|
|
Terzo mondo e Banche occidentali: discutibile sviluppo |
|
Nel numero precedente di
Euromediterraneo si parlava del “Silenzio dei media” circa l’approvazione della
legge “26 Febbraio 2004 n.60”. Ricordate i 144 milioni di euro che l’Italia si
è impegnata a versare? Bene. Per quanto riguarda la
Banca Interamericana di Sviluppo (IIC), lo scorso anno il Congresso USA
ha deciso di congelare parte dei contributi per la ricostituzione di capitale
dell' IIC, in seguito alle rivelazioni fatte da stampa nazionale su casi di
corruzione e di favoritismo che ruoterebbero intorno all'ufficio del presidente
della Banca. Inoltre persiste la
preoccupazione rispetto alla scarsa capacità dell’IIC di rispettare le priorità
ambientali e sociali nei progetti che essa finanzia. Un caso recente è quello
del gasdotto di Camisea in Perù, per il quale il Consiglio dei Direttori
Esecutivi dell’IIC ha deciso nel settembre del 2003 la concessione di un
finanziamento pari a 135 milioni di dollari. Il progetto consiste
nell’estrazione, il trasporto, la distribuzione e l’esportazione di gas da una
delle foreste pluviali più importanti della Terra, nella remota valle di
Urubamba, nel sud-ovest peruviano dell’Amazzonia, 500 km a est di Lima. A fine
agosto del 2003 l’agenzia di credito all’esportazione americana, la Exim
Bank, aveva confermato le preoccupazioni delle popolazioni locali e delle
organizzazioni ambientaliste, negando al consorzio costruttore un finanziamento
di 213 milioni di dollari. Il progetto avrà impatti
devastanti su ecosistemi fragili quali la valle del fiume Urubamba, mentre la
costruzione del gasdotto attraverso la zona di Vilcabamba produrrà impatti dal
punto di vista ecologico su tre aree protette. La regione di Vilcabamba è
classificata come un luogo ad elevatissima biodiversità. Uno studio congiunto
di Conservation International, Global Environment Facility e Banca mondiale
afferma che la regione di Vilcabamba “contiene
una ricchezza biologica e culturale forse senza paragoni con nessuna altra
parte al mondo”. Quindi, la stessa Banca mondiale
considera devastante concepire un intervento infrastrutturale in questa
regione. Il gasdotto di Camisea ha già
avuto tragici impatti su alcune popolazioni indigene della regione, molte delle
quali vivono in isolamento volontario. La strada originaria della parte del
progetto concernente l’estrazione di gas naturale, redatta dalla Shell -
compagnia che poi si è ritirata dal progetto proprio per l’impossibilità di
mitigare gli elevati impatti sociali ed ambientali ad esso associati - ha chiaramente
indicato che il progetto avrebbe impatti negativi su queste popolazioni
causando loro la perdita di risorse alimentari, la contaminazione delle riserve
di acqua potabile, la diffusione di malattie e la distruzione di diversi siti
archeologici. Per quanto riguarda invece la Banca Asiatica di Sviluppo (ADB), i
suoi progetti in Indonesia, Pakistan e Sri Lanka (quest'ultimo principale
cliente dell'ADB) risulterebbero caratterizzati da una percentuale media di
insuccesso pari al 70% e potrebbero pertanto non sortire effetti positivi sullo
sviluppo economico e sociale di quei paesi. Le cause di questo elevato tasso di
insuccesso sono dovute a molteplici fattori, alcuni dei quali relativi alla
scarsa affidabilità e qualità dei meccanismi di responsabilizzazione per il
personale della Banca e la scarsa chiarezza relativa alle direttive e politiche
operative. Inoltre, nonostante gli impegni presi, le comunità locali e le
popolazioni destinatarie dei prestiti ADB non hanno accesso ai processi
decisionali né a dati certi ed adeguati. In più i funzionari della Banca
godrebbero di eccessivo potere
decisionale che può precludere un ruolo attivo da parte dei rappresentanti dei
governi che siedono nel Consiglio dei Direttori Esecutivi tra cui l'Italia.
|
|
|