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Europa a 25 Abbiamo gli stessi valori
  
di Chris PATTEN*

Europa a 25 abbiamo gli stessi valori

Il 1° maggio 2004 è una data storica per il continente europeo. L’allargamento dell’Unione a dieci nuovi membri, la maggior parte dei quali in Europa centrale, esercita un profondo impatto sull’Unione con i propri vicini e con il resto del mondo.

All’incontro di Copenhagen nel dicembre 2002, in cui si sono conclusi i negoziati di adesione con dieci futuri nuovi Stati membri, il Consiglio europeo ha disposto che l’Unione europea debba evitare di tracciare nuove linee di divisione in Europa, ed agire per promuovere la stabilità e la prosperità su entrambe le sponde delle nuove frontiere. Nel marzo 2003, la Commissione ha pubblicato una serie di idee nella propria comunicazione su “Winder Europa” (Europa ampliata: un nuovo contesto per le relazioni con i nostri vicini orientali e meridionali). Il testo propone una nuova ambiziosa visione – la creazione di un’area allargata di pace, stabilità e prosperità comprendente i nuovi vicini ad Oriente e a Sud. La visione è stata accolta con favore dal Consiglio europeo e dai Paesi partner interessati.

L’obiettivo della strategia “Europa ampliata” è di fornire un quadro per lo sviluppo delle relazioni con i nostri vicini, basato su valori condivisi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali e dello stato di diritto – i principi su cui è fondata l’Unione europea. Il concetto di “Europa ampliata – Prossimità” tenta di rispondere ai quesiti posti dalla prossimità e dalla vicinanza, distinti dal problema dell’adesione all’Unione europea. Esso intende elaborare nuove modalità approfondite intese a condividere con i nostri vicini la stabilità, la sicurezza e la prosperità che abbiamo creato nell’Europa allargata. Esso tenta di attuare tale obiettivo tramite un approccio differenziato a ciascun Paese partner. La portata, la qualità e la forza delle nostre relazioni rifletterà la volontà di entrambe le parti di promuovere tali valori e interessi, come pure l’interesse e la capacità dei partner di soddisfare i requisiti necessari ai fini dell’integrazione economica. Dalla nostra prospettiva, valori quali lo stato di diritto, la democrazia, i diritti umani e delle minoranze sono fondamentali: essi costituiscono la base stessa delle relazioni che intratteniamo con i nostri vicini.

Siamo pronti a lavorare con i nostri vicini per sfruttare pienamente il potenziale degli accordi già in atto, ma anche, qualora appaia opportuno e reciprocamente vantaggioso, per procedere oltre tali accordi. Nel settore della cooperazione economica, potremo offrire una partecipazione al nostro mercato interno, vale a dire l’estensione delle “quattro libertà” di circolazione di persone, merci, servizi e capitali, quale obiettivo a lungo termine. Altri settori prioritari sono quello della giustizia e degli affari interni, le reti infrastrutturali e l’ambiente, e i contatti tra soggetti interessati in aree quali la ricerca, la cultura e l’istruzione. Un’altra opzione da prendere in considerazione è l’apertura ai cittadini e alle istituzioni dei Paesi vicini di taluni programmi comunitari.

Per attuare la strategia di “Europa ampliata. Prossimità”, prepariamo piani d’azione unitamente ai nostri vicini, che sono pronti ad accettare la sfida. Questi piani d’azione, basati sui nostri valori condivisi, definiscono gli obiettivi per lo sviluppo delle nostre relazioni, a breve e a medio termine. Essi comprendono chiare indicazioni in merito ai prerequisiti di ciascuno stadio e degli impegni assunti da ciascuna parte. Intendiamo raggiungere un accordo su un primo gruppo di piani d’azione nella prima metà del 2004. i nostri programmi di assistenza ai Paesi vicini potrebbero allora essere adattati per tenere conto delle priorità definite nei piani d’azione.

Ovviamente i nostri vicini differiscono sotto molti aspetti – e così anche le loro relazioni con l’Unione europea. Pertanto, la differenziazione è un concetto chiave della strategia di “Europa ampliata”. Con la maggior parte dei nostri vicini esiste già una rete di relazioni che sarà rispettata, non da ultimo perché, di norma, il suo potenziale è ben lungi dall’essere pienamente sfruttato.

Allo stesso tempo, alcuni problemi connessi sono comuni, oppure presentano una dimensione regionale. Praticamente con tutti i nostri vicini dobbiamo affrontare il compito di garantire che l’allargamento non comprometta i contatti tra le persone lungo le nostre frontiere. Lo stesso vale per la cooperazione nel settore della gestione delle frontiere. L’interconnessione delle reti dell’energia , dei trasporti e delle telecomunicazioni presenta forti valenze regionali.

La politica dell’Unione quale definitiva in “Europa ampliata” è distinta dalla questione di un possibile futuro allargamento. Essa riguarda i Paesi per i quali l’adesione non è attualmente all’ordine del giorno. Ma tale politica non preclude a nessun Paese l’aspirazione ad unirsi all’Unione. Al contrario, potenziando la cooperazione e incoraggiando la riforma si contribuirà a sostenere tali aspirazioni, laddove esistano e siano fondate.

Un’importante componente della strategia di “Europa ampliata” è rappresentata dalla cooperazione lungo le frontiere esterne dell’Unione allargata. L’Unione a venticinque Stati acquisterà due nuovi vicini all’Est, la Bielorussia e l’Ucraina, e un terzo, la Moldavia, che si andrà ad aggiungere con l’adesione della Romania, probabilmente nel 2007. La frontiera dell’Unione con la Russia diventerà molto più lunga.

Nel complesso, le frontiere terrestri dell’Unione con i Paesi compresi nell’iniziativa “Europa ampliata – Prossimità” passeranno da 1.300 a 5.100 chilometri. L’adesione all’Unione di due Stati insulari, Cipro e Malta, ravvicinerà al territorio dell’Unione europea una serie di Paesi del Mediterraneo.

Lungo la maggior parte delle frontiere esterne dell’Unione allargata vi è una lunga tradizione di contatti transfrontalieri e di interpenetrazione. La parentela etnica e linguistica, gli stretti legami basati su realtà geografiche e storiche sono una parte importante della vita di tali Paesi. In molti luoghi, negli ultimi anni, si è sviluppata una vivace attività economica transfrontaliera che contribuisce in modo rilevante al bilancio dei nuclei familiari. Politicamente ed economicamente, ma anche dal punto di vista umano, è importante conservare e gestire tali contatti tranfrontalieri e svilupparne di nuovi.

Anche in passato l’Unione ha promosso la cooperazione lungo e attorno le proprie frontiere esterne. Tuttavia, l’allargamento ci sottopone nuove richieste. Dobbiamo compiere un ulteriore sforzo in questo settore. Si potrebbe sostenere un’ampia gamma di attività: dall’interconnessione delle reti nelle regioni frontaliere, al sostegno alla cooperazione economica, ai contatti tra autorità e Organi locali.

* Commissario europeo responsabile delle Relazioni esterne

 

 


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