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Castello Alfonsino aperto nella 16^ giornata del FAI |
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Il 5 e 6 aprile prossimo si
celebrerà la giornata del FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano), che quest’anno
coinvolgerà il Monastero di Santa Chiara di Nardò e il Castello Alfonsino di Brindisi. Il FAI è una fondazione senza
scopo di lucro, nata per contribuire alla tutela, alla conservazione e alla
valorizzazione del patrimonio artistico e ambientale italiano e al cui attivo
si contano oltre 2000 beni fra castelli, ville, dimore e tratti costieri. Il
FAI è terza in Europa dopo il NATIONAL TRUST inglese e il TRUST scozzese e
nasce il 28 aprile 1975 per volontà di Giulia MOZZONI CRESPI, Renato BOZZONI,
Alberto PREDIERI, Francesco RUSSOL, con oltre 75.000 aderenti e 36 beni sotto
tutela. Nello statuto del FAI è
stabilito il principio in base al quale i donatori di antiche dimore e i loro
eredi godono del diritto di abitare parte delle stesse, senza più essere
gravati da oneri fiscali e da spese di restauro e custodia. In questo modo il
FAI recupera e preserva dei beni, che valorizzano l’Italia e che altrimenti
andrebbero in rovina, a causa degli elevatissimi costi di gestione e restauro,
insostenibili per i proprietari, i quali non spezzano i legami tra famiglia e
luogo di origine, garantendone la continuità storica. Durante tutto l’anno il FAI
organizza concerti, viaggi, conferenze, seminari, convegni, visite guidate,
attività ed eventi di ogni genere. Da 13 anni i volontari del FAI (circa 6.000
in Italia con quasi 1.000 delegazioni)
organizzano la “Giornata di Primavera”, durante la quale visitatori e studenti
possono accedere ai monumenti aperti eccezionalmente per l’occasione. La delegazione di Lecce,
rappresentata dall’avv. Giorgio AGUGLIA, dalla prof.ssa Adriana GRECO BOZZI
COLONNA, dalla prof.ssa Luciana AMATO, insieme all’arch. Augusto RESSA della
Soprintendenza B.A.P.S.A. di Taranto, hanno reso possibile l’apertura del
Castello Alfonsino, quasi completamente restaurato, per i visitatori. Notevole
è l’impegno dell’Amministrazione Provinciale di Brindisi con la dott.ssa Angela
MARINAZZO, del Comune di Brindisi con l’arch. Maurizio MARINAZZO, del Liceo
Scientifico “Teodoro Monticelli” di Brindisi con il Preside avv. Salvatore
AMORELLA e la prof.ssa Maria Gabriella D’ONOFRIO. Sabato 5 e domenica 6 aprile gli studenti leccesi del Liceo
Scientifico “Cosimo De Giorgi” e del Liceo Artistico Statale e i ragazzi della
classe quarta sezione A del Liceo Scientifico “Monticelli” di Brindisi, accoglieranno i visitatori,
facendo da “Giovani Ciceroni”. Per l’occasione è previsto
l’arrivo del Presidente del FAI, Giulia
MOZZONI CRESPI. Le giornate del FAI sono sotto
l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il Patrocinio della
Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Protezione Civile,
dei Ministeri per i Beni e le Attività Culturali e della Pubblica Istruzione e
della RAI. Sabato 5 e domenica 6 aprile saranno due giornate eccezionali per
Brindisi, che sarà portata all’attenzione nazionale e internazionale con un
monumento, il Castello Alfonsino, detto anche Aragonese, sconosciuto alla
maggior parte degli stessi brindisini. IL CASTELLO ALFONSINO A Brindisi ci sono due Castelli,
quello di terra, costruito da Federico II nel 1227 e il Castello Alfonsino.
Quest’ultimo sarà aperto nei giorni 5 e 6 aprile prossimi, è stato recentemente
restaurato, riportato all’antico splendore ed è unico e di rara bellezza. La
posizione strategica, il porticciolo interno e le opere di fortificazione, richiamano
gli episodi che hanno coinvolto Brindisi e gli eventi storici del tempo. L’isola, su cui sorgono il
Castello Alfonsino e il Forte a Mare fu utilizzata già durante la guerra tra
Cesare e Pompeo e verso l’anno 1000 fu sede di una importante Abbazia benedettina.
Nel tempo l’isola fu divisa in tre parti, la prima su cui sorge il Castello
Alfonsino, la seconda su cui sorge il Forte a Mare, la terza conosciuta come
Isola del Lazzaretto. I Normanni incominciarono a
costruire le prime fortificazioni sull’isola, ampliate da Carlo I d’Angiò e successivamente
divennero un castello sotto gli aragonesi. Il castello è detto anche castello
rosso, a causa del colore che assume al tramonto la pietra con cui è fatto. Nel 1528 il castello fu
attaccato, invano, dai Veneziani; nel 1558 si diede inizio alla costruzione del
Forte a Mare. Nel 1577 Forte e Castello furono uniti da un ponte di pietra,
sostituito, successivamente da un ponte levatoio in legno. Il Forte fu espugnato il 9
aprile 1799 da un vascello francese, IL GENEROSO. Il Forte a mare fu utilizzato
come lazzaretto, il castello come sede del faro e durante la prima guerra
mondiale, come deposito di mine. Il complesso è stato smilitarizzato nel 1984 e
affidato alla Soprintendenza regionale ai Beni Ambientali, Architettonici,
artistici e Storici.
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