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Un dibattito piccolo piccolo |
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Si offenderebbe Lucia Annunziata
se le inviassimo in omaggio una copia del romanzo di George Orwell “1984”? Nel 1948 lo scrittore ritenne sufficiente
invertire le ultime due cifre dell’anno in cui scriveva per raccontare una
storia collocata in un tempo che riteneva lontano, ma anche relativamente
vicino. La lontananza/vicinanza era necessaria a un romanzo di denuncia dei
meccanismi che, acutamente, Orwell intuì avrebbero potuto soffocare la nostra
esistenza. Doveva essere una narrazione utopistica-fantastica, ha trovato un
inquietante riscontro nella realtà. Il mondo di Orwell è semplice, diviso in
soli tre superstati: Oceania, Eurasia, Estasia, in perenne guerra tra loro. La
massima autorità di Oceania è il Grande Fratello che nessuno ha mai visto, ma governa
il paese e controlla la vita pubblica e
privata di ogni persona. Bene. Dopo la famosa lite teletrasmessa, Lucia
Annunziata Silvio Berlusconi, dopo
l’ormai famoso confronto Prodi Berlusconi, dopo la desolante considerazione che
di questa campagna elettorale gli elementi salienti e dirompenti sono
riconducibili ai faccia a faccia più o meno verbosi, più o meno sottoposti a
regole, dopo la sconcertata riflessione che la fine della legislatura “brilla”
per gli incidenti diplomatici provocati da ministri uscenti, il rimando a
Orwell è d’obbligo. Nelle case di Oceania, vi è un teleschermo che senza tregua
ubriaca di notizie, musica, pubblicità, e al tempo stesso riprende la vita
nelle case, registra gesti, parole, emozioni. Possiamo affermare, senza paura d’essere
smentiti, che il presunto mondo civile si sia ispirato alla visione orwelliana?
Possiamo affermare senza paura d’essere smentiti che siamo tutti sottoposti a
una lobotomizzazione costante, una lobotomizzazione in cui giornalisti,
pubblicitari, politici, vallette, tg, reality, fiction, sono il laser che
brucia o tenta di bruciare i guizzi di pensiero critico dell’opinione pubblica?
Annunziata e Berlusconi hanno duellato, probabilmente ognuno si è seduto
dinanzi alle telecamere con la smodata voglia di piegare l’altro, convinto di
piegare l’altro, assolutamente dimentichi del loro ruolo che li avrebbe dovuti
condurre a fornire, attraverso l’intervista, l’immagine di un uomo, di un
leaders politico, di un Premier alle prese con il bilancio del suo governo.
Entrambi si son seduti davanti alle telecamere incuranti dello spettatore e
delle sue aspettative, perché il ruolo riconosciuto al telespettatore è quello
di spugna capace di arrabbiarsi o indignarsi o gioire senza tuttavia
allontanarsi mai dal video che ormai funziona come una propaggine dell’utero
materno. Chiaro, il giorno dopo, la famosa lite è stata ripresa da carta
stampata e tv che hanno girato e rigirato la questione come non è avvenuto
neppure per il Trattato di Maastrict. Quella stessa carta stampata che sempre
più spesso è ancella della tv, tromba delle facezie televisive, megafono dei
pastrocchi televisivi, quella stessa carta stampata che schiacciata tra linee
editoriali e introiti pubblicitari accade si comporti come una geisha in età
avanzata, abbandonata dalla bellezza della gioventù. Forse Lucia Annunziata non
si arrabbierà per il nostro omaggio, forse. Non ha reso un buon servizio al
centrosinistra, prontamente definito dal Cavaliere fazioso e violento come la
sua rappresentante, non ha reso un buon servizio alla nostra professione ché
una giornalista della sua levatura avrebbe dovuto dar prova che la maestria è
nel far parlare e non nel far tacere, non ha reso un buon servizio a se stessa
messa all’angolo da un Berlusconi che altro non aspettava se non di fare un
boccone della sua intervistatrice. Ovvio, le tifoserie hanno prontamente difeso
ognuno il proprio “eroe” per poi azzannarlo alla nuca il giorno dopo:
Annunziata sotto scacco per violazione della par conditio, Berlusconi sofferente
per le prime stilettate ai fianchi dei soliti Fini e Casini che non hanno
approvato l’abbandono della scena. Forse che la lite Annunziata Berlusconi è
stata la prova generale del gran pasto che doveva consumarsi di lì a poco
quando Prodi vincerà ai punti Berlusconi? Forse questa lite è stata sotto i
riflettori perché preannunciava il “si salvi chi può” che a destra si grida a
poppa e prua dinanzi ai sondaggi impietosamente fermi sul vantaggio del
centrosinistra? Questa l’unica ipotesi che nobiliterebbe un dibattito
altrimenti ripiegato su microquestioni.
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