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Scampoli d'estate
  
di Francesco CACCETTA

Scampoli d’estate

Cosa rimane di questa estate, lunga e breve nel contempo, calda e tragica insieme, confusa ed ossessiva? Poco e molto. Poco di gradevole, di vissuto con la spensieratezza di un tempo, con la facilità con la quale ci si abbandonava ai piaceri dell’ozio, a quel ritrovarsi tutti insieme nelle spiagge per la sacralità italiana delle ferie lunghe e piacevoli, per quel senso profondo della famiglia, per la necessità di viverle in libertà. Molto per le immagini, per le vicende umane, per le durezze vissute attraverso l’assillo delle immagini televisive, per le notizie ascoltate con crescente incredulità, per le tante e troppe pagine lette con profonda amarezza. Poco di speranza, molto di orrore. Tanto ci consegna questa estate.

Innanzitutto i volti, le storie delle due Simone: Simona Torretta e Simona Pari. Ci rimane l’assurdità e la spregiudicatezza del loro rapimento, le immagini della loro testimonianza di vita, le scelte non facili che i loro ideali hanno determinato. Ci rimane il brivido del loro rapimento, ci rimane una profonda angoscia. Vediamo i loro volti, annusiamo la loro paura. Rivediamo i filmati del loro impegno, del loro giocare con i bambini iracheni per ritagliare uno sprazzo di normalità, per costruire il loro domani. Speriamo nella loro liberazione.

Ci rimane l’impegno giornalistico di Enzo Baldoni, il suo amore per la vita, la sua curiosità intellettuale. Scorgiamo, d’improvviso, quella grande molla, quella sfida quotidiana con se stessi, quel distaccarsi dalla logica, dalla razionalità dell’utile per sé, del conveniente per sé, che porta a spingersi oltre, per andare a varcare quel confine che ti spinge verso l’ignoto, verso l’impalpabile. Per trovare, come è stato per Enzo Baldoni, la morte.

Ripensiamo alla fierezza di Fabrizio Quattrocchi e all’eroismo dei martiri di Nassiriya. E scorgiamo d’improvviso un’altra Italia. Un’estate che è sembrata senza fine, per la velocità e l’incalzare delle novità. Una continua lettura amara dei nostri quotidiani. È l’estate che ricorderemo per gli occhi dei bambini di Beslan, per il loro tragico destino, per la crudeltà dell’uomo, per la spensieratezza e lo svago negato, per la violenza subita, per il dolore delle mamme. Per la drammaticità degli avvenimenti, per la spietatezza delle scelte, per il domani che viene cancellato con un ordine. Per quegli occhi smarriti, per quei pianti, per quella profonda solitudine provata. Ricorderemo a lungo questa pagina di infamia, questa pagina di una storia orribile, uguale purtroppo a tante altre passate, ma dal sapore più acre. Una estate in cui la violenza ed il raccapriccio hanno fatto quasi a gara per superarsi, per stupire. E noi, spettatori dell’assurdo, ci interroghiamo con angoscia per questo terzo millennio che sa di morte, che ci presenta il conto, all’improvviso, di tante nefandezze, di tante scelte sbagliate, di tanti facili entusiasmi, di tanta tracotante sicurezza.

Quando avrà fine questo orrore? Un’estate che non è risultata utile per sedimentare le tante controversie, le tante cose irrisolte, i troppi dubbi. Ci rimane il solito gareggiare inutile e pernicioso della nuova politica. Ci rimane la piccola disputa, l’asprezza continua e senza costrutto, la perniciosa voglia di protagonismo, la facile ricerca all’ovvio, all’applauso. Ci rimane la pericolosa divisione in cui la politica ci ha relegato. Una politica confusa che ruota con troppa spavalderia intorno al successo immediato, alla vittoria. Una politica che si arrovella e si interroga sulla utilità e la necessità delle primarie, sulle modalità dell’incoronazione del leader, della sua marcia trionfale verso la vittoria. Un mondo politico che riscopre e favoleggia i piaceri del sistema proporzionale ed intanto si tuffa nel mare del federalismo senza possibilità di dar vita ad un lavoro comune nel Parlamento, alla condivisione di un percorso in cui tasselli di diversa provenienza tratteggino e giustifichino il lavoro di ricucitura di differenti esigenze per costruire il futuro, per guardare al futuro.

Un’estate di feste di partito, di ammiccamenti e di facili promesse, di tasse, di patrimoniali, di guaglioni più o meno belli, ma sicuramente lontanissimi da quel tipo di uomo politico necessario alla società. Un’estate di bandane e di gossip tumultuosi per svelare l’arcano di una nuova boutade del nostro premier. Un’estate delle tante feste di paese, dei tanti ritrovati percorsi enogastronomici, delle troppe redditizie sagre. È soprattutto l’estate di Roma, dei grandi ed immaginifici concerti dei nostri redivivi divi musicali, dei facili profeti di una stagione che fu. E’ l’estate della notte bianca romana, la notte del semplice, la notte del bambino che riscopre la notte e allontana la paura del buio. È l’estate del ritorno dei radicale e dei referendum. Un’estate in cui il tema della fecondazione artificiale è stato portato nelle piazze per una firma facile e semplice, mortificando le ragioni profonde di una scelta fin troppo impegnativa, scoprendosi all’improvviso tutti profondi conoscitori. Un’estate dei tanti sondaggi, delle tante vittorie preconizzate, vagheggiate e certificate.

Facili illusioni, infantili sogni. Un’estate in cui sono emersi i pericoli degli assurdi privilegi concessi in passato ed ottenuti con sofisticate tecniche ai tavoli delle trattative, le tante scelte sbagliate, gli errori strategici dei troppi manager di Stato, le assurde ed inopportune incursioni del mondo della politica nella struttura aziendale. È la storia dell’Alitalia, della nostra compagnia di bandiera. Un ritorno alla realtà o la definitiva chiusura di una pagina di storia nostrana. Una chiamata prepotente al senso di responsabilità, all’ineluttabilità di scelte diverse, un prendere o lasciare che forse farà da battistrada. È questa l’estate nel suo insieme che archiviamo. Da domani l’autunno con le sue battaglie, i suoi tormenti, le sue insoddisfazioni. Da domani il sempre promesso autunno caldo. Si rincomincia.

                                                                                                   

 

 


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