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Un 4 novembre diverso
  
di Francesco CACCETTA

Un 4 Novembre diverso

Festeggiamo anche quest’anno la ricorrenza del 4 Novembre nel ricordo e nella esaltazione del valore storico, politico e morale dell’Unità d’Italia. Una data fondante per il nostro Paese. Ci ritroveremo per testimoniare il sacrificio dei tanti italiani Caduti in guerra, dei tanti eroi che hanno costruito l’Italia, che hanno reso possibile l’unità ideale e politica di tutto un popolo. Ci ritroveremo per ricordare i tanti italiani che hanno sacrificato la loro vita per la libertà dell’Italia, i tanti italiani che sono caduti in guerra per conquistare e difendere la democrazia. Ci ritroveremo, come sempre, per festeggiare le Forze armate per il loro quotidiano lavoro finalizzato alla sicurezza del nostro territorio e a quello delle nostre famiglie.

Tutto ciò faremo come forse stancamente andiamo ripetendo ogni anno. Cerimonie sempre più vuote e sempre più lontane anni luce dai pensieri degli italiani, dalle beghe e dagli affanni di tutti i giorni. Lontanissime e sicuramente incomprensibili per i nostri giovani. Festeggeremo dunque senza enfasi, senza partecipazione il 4 Novembre, una ricorrenza che vive anche l’oblio dei media, dei giornali, delle televisioni. Una data che oggi dice poco: a tutti. Festeggeremo per consuetudine. Ma potremmo farlo diversamente. Potremmo intravedere in questa data una nuova occasione di unità, un ulteriore momento collettivo di riflessione. Potremmo per un attimo, per un frangente piccolissimo della nostra vita, della nostra quotidianità, ripensare alla storia di noi stessi, della nostra nazione. Ripensare noi stessi come comunità, ripensare cosa oggi può significare essere italiani, chiederci se e come ci riconosciamo in questa idea di popolo, se hanno oggi ancora valore concetti come Patria, come Nazione, come Bandiera e se li interpretiamo e li riconosciamo come valori trascendenti per i quali battersi e morire.

Troveremmo sicuramente nuova forza, nuovi slanci e soprattutto più coesione per affrontare con senso di responsabilità le scelte di tutti i giorni. Potremmo allora vivere un 4 Novembre diverso, più attuale e pregnante. Un 4 Novembre più utile da dedicare prima di tutto ai nostri giovani. Un giorno di festa per tutta l’Italia, un giorno di memoria per ricordare il valore storico, politico e morale dell’Unità del nostro Paese ma anche e soprattutto un giorno di riflessione per indicare la strada dei grandi valori di pace e di libertà, per consegnare ai giovani, agli studenti, alle loro giovani vite e alle loro energie la grande testimonianza dell’importanza fondamentale di essere un popolo saldamente unito che si ritrova nel Tricolore, nella Bandiera italiana.

Ma oggi il 4 Novembre è anche qualcos’altro. È il giorno in cui ci vengono alla memoria i tanti eventi drammatici, i tanti momenti luttuosi che hanno caratterizzato questo anno 2004, orribile, tremendo nel suo insieme. Un anno che ha visto l’Italia in prima linea per la pace. Un anno in cui abbiamo pianto i tanti Caduti per la pace. Un anno in cui ci siamo inchinati increduli dinanzi al dolore delle tante famiglie italiane. Un anno scandito dalla morte di tanti nostri giovani. Questo è oggi il nostro 4 Novembre. Indubbiamente un altro 4 Novembre, diverso e triste, tragico ed eroico nel contempo che diventa occasione di raccoglimento, momento di grande emozione per ricordare i nostri Eroi, i nostri Martiri, i tanti civili, i tanti militari, Caduti in tempo di pace, Caduti in questo incredibile anno. Un 2004 particolarmente triste che difficilmente dimenticheremo.

È ancora vivo in ognuno di noi l’orrore della strage di Nassiriya, la barbarie dell’uccisione di Fabrizio Quattrocchi e di Enzo Baldoni. Le loro storie, le loro vicende, i loro sogni, i loro sacrifici, le loro sofferenze sono entrate prepotentemente in ognuno di noi. Abbiamo pianto con i loro familiari. È ancora vivo il ricordo di Antonio Amato e delle sorelle Rinaudo, vittime di un destino ancora più tragico e beffardo. È ancora viva l’emozione della liberazione di Simona Pari e di Simona Torretta. E oggi è a loro che dobbiamo pensare, è loro che dobbiamo ricordare. Il loro eroismo, il loro altruismo, la loro forza di animo, la loro tenacia nel lavoro. Eroi del nostro tempo, vittime tutte di un terrorismo spietato e crudele che oggi ci deve fare riflettere. Eroi di questi giorni non certo fantasmi del passato. Questo ci lascia il 2004. Questo dobbiamo ricordare a tutti noi. Eventi incredibili ed impensabili, momenti di grande emozione, che hanno scosso profondamente tutta l’Italia. Immagini strazianti, ricordi particolarmente dolorosi. È questo oggi il nostro 4 Novembre che acquista una dimensione ancora più grande. E sarebbe ancora più grande e diverso se per una volta riuscissimo a viverlo senza steccati, senza continuare a dividere pericolosamente ed inutilmente il Paese fra vincitori e vinti, senza riesumare le ragioni degli uni e degli altri, senza processare continuamente gli uomini e le idee. Sarebbe indubbiamente lo sdoganamento definitivo di una grande Italia, di tutto un popolo, di una Nazione che ritroverebbe le ragioni profonde dell’Unità d’Italia, portando così a compimento il sacrificio di tanti. Un 4 Novembre diverso con un significato profondo. Solo allora avrebbe senso continuare a festeggiare una data, una ricorrenza che è simbolo dell’Italia e che oggi diverrebbe attualissima. Diversamente rimarrebbe una festa con poca attenzione, con poca partecipazione, un piccolo ed inutile feticcio nelle mani di pochi, nei ricordi lontanissimi di noiosi fantasmi. Siamo maturi per tutto ciò? 

 

 

 


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