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L’istruzione, la formazione e le “buone pratiche” nell’Unione europea
  
di Luigi ACCOGLI

L’istruzione, la formazione e le “buone pratiche” nell’Unione europea

L’importanza del ruolo svolto dai sistemi dell’istruzione e della formazione nell’ambito della strategia economica e sociale è stato riconosciuto con gran forza, tra le altre priorità, dal Consiglio europeo di Lisbona del marzo del 2000. La strategia per affrontare i grandi cambiamenti è stata incentrata e finalizzata su una crescita economica di lunga durata.

La sfida che l’Unione europea si è posta è il raggiungimento entro il 2010 di “un’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale”. In altre parole, una società della conoscenza i cui processi e prassi si basano sulla produzione, sulla distribuzione e sull’uso di conoscenze. Dunque, a livello europeo la conoscenza è assunta a elemento chiave sul quale puntare per affrontare le sfide del cambiamento e sostenere i processi di modernizzazione.

Le politiche dell’istruzione e della formazione sono il fulcro della creazione e della trasmissione delle conoscenze e sono quindi un elemento determinante delle potenzialità stesse d’innovazione di ogni società. A tale titolo esse si trovano al centro di questa nuova dinamica, in sinergia con altri ambiti d’azione comunitari, quelli dell’occupazione, della ricerca e dell’innovazione, la politica d’impresa, la società dell’informazione, la politica economica e il mercato interno.

L’istruzione e la formazione si trovano a beneficiare degli sviluppi e delle evoluzioni che intervengono in tutti questi ambiti e allo stesso tempo contribuiscono a loro volta a rafforzarne l’impatto negli stessi.

Il Consiglio europeo di Stoccolma del 2001 ha fissato gli obiettivi strategici per i sistemi di istruzione e di formazione dei Paesi dell’unione formulati in termini di qualità, di efficacia, di accessibilità e di apertura al resto del mondo. Inoltre, il Consiglio ha anche indicato che i lavori si dovrebbero condurre “nel quadro del metodo di coordinamento aperto e in una prospettiva globale”.

L’anno seguente il Consiglio di Barcellona ha approvato un “Programma di lavoro” per porre in atto questi obiettivi e a tale scopo sono stati costituiti dei “Gruppi di lavoro” con il compito di affrontare e sviluppare i diversi aspetti e le diverse tematiche derivanti dalle linee guida del piano di sviluppo da raggiungere entro il 2010, e contribuire a implementare gli obiettivi relativi ai sistemi di istruzione e formazione a livello nazionale, anche attraverso lo scambio di buone pratiche.

In tale direzione la Commissione europea promuove azioni di trasferimento delle buone pratiche e iniziative pilota che possano dare seguito a politiche incentrate sia sulla dimensione nazionale, che regionale e locale dell’apprendimento permanente. Sostiene inoltre la creazione di reti dotate di strategie avanzate, per facilitare lo scambio di esperienze e di buone pratiche. Significativo esempio in tal senso è l’iniziativa pilota denominata “Reti europee per promuovere la dimensione locale e regionale della formazione permanente R3L”. Tale iniziativa si propone di contribuire all’ulteriore sviluppo di buone pratiche concernenti la “regione che apprende”, favorendo la condivisione e lo scambio transnazionale dell’esperienza e, infine, promuovendo lo sviluppo di reti quale mezzo per una migliore collaborazione europea su basi più solide e sostenibili.

Quanto detto conferma l’importanza del trasferimento delle buone pratiche all’interno delle Azioni di Sistema, quale strumento strategico di innovazione, disseminazione, valorizzazione e mainstreaming delle stesse. Si pone, quindi, l’esigenza di garantire non solo la raccolta delle buone pratiche, ma anche di far sì che le stesse inneschino ulteriori processi di innovazione, tendenti all’eccellenza dei sistemi formativi. Una migliore qualità dei sistemi formativi agevola uno sviluppo dell’economia basata sulla conoscenza, nonché il miglioramento del livello e della qualità dell’occupazione. In una più recente comunicazione, la Commissione europea riconferma per i futuri programmi comunitari l’importanza dei processi avviati a Bologna e a Copenaghen per migliorare la coerenza, la qualità e i processi di trasferibilità nell’istruzione superiore e nella formazione professionale.

Allo stesso modo, il trasferimento delle buone pratiche è l’elemento fondamentale per gli obiettivi fissati a Lisbona, per raggiungere i quali gli Stati membri dovranno affrontare notevoli sfide: cambiare ed adattare i sistemi tradizionali che dovranno essere più aperti e flessibili, e ridefinire il paradigma degli investimenti a questi destinati.

Per creare un’economia e una società fondate sui saperi occorre l’acquisizione di nuove abilità e attitudini di base ed un ampio accesso alle opportunità di istruzione e di apprendimento permanente. In tal senso, la Commissione europea in tema di spazio europeo dei saperi e dei relativi investimenti nell’istruzione e nella formazione, sottolinea che i criteri per valutare la qualità e la pertinenza dei programmi di studio, di formazione e delle relative istituzioni a ciò deputate devono essere compatibili a livello europeo per preparare la via affinché l’Europa diventi un punto di riferimento mondiale. Una simile azione, condotta in modo coordinato, potrà avere le potenzialità per sprigionare un valore aggiunto europeo nell’ambito dell’istruzione superiore, dell’educazione degli adulti, dell’istruzione e della formazione professionale continua, e nei settori dell’occupazione e dello sviluppo regionale. La Commissione spinge ancora più in avanti la sfida contemplata a Lisbona, allo scopo di riuscire a costituire un motore per la nuova economia e società delle conoscenze, riuscire a superare i ritardi e le carenze accumulati nel tempo rispetto ai principali concorrenti mondiali come gli USA e il Giappone, tenere conto dei vincoli demografici, superare importanti questioni regionali che derivano dall’ingresso dei nuovi Stati membri.

Dunque, le aspettative in materia di istruzione e formazione risultano essere molto elevate e allo stesso tempo giustificate se si tiene conto del ruolo essenziale che queste hanno per raggiungere l’obiettivo di Lisbona. Le buone pratiche all’interno dell’Unione europea, e la loro trasferibilità, rappresentano dunque le macrolinee strategiche idonee per rafforzare l’innovazione, la disseminazione e l’implementazione delle eccellenze e concorrere a migliorare l’efficacia dei sistemi della formazione, e i relativi investimenti nel settore, in modo da avere una ricaduta positiva in termini occupazionali e affrontare con migliori strumenti il mercato del lavoro.

 

 

 


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