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“Italioti”, contrazione tra “Italiani” ed “Idioti”!
  
di Loris LOLLI

“Gesù Cristo non è morto in Croce

Gesù Cristo non è morto in Croce. È stata una bronchite trascurata a farlo andare per sempre a sedersi alla destra del Dio Padre Onnipotente”. Lo dico, anzi lo scrivo io, ed è un fandonia infinita. Se però lo affermasse Bertinotti, Diliberto, Cossutta, Rizzo o qualche altro della compagnia beh, c’è da giurarlo, l’asserto, scatenato e blasfemo, troverebbe uno, cento, mille e passa pronti a crederlo per buona correzione dei testi sacri.

Questa è infatti l’Italia di oggi, quella della sinistra per intenderci. Ed io non sono un bestemmiatore. Sono uno che è andato in cerca del paradosso affinché il lettore continuasse a leggere per vedere dove volessi arrivare. A questo volevo giungere. A sostenere, cioè, che resto sconcertato dinanzi al sabba demoniaco di chi pontifica in assoluta malafede e degli altri che mandano giù, senza vergognarsi, qualsiasi bugia e castroneria perché a dirle è stato il Capo. Che se è imbevuto di “falce e martello” è un santo laico che predica il “paradiso comunista” in terra. Se invece ha un altro DNA ideologico, ben che vada, è un “fascista carogna” da far “tornare nella fogna”.

Mi sono un poco sfogato e posso andare avanti. Certamente gli americani di Bush nell’Iraq hanno infilato tanti di quegli errori (e con le torture anche orrori) da far impallidire perfino gli uomini e le donne di qualche Paese africano. Ma detto questo, scritto e poi firmato e convalidato presso lo studio notarile che avrete scelto, è altrettanto fuor di dubbio che gli italiani che hanno chiesto in tre righe il ritiro dei nostri soldati dalla terra un giorno della bella Shãhãrazad, ieri dal tiranno Saddam ed ora dei terroristi di Al Qaida sono cittadini patentati a credere per partito preso o per malafede o per nebulosità di intelletto. Gli interessati hanno libertà di scelta!

Da sinistra, per giorni e giorni, è stato un rosario lamentoso di litanie che avevano finito con il dar sui nervi come se un disco si fosse interrotto e suonasse senza sosta alcuna le note do-fa-sol. Che distribuite su questo o quel rigo del pentagramma assolvono ad esser “chiave” di basso, di soprano o contralto o tenore, infine di violini. Ma ripetute all’infinito inducono alla follia. “Nell’Iraq solo se lo chiede l’ONU”. “Siamo nell’Iraq per far la guerra e non per portarvi la pace”. “La Costituzione italiana all’articolo 11 dice “L’Italia ripudia la guerra”. “Siamo compartecipi di una occupazione mano armate in un territorio altrimenti sovrano”. E via di questo passo.

Così stando le storie, da Washington Berlusconi in visita presso Bush, comunica in diretta e Bush annuisce, che l’ONU, mentre ringrazia l’Italia per quanto ha fatto finora, assicura il suo intervento e che anche i rappresentanti della lega Araba interverranno per calmare le acque, fermare i terroristi e contribuire a riportare pace e reintrodurre la democrazia nel martoriato Paese.

Tutto avviato, dunque, ad imboccare la strada reclamata, un giorno sì e l’altro pure, dai pacifisti italiani? Niente affatto: ora (20 maggio u.s.) più che mai il ritiro deve avvenire subito e su questa pretesa si presenta anche una mozione del Parlamento. Gli “italioti” (mi vien fatto pensare ad una contrazione tra “italiani” ed “idioti”), ci scommetto, si adegueranno in tutta fretta alle nuove richieste dimentichi di quello che i Capi avevano chiesto fino al giorno prima. E lo hanno già anticipato: “Il 4 giugno Bush verrà a Roma per ricordare l’ingresso americano di sessanta anni or sono nella capitale. Lo accoglieremo come merita. Perché Bush viene a Roma per fare propaganda elettorale pro Berlusconi!” Hai voglia a dire, che il vostro, compagni, è un dimenticarsi che nel ’44 avete accolto gli americani quali “liberatori” in Italia da una dittatura ed oggi li chiamate occupanti. Hai voglia a dire che il ritiro vorrebbe significare lasciar libero campo ai terroristi. Hai voglia a dire che il tanto conclamato articolo 11 anche specifica che le armi si possono usare per assicurare la pace. La risposta oggi (20 maggio) è un nuovo ritornello: “Bush è un galoppino elettorale al servizio di Berlusconi” e nel contempo “Il Berlusca è un servo di Bush”. Poi come coro finale il più che mai affrettativo “Ritiro subito. Ritiro, ritiro, ritiro!”.

A proposito di elezioni. Di Pietro ed Occhetto (tutti e due parlamentari DS ed il secondo già Segretario nazionale del PC mai rinnegato) concorrono alle Europee con una loro lista compresa nell’Ulivo. Il battesimo è avvenuto a Cesenatico venerdì 7 maggio u.s. con il “che ci azzecca” che ha presentato il programma nel corso di un convegno sullo sport organizzato da un ente della destra “nostalgica”? Non lo sapevate? Ebbene: ora lo sapete!

 

 

 


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