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Gallette integrali
  
di Giuseppe FLORIO

GALLETTE INTEGRALI

Nella morbida sera in cui si svelava la volontà degli elettori, il formicaio Mesagne brulicava di  curiosi e di appassionati e di interessati, ma l’attento osservatore notava, pure nel caos, un dettaglio intrigante: l’assenza compiuta, totale e definitiva del glorioso Movimento “A Sinistra”.

Anche il più piccino dei dirigenti ed il meno ingombrante dei militanti di A Sinistra, per una sorta di pudore ancestrale, come per non disturbare coloro i quali stavano in quelle ore ingaggiando una battaglia politica di prim’ordine, erano rintanati nelle proprie tiepide casette, impugnando fieramente, anziché la spada della disputa elettorale, il telecomando degli apparecchi radiotelevisivi. Né la fatidica campagna elettorale porta a porta, né l’intonazione del consueto salmo elettorale per il candidato più affine, né l’attenzione ai seggi come rappresentanti di lista, neanche il tradizionale ausilio logistico per affrontare lo spoglio dei voti: questa volta non avevano offerto niente, niente di niente. Per quale motivo perdere un’occasione storica come quella di contribuire a cacciar via l’odiatissimo Fitto?

Immaginiamo di essere invitati a partecipare ad un pranzo in cui si componga insieme il menu. Qualcuno propone di mangiare carne, qualcuno avanza l’opzione del pesce, ci si schiera per gruppi ma, a sorpresa, uno s’alza e dice: né carne né pesce, mangiamo gallette integrali e ne porteremo noi la sporta.

Ma no – esordiranno gli altri – meglio qualcosa di più succulento, e poi, che discorsi sono, perché questa presa di posizione, mettiamoci d’accordo, votiamo e vediamo la maggioranza di noi per quale menu propende.

Nient’affatto – si oppone il primo, dietetico, astante – o mangiamo le nostre gallette, o non partecipiamo al pranzo.

Lo stupidissimo aneddoto è l’esempio più intelligente che ci sia venuto in mente per raccontare questa triste storia: convocati per decidere le candidature di codeste epiche elezioni ad uno di quei tavoli antiliberisti già così consumati dai loro stessi gomiti, i dirigenti di A Sinistra non hanno saputo acconciarsi ai gusti della maggioranza di quel tavolo; e, ponendo imperiosamente la candidatura di uno di essi, hanno rifiutato qualunque altra soluzione alternativa, finanche quella della loro migliore filiazione: e hanno preferito rosicchiare in solitudine le proprie gallette integrali (o integraliste).

Se in questi tanti anni era un’indicazione, quella di andare “A Sinistra”, non vorremmo oggi dover specificare: a sinistra ma in fondo.

 

 

 


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