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Appunti di viaggio
  
di Francesco CACCETTA

Appunti di viaggio

Non c’è che dire, il tempo della litigiosità, delle parole in libera uscita, delle incomprensioni, il tempo dei duelli all’ultimo concetto, dei continui distinguo in seno alla maggioranza di governo sembra oggi appartenere ad una stagione politica lontanissima. Un procedere nuovo che paradossalmente ci riporta alla aurea tradizione della prima repubblica, al modello consolidato dell’uomo politico per eccellenza: parole misurate, passo felpato, senso irreprensibile dello Stato. In poche parole la stagione degli statisti, dei grandi uomini dello Stato, dei grands commis, di quelle risorse incommensurabili del Paese.

È questo infatti il nuovo look del governo e di tutte le forze politiche che lo sostengono. A partire proprio da quella Lega nata come movimento di rottura, come forza popolare, in senso fortemente antipolitico e che non poco ha turbato i sonni di diverse maggioranze seppur in tempi diversi a testimoniare la continuità di un nuovo linguaggio, di un nuovo diverso tipo di esternare le proprie ragioni e rappresentare le istanze e le esigenze della società. Un Calderoli nuovo di zecca che oggi affronta la devolution con una apertura dialettica che ha stupito non poco, a partire dalle prime cariche istituzionali del Paese, e che conquista per sé e per la Lega una attenzione diversa.

A partire dal nuovo Berlusconi e dal cambiamento in corsa compiuto in questi ultimi mesi per ridefinire il modo inconsueto con cui aveva fino ad oggi interpretato il ruolo di Capo del governo e di leader del partito di maggioranza. Atteggiamenti, modi di porsi, di affrontare la vita politica italiana che risultavano lontanissimi anni luce dallo stereotipo che avevamo nella nostra memoria e che invece sempre di più erano vicini ad esperienze che derivavano dal mondo dell’impresa e da quello dei media.  Tempi, oggi lontanissimi, in cui il tuono ed il rimbombo di tante, troppo facili e discutibili esternazioni hanno riempito a profusione le prime pagine dei giornali ed amplificato il dibattito politico. Ministri che hanno fatto a gara per superarsi nella platea politica, che hanno infiammato i dibattiti televisivi e che sono stati capaci di tradurre in concetti a volte estremamente duri alcuni sentimenti che erano nella superficie della nostra società. Da qualche mese vi è stato un viraggio sostanziale. Un nuovo modo di procedere all’interno della coalizione, nei rapporti con le altre forze politiche, con i sindacati, con i media. Una strategia politica che è nata al termine della verifica lunghissima a cui si è sottoposta la Casa delle Libertà come conseguenza dei recenti dati elettorali, sicuramente non esaltanti per la maggioranza. 

Un nuovo corso che ha trovato il suo suggello proprio nel momento più critico per noi italiani: il rapimento delle ormai celebri “due Simone”. Un corso gestito non a caso da quel Gianni Letta che più di ogni altro incarna l’habitus della moderazione, della riservatezza. L’uomo di centro per eccellenza. Esperienza e capacità messe in campo egregiamente per affrontare una prova senza precedenti, per tenere unito il Paese, per coinvolgere saggiamente tutte le forze politiche, tutti gli italiani, per dimostrare al mondo islamico, ai terroristi, l’unità e la fermezza dell’Italia. Intelligenza ed abilità politica. Un nuovo corso che ha significato anche porsi diversamente nei confronti del problema enorme della immigrazione clandestina, dei continui e penosi sbarchi di uomini allo stremo della vita. Un approccio diverso, più misurato e ragionato. Anche in questo caso l’azione politica del Ministro Pisanu non ha trovato sostanziali ostacoli nella maggioranza o nel Parlamento ed è risultata efficace nel porre ancora una volta il problema a livello europeo, coinvolgendo direttamente Bruxelles, e dare così l’avvio alla richiesta di revoca dell’embargo alla Libia. Cosa poi riuscita con il consenso americano. Indubbia l’azione politica italiana. Anche questa una strategia vincente per tentare di risolvere uno dei problemi più delicati ed angoscianti dell’ultimo decennio, per riannodare i rapporti con il mondo arabo e con la Libia in particolare.

Ed oggi Berlusconi è nuovamente in visita nel territorio libico. Un nuovo corso anche nel delicato mondo dell’economia e della finanza inaugurato dopo l’abbandono di Giulio Tremonti e l’avvento di Domenico Siniscalco. Un nuovo corso alla luce del dialogo sociale e di quello politico. Dialogo per condividere un percorso, per capire le esigenze di un mondo fin troppo variegato, per non imporre così acriticamente, senza l’avvio di un dibattito chiaro, senza tentare di ascoltare fino in fondo le ragioni degli altri. Una nuova linea di concertazione per tentare di non acuire ulteriormente le oggettive difficoltà del Paese. Ed anche in questa ottica la risoluzione della crisi dell’Alitalia. Oggi di fatto l’Italia riconquista la sua compagnia di bandiera e lancia al mondo dell’impresa e del lavoro un segnale fortissimo di cambiamento. Una lezione che risulterà sicuramente utile nel futuro di tutti. Ed anche in questo caso il governo ha fatto opportunamente la sua parte. Questi gli appunti di viaggio di questi ultimi mesi, di questo scorcio che si intravede della nuova marcia impressa dalla maggioranza.

Il quadro complessivo dell’azione del governo è sicuramente cambiato sia in termini di immagine sia in termini di contenuti. Ha prevalso finalmente la linea, lungamente invocata, del dialogo sociale, della concertazione all’interno della maggioranza. Ha prevalso finalmente la logica della coalizione, il rispetto del programma di governo, il rispetto negli elettori.

 

 

 


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