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La questione cattolica |
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Nella attuale campagna
elettorale uno dei temi più caldi è la questione “cattolica” o, per meglio
dire, la posizione di candidati, partiti e coalizioni sui principali temi etici
considerati fondamentali dalla Chiesa Cattolica e, conseguentemente, dai
credenti. I cattolici sono spalmati in un arco ampio della rappresentanza
politica, sia quella uscente sia quella in corsa per il nuovo parlamento, arco
che va dalla destra all’area del PD, con esclusione, apparentemente totale,
nella nuova area di sinistra radicale. Ognuno ha diritto di avere le idee
politiche che vuole, ma appare sempre più difficile capire quale legame possa
esserci tra i cattolici e una formazione come il PD che vede ogni giorno lo
scontro tra la cultura cattolica e le aperture di altre fazioni del partito a
posizioni inconciliabili con quelle dei primi. Un partito che annovera tra le
sue fila i “teodem” insieme ai radicali e ad una ampia fazione di origine
PCI/PDS/DS che propugna, e propugnerà, iniziative e progetti agli antipodi con
i principi tanto decantati dalla Binetti & Co., come potrà conciliare
posizioni tanto diverse? Come potrà Veltroni appianare conflittualità che già
nel governo uscente hanno provocato dissidi e polemiche mai sanati? Viene
spontaneo chiedersi cosa unisce la parte cattolica (ex Margherita, ex Popolari
ed ex DC) a gruppi culturali e politici di estrazione completamente opposta e
conflittuale con loro? Ma, a maggior ragione, viene da chiedersi cosa divide
queste parti cattoliche dal pensiero e dalla cultura del PDL che ha fatto, e
farà, un suo cavallo di battaglia dei valori che i cattolici difendono?
Parliamo di famiglia, di figli, di aborto, di droga, parliamo di dialogo
interreligioso, ma soprattutto di difesa della nostra fede, delle nostre radici,
della nostra cultura, della nostra storia, della nostra identità! Su che cosa
sono così lontani Binetti & Co. dai programmi e dalle idee del
centrodestra, da rendere accettabile la convivenza con chi ha idee e principi
morali agli antipodi? Sono lontani sulle politiche economiche, fiscali e
sociali? Parliamone. Ma cosa hanno fatto in due anni di governo per ribaltare,
se andava fatto, quello che ritenevano sbagliato nel lavoro e nelle idee del
governo di centrodestra che li ha preceduti? Che cosa è cambiato? Beh,
francamente potremmo dire abbastanza: chi stava male ora sta…. più male assai, chi era povero ora è …. più povero assai, chi era disoccupato, o
sottopagato o sfruttato, ora è … più in
difficoltà assai. Allora, in che cosa era cosi diversa la visione politica,
sociale ed economica della coalizione Prodi, in che cosa era così migliorativo
e risolutivo il programma di una coalizione che ha messo davvero insieme il
“diavolo e l’acquasanta” per raggiungere il potere? Un programma che già dalla
stesura era contraddittorio e che ha continuato ad essere contestato per tutta
la durata, fortunatamente breve, della legislatura? Cosa serve che la Binetti
indossi il “cilicio” se poi deve accettare compromessi sui suoi principi? O
forse lo indossa per punirsi proprio di essere scesa a compromessi? Alla fine,
noi cattolici davanti a queste situazioni rimaniamo francamente perplessi. Ci
viene da pensare che non siamo in grado di capire le importanti ragioni di
coalizzarsi con chi vuole aborto libero, droga a go-go, famiglia allargata ed
aperta, aperture di “credito” illimitate verso clandestini e altre religioni
che pretendono, in casa nostra, di toglierci il diritto ai nostri valori, ai
nostri simboli, alle nostre tradizioni. Ci viene da pensare che, nonostante
cultura, interessamento, aggiornamento eccetera, non siamo in grado di capire.
Troppo difficile per noi non politici, ma solo cristiani. Allora, perché
qualcuno di questi non prova a spiegarcelo? Perché non provano a dimostrarci
che sbagliamo a stupirci di certe coalizioni politiche, che queste perseguono
il nostro bene e che noi non lo capiamo? Come stupisce, francamente,
l’atteggiamento della Chiesa, che un giorno si inalbera su qualche tema che il
governo, o suoi membri autorevoli,
toccano, perché contrario alla morale cattolica, il giorno dopo se ne va a braccetto
con gli stessi o altri membri dello stesso manipolo. È giusto che la Chiesa
faccia Politica (con la P maiuscola, non minuscola di partitica) ma deve essere
una azione coerente e non cerchiobottistica, perché disorienta il fedele. E i
politici che si definiscono credenti non possono essere parte dello stesso
equipaggio che finché la nave naviga in acque calme va avanti senza problemi,
ma che in acque agitate non ha concordanza sulla rotta: se la rotta è
sbagliata, la nave rischia il naufragio con acque agitate, non calme. Quando si
arriverà ai temi “innovativi” in materia etica e morale, dovranno scendere a
compromessi e, con buona pace della loro tanto sbandierata coscienza, saranno
costretti a subire. E, poi, che potrebbero fare? Scendere in piazza con, ad
esempio, un “Family Day”, per contestare i progetti del governo di cui fanno
parte e da loro stessi sottoscritti? È ridicolo. È penoso. E lo sanno. Ed
allora, cos’è che fa scegliere una barca anziché l’altra? Ce lo dicano.
Vorremmo capire. Non vorremmo che le loro coscienze siano costrette ai
compromessi, e poi magari al cilicio coatto, solo perché nel centrodestra c’è
Berlusconi come leader: ma chi è? Il Grande Satana?
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