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Bruxelles: emergenza acqua |
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Le notizie da Bruxelles hanno un
cammino particolare, faticano ad arrivare ai giornali e occupano spesso la
pagina di politica estera. I fatti europei non vengono considerati politica
interna, cioè “cosa” che ci riguarda da vicino, che ci interessa
particolarmente. L’Europa che balza alle cronache è l’Europa dei
festeggiamenti, come negli ultimi giorni in occasione del 50° anniversario
della firma dei trattati di Roma, o l’Europa dell’insieme delle regole, come
quell’insieme di direttive e norme che modificano le nostre abitudini. C’è
anche un altro concetto di Europa, quella che “a momenti” punta i riflettori su
problemi di grande importanza, convocando grandi assemblee e mobilitando
l’attenzione. Quest’ultima è quella della prima conferenza europea sull’acqua,
che si è tenuta a Bruxelles il 22 e il 23 marzo, per discutere appunto su come
proteggere una delle risorse più preziose al mondo. I riflettori si sono accesi
su uno dei problemi più attuali ed urgenti per l’intero pianeta: l’acqua. Ogni giorno 34.000 persone, in
prevalenza donne e bambini, muoiono per il mancato accesso all'acqua potabile.
1,5 miliardi di persone non hanno accesso all'acqua potabile e 2,6 miliardi a
servizi igienico-sanitarie di base. Ogni anno 8 milioni di persone muoiono per
le malattie connesse all'utilizzo di acqua stagnante. Questo è lo scenario e
l’indifferenza è ancora scandalosa. European Water Conference 2007,
organizzata dalla Commissione europea in concomitanza con la Giornata mondiale
dell’acqua (22 marzo) che fu proclamata
dall’Assemblea delle Nazioni Unite nel 1993 allo scopo di sensibilizzare
istituzioni e società civile su una emergenza mondiale e sulle possibili
soluzioni per fronteggiarla, è la prima conferenza che l’Europa organizza su
questo problema. Un primo consapevole passo di riconoscimento della gravità e
sull’emergenza della situazione. Durante la conferenza, il Commissario europeo
per l’ambiente Stavros Dimas ha
presentato il primo Report sull’attuazione della Water Framework Directive, la
direttiva quadro europea sulle acque, adottata nel 2000, per la prevenzione e
la riduzione dell’inquinamento chimico delle acque superficiali e sotterranee.
L'obiettivo della direttiva quadro "Acque" del 2000 è garantire entro
il 2015 la buona qualità delle acque in tutta l'Unione europea, per cui gli
Stati membri sono tenuti ad adottare piani di gestione dei bacini idrografici
entro la fine del 2009, ad adeguare la loro legislazione per la creazione delle strutture per una buona
gestione dell'acqua, come impianti di trattamento adeguati per le acque reflue
urbane e, ad impegnarsi nell'attuazione della direttiva relativa ai nitrati,
che mira a ridurre e a prevenire l'inquinamento da nitrati di origine agricola
nell'acqua superficiale e sotterranea. È stato inoltre inaugurato
il WISE, Water Information System for Europe, il sistema d’informazione sulle
acque per l’Europa, che consente un monitoraggio efficace dei dati. In
pratica è un portale web, che fornisce al pubblico un gran numero di
informazioni in merito all'acqua e a questioni relative all'acqua, come la
balneazione, ed altri dati inerenti alla qualità dell'acqua nonché informazioni
sui siti di trattamento delle acque reflue urbane. Il portale è il frutto della
collaborazione tra l'Agenzia europea dell'ambiente (AEA) e la Commissione
europea (Ambiente, Centro comune di ricerca e Eurostat). Mentre i riflettori erano accesi
su questo incontro, da poco si erano spenti, sempre a Bruxelles è sempre
sull’acqua, quelli dell’AMECE prima Assemblea Mondiale degli eletti e dei
cittadini per l’acqua. Due Assemblee con lo stesso tema. In realtà l’approccio al
problema è stato completamente diverso. Se da un lato i temi trattati sono
stati l’implementazione della Direttiva Quadro Acque;
lancio del Water Information System for Europe (WISE); dibattiti su tematiche
di politica delle acque; sfide future tra cui scarsità idrica, siccità e
cambiamenti climatici, dall’altro sono stati l’accesso all’acqua come questione
fondamentale, come diritto universale, come equilibrio per l'ambiente,
per l'economia, per la pacifica convivenza delle popolazioni. Una situazione agli opposti, da
un lato c’era chi discuteva su chi di base la risorsa ce l’ha e di conseguenza
su come proteggerla e su come deve
tutelarsi, dall’altro c’era chi discuteva su chi ancora muore perché non ha
accesso all’acqua potabile e sul suo riconoscimento come diritto umano, universale
e per tutti. Un insieme di ventisette Paesi
membri e quasi cinquecento milioni di abitanti, un insieme che ha preso il nome
di Unione europea ed i simboli di una moneta, una bandiera ed un inno comune ma
che è ancora troppo lontana quando su grandi temi assume, pur nel rispetto
della partecipazione democratica, aspetti e posizioni differenti e risulta
scandalosamente distante da una realtà ormai in emergenza.
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