoltura, che rientra fra quelle organizzate da Confindustria Puglia in collaborazione con Tecnopolis CSATA, nell’ambito del Programma Regionale di Azioni Innovative della Regione Puglia per il miglioramento in ambito regionale del rapporto industria-ricerca mediante le biotecnologie.

La prima parte della manifestazione si è svolta presso l’azienda del gruppo Maribrin S.r.l. – stabilimento Ittica Sud - ed ha visto intervenire Gaetano Grasso, project manager PRAI-Puglia e Tecnopolis CSATA, sul tema Animazione territoriale e progettualità, Sebastiano Vitella, responsabile scientifico del Consorzio Europeo Aquaetreat, sul tema La ricerca per l’innovazione della gestione dei rifiuti in itticoltura, Vincenzo Zonno, del Centro ricerche per la pesca e l’acquacoltura dell’Università di Lecce, sul tema Tecnologie innovative per il trattamento di impianti di acquicoltura a terra, e, infine, Licinio Corbari, presidente Maribrin S.r.l., sul tema de L’approccio innovativo degli impianti Maribrin S.r.l.

Questa serie di interventi a carattere tecnico-dimostrativo hanno evidenziato le linee dell’azione 5 del Programma Regionale di Azioni Innovative (PRAI), che nelle parole di Gaetano Grasso «si pone i seguenti obiettivi: favorire la cooperazione sviluppando il rapporto tra imprenditori e ricercatori; creare una rete di contatti in tempo reale fra chi offre e chi cerca tecnologia; creare le infrastrutture necessarie per migliorare la produttività del nostro territorio; indirizzare le aziende ad andare oltre l’ottica del proprio business per recepire le innovazioni tecnologiche; creare i presupposti per un polo biotecnologico pugliese; favorire lo sviluppo di idee-progetto che creino l’evidenza della domanda di tecnologia che evolve in maniera sincrona con la capacità di offerta di ogni singolo territorio; rendere tutto evidente a livello nazionale aprendo un tavolo tecnico di discussione sulle biotecnologie tra la Puglia e le altre regioni che hanno usufruito dei finanziamenti europei in questo settore».

Il PRAI, quindi, rappresenta il punto di partenza per la realizzazione di alcuni progetti di ricerca collettiva, definiti da Sebastiano Vilella come «ricerche condotte da università e centri di ricerca per conto di associazioni o gruppi di imprese al fine di aumentare la conoscenza di base e la competitività delle imprese coinvolte», come è accaduto per la fondazione del Consorzio Europeo Aquaetreat, che ha interessato la Federazione Europea delle Associazioni di Pescicoltori (FEAP), una serie di piccole e medie imprese del settore pescicoltura, tra cui la Maribrin S.r.l., e una serie di centri universitari di ricerca tra cui anche l’Università di Lecce, e che ha come obiettivi, attraverso metodiche ed apparati efficienti ed a basso costo, l’eliminazione delle acque reflue e dei “solidi sospesi”, la riduzione dell’inquinamento chimico e microbiologico, la reimmissione della stessa acqua nel ciclo produttivo o il suo utilizzo in altri ambiti, il recupero e il trattamento dei prodotti intermedi e finali del ciclo per produrre biomassa vegetale e animale o da riutilizzare in agricoltura come fertilizzanti.

Iniziative di questo genere, rivolte a medie e piccole imprese, permettono, a costi sostenibili (come ha sottolineato Vincenzo Zonno i costi di investimento si aggirano intorno ai 65.000 €, quelli necessari per operare intorno ai 9-17.000 €/anno e quelli di manutenzione intorno ai 10.000 €/anno su 255 giorni all’anno e con strutture di 200 l/sec), di intraprendere nuove strade non solo ecocompatibili, ma anche utili a consolidare e ad estendere il proprio business, come dimostrato dall’esperienza diretta di Licinio Corbari che applicando le biotecnologie al processo produttivo della sua Maribrin S.r.l. è riuscito a far fronte alla crisi del settore ittico grazie all’immissione sul mercato di un prodotto di qualità.

In definitiva, quindi, secondo le parole del dott. Lorenzo Ferrara, Presidente della Sezione Ambiente dell’Assindustria Brindisi, «il PRAI promuove la costituzione di una rete di interscambio tecnico-scientifico-culturale tra le piccole e medie imprese che operano nel settore e i centri di ricerca (biopoli)» e siccome «la ricerca e l’innovazione vengono anche sostenute da finanziamenti comunitari, questa è un’occasione irrinunciabile per le nostre aziende che vogliono fare business in campo del riutilizzo della risorsa idrica, un mercato sicuramente in espansione».

E sul rapporto tra il mondo dell’impresa e quello della ricerca e dell’innovazione e sulle linee strategiche della Regione Puglia per lo sviluppo si è incentrata la seconda parte della manifestazione, svoltasi presso la sede dell’Assindustria Brindisi e che ha visto partecipare al dibattito Carlo Storelli, responsabile del Programma PRAI-Lecce dell’Università di Lecce, sul tema Il PRAI: un’opportunità per lo sviluppo del territorio, Antonio De Giorgio, presidente di Tecnopolis CSATA, sul tema L’innovazione ed il ruolo di Tecnopolis sul territorio, Roberto Morleo, di Sanpaolo Banco di Napoli, sul tema Strumenti finanziari e sostegno della ricerca e dell’innovazione, e, a conclusione, Oronzo Santoro, coordinatore Assessorato alla Programmazione della Regione Puglia, sul tema Ricerca, innovazione, sviluppo: linee strategiche della Regione Puglia.

In questa occasione il PRAI è stato illustrato più in dettaglio e dall’ottica dei diversi soggetti coinvolti, ossia la Regione, il sistema universitario regionale, i parchi scientifici e tecnologici, le piccole e medie imprese, gli istituti finanziari. Si è evidenziato, quindi, il ruolo importante svolto dall’Università di Lecce rappresentata dal prof. Carlo Storelli, la quale, oltre a fornire gli strumenti scientifici per il processo innovativo, mira al futuro investendo sulle risorse umane, con una sorta di «cura in avanti» attraverso una serie di lauree internazionali nell’ambito delle biotecnologie che puntano a formare i futuri ricercatori.

E’ emerso anche il ruolo di primo piano svolto da Tecnopolis CSATA, società di controllo della Regione Puglia, che come ha illustrato il suo presidente Antonio De Giorgio, «operando sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, ha rifocalizzato la sua missione intorno ad alcune componenti dell’azione innovativa per svolgere un’attività di sostegno all’innovazione, alla ricerca industriale e alla ricerca precompetitiva di interesse collettivo dei settori industriali, e un’attività di sostegno alla creazione di impresa intorno alla ricerca».

Di primaria importanza anche il supporto dato dal mondo finanziario, che, come descritto da Roberto Morleo, fornisce all’impresa dei prodotti altamente specializzati per poter integrare le competenze pubbliche e intraprendere la strada dell’innovazione.

Il PRAI è pertanto uno strumento sul quale la Regione sta puntando per lo sviluppo futuro e, come dichiarato da Oronzo Santoro, un «punto importante di riferimento per una serie di decisioni e di indirizzi che stanno interessando la Regione in senso più generale, perché ha dimostrato una fattibilità di convergenza di accordi verso obiettivi condivisi, ha dimostrato che è possibile far sì che ambienti apparentemente distinti e distanti possono trovare un momento d’incontro per riconoscersi e definire delle regole condivise». E «nel momento in cui la Regione è garante di scelte strategiche che vanno in questa direzione, tutti i soggetti devono attrezzarsi, ripensarsi, riorganizzarsi per svolgere un ruolo che consenta alla Puglia di raggiungere un riposizionamento d’avamposto sullo scenario europeo, un riposizionamento che è nelle sue opportunità e nelle sue potenzialità».

Il PRAI, come anche il Piano di Sviluppo Regionale (PSR), in via di approvazione da parte del Consiglio Regionale, e l’Agenzia Regionale per la Tecnologia e l’Innovazione (ARTI), nata dalla L.R. del 7/1/2004, oggi rappresentano, perciò, gli strumenti che la Regione Puglia ha voluto creare per percorrere una strada ambiziosa, quella di una nuova macro-idea di sviluppo, cioè un impegno rivolto a «creare un’economia competitiva aperta e basata sulla conoscenza e in grado di promuovere uno sviluppo sostenibile per una migliore coesione sociale e qualità della vita fondandosi sui valori strategici della governance, della competitività, dello sviluppo sostenibile e del welfare».

Una scelta di campo ben precisa, quindi, all’insegna della tecnologia e della ricerca che potrebbe permettere alla Puglia di compiere quel salto di qualità che la collocherebbe, a livello europeo, in una posizione che di sicuro le è più appropriata.


 

 

 

 

 


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