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Terra brindisina, povera landa desolata |
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Anche questa volta Brindisi ha
dimostrato di meritare la preclara fama di territorio negletto, guadagnata
negli anni col favore dei diversi regimi che l’hanno governata. Finanche il
Partito Democratico, neonato sotto inedite insegne di rinnovamento di valori,
modi, contenuti, approcci, è caduto nella medesima trappola, quella di
considerare la terra brindisina né più né meno che una landa desolata, una waste land dove ogni arbitrio è
concesso. È accaduto infatti che, in sede
di composizione delle liste regionali per le elezioni alla Camera ed al Senato
del 13 Aprile, i parlamentari uscenti
espressi dal comprensorio brindisino siano stati o esclusi dagli elenchi o estromessi
dal novero statistico dei probabili eletti. Così, il Senatore Gaglione e gli
Onorevoli Carbonella e Tomaselli sono stati in un modo o nell’altro
accantonati, semplicemente, senza colpo ferire, per favorire questo
parlamentare di un’altra zona della Puglia oppure (addirittura) il Tizio o il
Caio catapultati da altre regioni. A voler meglio indagare, qualcuno degli
oriundi aveva, nel carnet dei propri meriti, quello esclusivo di aver retto con
postura impeccabile i manici di qualche borsa gonfia di documenti più spesso
inutili. Se l’Onorevole Carbonella doveva essere tralasciato in nome dello
sbandierato rinnovamento, avendo egli compiuto un soddisfacente numero di
legislature, è pur vero che chi da lassù lo guardava avrebbe dovuto avvisarlo
con educazione, e magari chiedergli il
sacrificio. Qualche ragione in più va
ascritta agli altri due. Salvatore Tomaselli era appena al primo mandato, di
cui aveva solo consumato uno scorcio a causa della fine anticipata da Mastella:
eppure appariva promettente, nelle mille e mille interviste radiotelevisive in
cui abilmente scimmiottava il Lider Maximo D’Alema, suo capocorrente e vero
detentore delle istruzioni segrete per conservare a dovere gli ispidi
mustacchi. Forse l’offeso Onorevole, non potendo ostentare alcuna altra
medaglia, è stato seppellito sotto la disonorevole lapide: hic sunt peones. Per il Senatore Gaglione è doveroso un discorso a
parte: già valoroso milite di battaglie populiste, aveva guadagnato i fregi di
Sottosegretario alla Salute, ma non evidentemente alla Salvezza, né sua né del
malconcio partito di cui è freschissimo segretario. Parte allora sotto le
peggiori insegne l’avventura politica del Partito Democratico brindisino, a cui
qualche anima pia tra i maggiorenti regionali e nazionali ha accreditato i
potenti parlamentari Latorre (nato a Fasano e residente sull’Olimpo) e De
Castro (le cui origini sanpietrane sono state lestamente cancellate da una
densa residenza bolognese). Ovviamente, ciascun riformista di buona volontà sa
che non potrà contare su questi ultimi, troppo indaffarati a reggere le sorti
dello Stato per accorgersi della propria originaria periferia. Come ogni volta,
la volta buona sarà la prossima.
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