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Guerra di manifesti |
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A Lecce è scoppiata la guerra
dei manifesti elettorali. Un problema, quello delle affissioni a pagamento, che
sembrava trovare la soluzione nell’ultima, come sempre sorprendente, iniziativa
del sindaco di Lecce. Adriana Poli
Bortone ha proposto un servizio di affissione dei manifesti elettorali
offerto e gestito dal Comune. Una bella trovata considerato che nei collegi
leccesi i candidati sono ben 120. E per di più ad un prezzo abbondantemente al
di sotto dei costi di mercato. Le cooperative contattate dall’amministrazione
comunale, però, hanno espresso la più categorica indisponibilità. La spiegazione
del diniego è tanto semplice quanto giustificata. Senza alcuna convenzione con
il comune, le imprese guadagnerebbero ben 50 centesimi a manifesto, a fronte dei 25 centesimi
previsti come ricompensa dall’offerta del comune. Ma il Sindaco, determinato come
al suo solito, vuole combattere la sua personale battaglia all’abusivismo
elettorale. Vuole un servizio che eviti il “soffocamento”, seppur d’immagine,
della Città. Una scelta che vuole evitare il ripetersi del consolidato dominio
da parte della malavita organizzata nell’affare manifesti. Ma in un momento in
cui tutti i candidati, alle amministrative ed alle europee, intensificano le
spese propagandistiche, la soluzione ancora non arriva. Ed ecco il perché dei
rifiuti delle tante imprese al Comune di Lecce. Senza convenzione né appalti
lavorerebbero ugualmente e guadagnerebbero il doppio. Quindi quale soluzione?
Sarebbe sufficiente che tutti i candidati spendessero meno danari in
propaganda. E, magari impegnassero le proprie energie in programmi elettorali
ed in politiche per il territorio.
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