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Il Corano?
  
di Loris LOLLI

Specialmente per le donne

Una vulgata sostiene che nel Corano non vi è una “sura” (un capitolo di esso) e neppure un versetto che non sia tessuto di bontà illuminanti. Premesso che il Libro Sacro dei musulmani gode di un gran numero di lettori – grosso modo un decimo della popolazione del globo - i quali lo considerano la “parola immediata di Dio”, sento di poter affermare che il …vangelo musulmano non è invece per nulla tutto intriso di moniti bendicenti. Il che mi conduce subito a ritenere che molti degli italiani che hanno abiurato la religione cattolica per convertirsi all’islamismo abbiamo “saltato il fosso” per questioni di moda, per capriccio e per innata contestazione, certamente non perché convinti di abbracciare un nuovo verbo religioso immune da ogni qualsiasi possibilità di contestazione e di dubbia.

Se, a sostegno di questa mia convinzione, solo portassi però la realtà di una religione quale la cattolica che predica bene e non razzola male, potrei essere giustamente accusato di seguire a mia volta una vulgata valida quale moneta corrente, solo per inveterata abitudine, tra i miei correligionari.

Adduco allora un esempio che mi proviene dal campo di Agramante. Taliq Ramadam (un non da me conosciuto teologo islamico ma tale evidenziato da “Libero” di martedì 21 settembre u.s., pagina 35) avrebbe espresso questo parere. “Uccidere un bambino israeliano è condannabile, ma comprensibile”. Il che non mi appare assolutamente quale pensiero gravido di eccelsa litania beatificante. E poiché non ho letto richiesta alcuna di rettifica, devo ritenere che la dichiarazione più che proveniente da un teologo islamico provenga da una qualche “SS” non completamente ancora ravveduta!

Poi di seguito due asserzioni non ventilate da dubbi di sorta, visto che la loro origine è immagine speculare del Corano. Leggete con me la Sura 9, versetto 5. Testualmente recita: “Quando saranno trascorsi i mesi sacri, uccidete i politeisti, ovunque li troviate…”. Leggo anche che la Sura in questione è intitolata “del pentimento”. Come inizio mi sembra che il perdono parta con il piede sbagliato!

La seguente esemplificazione di non condivisione di quanto ammannito dal Corano la dedico alle italiane pacifisticamente e femminilmente vicine alla “resistenza irachena”. Sura 4, versetto 38. Leggo e porto a conoscenza delle lettrici direttamente interessate, subito commiserando le femministe: “Gli uomini sono superiori alle donne, per le qualità con cui Dio ha fatto eccellere alcuni di voi sopra gli altri e per le erogazioni che essi fanno con le loro sostanze in favore di esse; donne buone sono ubbiedienti…e quanto a quelle di cui temerete la disubbidienza, ammonitele, ponetele in letti a parte e battetele

Ho detto e scritto: “…commiserando le femministe”. Mi spiego. La Sura 4, per gran parte dedicata a ribadire il concetto araba dell’inferiorità ed a condannare la libertà sessuale delle donne, farà storcere la bocca alle discendenti (ed integrate nel nuovo) dalle “sessantottine” che sfilavano mani al cielo e pollici ed indici riuniti per raffigurare il loro organo genitale al grido “L’orgasmo è mio e lo gestisco io”. Tant’è e se, dunque, con questo intendimento per la testa trasmigrano verso l’Islam si sentano peccatrici del verbo musulmano ancor prima di venerare Maometto. E farlo incavolare!

 

 

 


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