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Un 4 novembre diverso |
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Festeggiamo anche quest’anno la
ricorrenza del 4 Novembre nel ricordo e nella esaltazione del valore storico,
politico e morale dell’Unità d’Italia. Una data fondante per il nostro Paese.
Ci ritroveremo per testimoniare il sacrificio dei tanti italiani Caduti in
guerra, dei tanti eroi che hanno costruito l’Italia, che hanno reso possibile
l’unità ideale e politica di tutto un popolo. Ci ritroveremo per ricordare i
tanti italiani che hanno sacrificato la loro vita per la libertà dell’Italia, i
tanti italiani che sono caduti in guerra per conquistare e difendere la
democrazia. Ci ritroveremo, come sempre, per festeggiare le Forze armate per il
loro quotidiano lavoro finalizzato alla sicurezza del nostro territorio e a
quello delle nostre famiglie. Tutto ciò faremo come forse
stancamente andiamo ripetendo ogni anno. Cerimonie sempre più vuote e sempre
più lontane anni luce dai pensieri degli italiani, dalle beghe e dagli affanni
di tutti i giorni. Lontanissime e sicuramente incomprensibili per i nostri
giovani. Festeggeremo dunque senza enfasi, senza partecipazione il 4 Novembre,
una ricorrenza che vive anche l’oblio dei media, dei giornali, delle
televisioni. Una data che oggi dice poco: a tutti. Festeggeremo per
consuetudine. Ma potremmo farlo diversamente. Potremmo intravedere in questa
data una nuova occasione di unità, un ulteriore momento collettivo di
riflessione. Potremmo per un attimo, per un frangente piccolissimo della nostra
vita, della nostra quotidianità, ripensare alla storia di noi stessi, della
nostra nazione. Ripensare noi stessi come comunità, ripensare cosa oggi può
significare essere italiani, chiederci se e come ci riconosciamo in questa idea
di popolo, se hanno oggi ancora valore concetti come Patria, come Nazione, come
Bandiera e se li interpretiamo e li riconosciamo come valori trascendenti per i
quali battersi e morire. Troveremmo sicuramente nuova
forza, nuovi slanci e soprattutto più coesione per affrontare con senso di
responsabilità le scelte di tutti i giorni. Potremmo allora vivere un 4
Novembre diverso, più attuale e pregnante. Un 4 Novembre più utile da dedicare
prima di tutto ai nostri giovani. Un giorno di festa per tutta l’Italia, un
giorno di memoria per ricordare il valore storico, politico e morale dell’Unità
del nostro Paese ma anche e soprattutto un giorno di riflessione per indicare la
strada dei grandi valori di pace e di libertà, per consegnare ai giovani, agli
studenti, alle loro giovani vite e alle loro energie la grande testimonianza
dell’importanza fondamentale di essere un popolo saldamente unito che si
ritrova nel Tricolore, nella Bandiera italiana. Ma oggi il 4 Novembre è anche
qualcos’altro. È il giorno in cui ci vengono alla memoria i tanti eventi
drammatici, i tanti momenti luttuosi che hanno caratterizzato questo anno 2004,
orribile, tremendo nel suo insieme. Un anno che ha visto l’Italia in prima
linea per la pace. Un anno in cui abbiamo pianto i tanti Caduti per la pace. Un
anno in cui ci siamo inchinati increduli dinanzi al dolore delle tante famiglie
italiane. Un anno scandito dalla morte di tanti nostri giovani. Questo è oggi
il nostro 4 Novembre. Indubbiamente un altro 4 Novembre, diverso e triste,
tragico ed eroico nel contempo che diventa occasione di raccoglimento, momento
di grande emozione per ricordare i nostri Eroi, i nostri Martiri, i tanti
civili, i tanti militari, Caduti in tempo di pace, Caduti in questo incredibile
anno. Un 2004 particolarmente triste che difficilmente dimenticheremo. È ancora vivo in ognuno di noi
l’orrore della strage di Nassiriya, la barbarie dell’uccisione di Fabrizio
Quattrocchi e di Enzo Baldoni. Le loro storie, le loro vicende, i loro sogni, i
loro sacrifici, le loro sofferenze sono entrate prepotentemente in ognuno di
noi. Abbiamo pianto con i loro familiari. È ancora vivo il ricordo di Antonio
Amato e delle sorelle Rinaudo, vittime di un destino ancora più tragico e
beffardo. È ancora viva l’emozione della liberazione di Simona Pari e di Simona
Torretta. E oggi è a loro che dobbiamo pensare, è loro che dobbiamo ricordare.
Il loro eroismo, il loro altruismo, la loro forza di animo, la loro tenacia nel
lavoro. Eroi del nostro tempo, vittime tutte di un terrorismo spietato e
crudele che oggi ci deve fare riflettere. Eroi di questi giorni non certo fantasmi
del passato. Questo ci lascia il 2004. Questo dobbiamo ricordare a tutti noi.
Eventi incredibili ed impensabili, momenti di grande emozione, che hanno scosso
profondamente tutta l’Italia. Immagini strazianti, ricordi particolarmente
dolorosi. È questo oggi il nostro 4 Novembre che acquista una dimensione ancora
più grande. E sarebbe ancora più grande e diverso se per una volta riuscissimo
a viverlo senza steccati, senza continuare a dividere pericolosamente ed
inutilmente il Paese fra vincitori e vinti, senza riesumare le ragioni degli
uni e degli altri, senza processare continuamente gli uomini e le idee. Sarebbe
indubbiamente lo sdoganamento definitivo di una grande Italia, di tutto un
popolo, di una Nazione che ritroverebbe le ragioni profonde dell’Unità
d’Italia, portando così a compimento il sacrificio di tanti. Un 4 Novembre
diverso con un significato profondo. Solo allora avrebbe senso continuare a
festeggiare una data, una ricorrenza che è simbolo dell’Italia e che oggi
diverrebbe attualissima. Diversamente rimarrebbe una festa con poca attenzione,
con poca partecipazione, un piccolo ed inutile feticcio nelle mani di pochi,
nei ricordi lontanissimi di noiosi fantasmi. Siamo maturi per tutto ciò?
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