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LIBRI/ "Lo scudo di Talos" |
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Un libro per rivivere il tempo
degli eroi, la gloria invincibile dei “nostri” antenati greci, l’onore e il
sangue tributati alla libertà. Valerio Massimo Manfredi, con una serie di
romanzi di successo, è riuscito a far risorgere nella nostra epoca (impresa non
meno nobile di quelle raccontate nei suoi libri), il mito dell’antichità,
restituendo alla storia quell’attualità e umanità insabbiate dai manuali
scolastici. Bisogna ammettere che l’evento
storico spesso fa semplicemente da sfondo alla vicenda romanzata, ma forse è
proprio nella fusione tra veridicità storica e finzione poetica che sta la
carta vincente per catturare il lettore e trasportarlo in uno spazio e in un
tempo paralleli. “Lo scudo di Talos”, edito per
la prima volta agli inizi del ‘90, è sicuramente un valido supporto per
immergersi nella travagliata storia della Grecia e scoprire i risvolti che
portarono alla battaglia delle Termopili, una guerra all’ultimo sangue, sino al
sacrificio di tutti gli eroi spartani, contro l’esercito del Gran Re persiano. In primo piano la vicenda di
Talos, condannato alla sofferenza sin da bambino. Poiché il piccolo è nato
storpio, il padre, della nobile famiglia dei Kleomenidi, lo abbandona presso il
monte Taigeto, dove viene ritrovato e accudito da una famiglia di iloti. Da ora
in poi egli è Talos, il lupo, abilissimo nel maneggiare il bastone e le armi,
che viva da pastore fra gli altri pastori. La sua vicenda si incrocia, infatti,
a quella di Brithos, allevato per diventare un nobile guerriero spartano,
fratello, senza saperlo, di Talos lo storpio. Del loro destino gli dei hanno
già tutto deciso: i due fratelli si riavvicinano, fino a riconoscersi, prima in
modo violento, poi con una complicità fraterna che, però, durerà poco. La
gloriosa vittoria di Maratona e la disfatta delle Termopili, l’incertezza di
Talos (il cui nome di nascita è Kleidemos) nel scegliere fra seguire il suo
destino di eroe spartano, finalmente riconosciuto dal governo della città, o
tornare a vivere fra gli iloti, coloro che lo hanno allevato con affetto,
permeano tutta la narrazione, fino alla svolta finale, dove la tenacia degli
schiavi ha la meglio su una Sparta in decadenza e finalmente gli iloti ottengono
la libertà e una terra. “Lo scudo di Talos” è un romanzo sull’impegno politico e
sul desiderio di gloria, che, assieme al coraggio e all’intrepidezza rendono il
guerriero un eroe in eterno acclamato dai posteri. Ma è anche un romanzo
sull’importanza degli affetti e dei legami familiari. Manfredi ha la straordinaria
capacità di fornire un ritratto lucido e attento del rapporto tra schiavo e
signore, come dimostra un dialogo tra l’ilota Talos e il nobile fratello
Brithos: “Credi davvero di sapere che la vita è l’unica cosa che mi importa?
E come sai della mia vita e di quella della mia gente?… Sai cosa significa
servire sempre tacendo, portare il giogo come un animale tutti i giorni, senza
speranza di riscatto? Non gli dei ci hanno fatto servi, ma gli uomini, uomini
come te…e come me. Domani, forse già in questo momento, interi popoli prosperi
e liberi sono fatti schiavi dalla forza inarrestabile degli invasori. Uomini
nobili, fieri, coraggiosi, come tuo padre, come te, forse. Certo, chi nasce incatenato non sa cosa è la
libertà, ma anch’egli sa cos’è il coraggio. Un coraggio che tu nemmeno puoi
immaginare. Il coraggio di portare ogni giorno un carico più pesante senza
curvare le spalle, il coraggio di continuare a vivere per sé, per chi si ama”.
Allo stesso modo, viene riscattata la dignità dello schiavo, che non è bestia
ma uomo “Solo un uomo – afferma sempre Talos – è capace di sopravvivere, di
ridurre al silenzio le grida del cuore, di soffocare la pena, la rivolta, la
rabbia, di portare sulle spalle la vergogna, come un carico ripugnante”. Un libro, quindi, in grado di
far riflettere sui cambiamenti della storia, sugli errori e la grandezza di un
popolo, affinché ancora oggi, dopo secoli di guerre e tragedie familiari, si
possa trarre qualche insegnamento da quanto gli antichi hanno costruito (e a
volte distrutto) prima di noi.
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