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Rilancio dell'economia, il progetto per il futuro dell'Italia
  
 

4)Lei può immaginare che truffati e truffatori alla fine facciano il governo insieme

Continua il nostro viaggio tra i big della politica italiana, un viaggio segnato dal pensiero dei leaders, un viaggio su di un virtuale binario dove scorrono le immagini dell’Italia che i due schieramenti intendono disegnare in caso di vincita se sarà il centrosinistra a raccogliere i consensi o la rivincita nel caso in cui il centrodestra riuscisse a convincere ancora una volta gli elettori. Dopo il sottosegretario agli Interni Alfredo Mantovano, dopo l’On. e Sindaco di Lecce Adriana Poli Bortone, che hanno chiarito gli snodi della politica del centrodestra, affrontiamo la questione Italia con il Presidente Massimo D’Alema.

 

Presidente, in prima battuta, in caso di vittoria del centrosinistra quali saranno i punti del programma che troveranno applicazione a breve termine e dove saranno attinte le risorse finanziarie per l’attuazione?

“Il progetto politico del centrosinistra farà ripartire il Paese e darà un futuro di speranza ai nostri figli. Rimodulando la pressione fiscale e vietando il precariato selvaggio, il Paese si avvierà verso il rilancio dell' economia affinché l' Italia ritorni a correre facendo leva sulla cultura, sull' innovazione e la ricerca. È la via per affrontare i grandi problemi sociali e restituire dignità al lavoro, combattere la precarietà e migliorare le retribuzione abbattendo il cuneo fiscale e contributivo, sollevando le imprese dagli oneri ma anche consentendo ai lavoratori salari più dignitosi. Queste sono le linee per il futuro. E, nonostante dall' altra parte non ci sia nessuno, il programma rappresenta una base fondamentale per dialogare con gli italiani e la maggioranza di essi sarà con noi.

Il centrodestra in questa legislatura ha più volte sottolineato come la crisi internazionale dei mercati abbia soffocato la stessa azione del Governo. In caso di vittoria, quali misure intende adottare il centrosinistra in materia di politica economica per affrontare le sfide di un mercato complesso che deve fare i conti con la globalizzazione e con la concorrenza dei Paesi emergenti, uno per tutti la Cina?

Abbiamo una responsabilità enorme. L’Italia può giocare un ruolo importante nel nuovo scenario internazionale. Nonostante Berlusconi, siamo una grande nazione. Siamo il Paese della solidarietà e del dialogo tra le culture e le religioni. Dobbiamo recuperare questa dimensione, con il contributo di tutti. Prevedo un nuovo ruolo dell'Italia nell' Europa e nel mondo. La Cina non deve fare paura, anzi può essere una opportunità ma solo se si punta su uno sviluppo di qualità che è la sfida che ci aspetta nei prossimi anni, quando ci troveremo a governare un processo di trasformazione del sistema produttivo italiano.

La nuova legge elettorale non permette all’elettore di esprimere preferenza. Il primo effetto visibile è la sostanziale latitanza dei candidati dalla campagna elettorale, con l’unica eccezione per i big della politica. È possibile ipotizzare che la non preferenza generi una ennesima prova di disaffezione dei cittadini nei confronti della Politica?  

Agli elettori che il 9 aprile andranno a votare con la scheda-lenzuolo e con 40 simboli di partito io dico: ringraziate Berlusconi-Fini-Casini per questo regalo d'addio che hanno deciso di fare a voi e alla nostra democrazia. Detto questo, due cose diventano evidenti. La prima: la gente è comunque chiamata a una scelta bipolare, o da un parte o dall'altra. È l'unico, vero merito di Berlusconi: sceso in campo lui, tutti i suoi comprimari sono svaporati. La seconda: c'è in campo una sola, vera proposta di governo: la nostra.

Cdl e Unione hanno entrambi da fare i conti con i centristi e con le loro spinte a un restyling della balena bianca. Quanto è reale la possibilità di un accordo trasversale tra le anime centriste dei due schieramenti in caso di un match elettorale chiuso in parità?

Lei può immaginare che truffati e truffatori alla fine facciano il governo insieme? Mi pare improbabile. Se la coalizione vincente forma il governo, ma non ottiene la fiducia al Senato, bisogna tornare a votare.

Fini e Casini scalpitano senza giri di parole cercando di attrarre, ognuno a sé, il voto degli indecisi e degli elettori di destra. Nel centrosinistra si registrano regolarmente le turbolenze dell’ala più radicale. Giampaolo Pansa da anni sulle colonne dell’Espresso grida al pericolo del Parolaio Rosso, così definisce Bertinotti. Al di là delle alleanze tecniche, necessarie a ottenere maggioranze elettorali significative, vi è l’esigenza di una classe politica più matura? Di una classe politica capace di dialogo interno per giungere a una sintesi che rappresenti le ragioni di tutti?

In primo luogo, va chiarito che il leader, scelto dai cittadini, una volta diventato Premier disporrà di una grande forza politica e contrattuale verso i cittadini e verso i partiti che lo sostengono. In secondo luogo noi abbiamo l'Ulivo: il fatto che tra quei 40 simboli della scheda-lenzuolo ci sarà una forza riformista unitaria che avrà un terzo dei voti è una garanzia di stabilità e di affidabilità per il governo del Paese. Il fatto è che, dentro una coalizione eterogenea, non tutti avranno lo stesso peso politico. Le voglio ricordare che in altre democrazie europee una forza elettorale come quella che presumibilmente avrà la lista unitaria Ds-Margherita è addirittura autosufficiente. Se questo non accadrà in Italia, dipenderà solo dal pasticcio della riforma elettorale. Ma il dato politico sulla tenuta dell'Ulivo resta, e nessuno la può discutere.

Con la distanza che Fini e Casini hanno tracciato tra loro e Berlusconi la Cdl difficilmente può ancora sostenere di avere un leder maximum. Siamo alla fine di una stagione politica?

Ormai nel centrodestra non c'è più la Casa, è rimasta solo la Libertà. Insomma, il centrodestra è molto più che diviso. Ma aggiungo che, anche nell'ipotesi assai improbabile di una loro vittoria, l'alleanza si sfascerebbe un mese dopo sul referendum per la riforma costituzionale.

È diffusa la convinzione che Prodi sia l’emblema elettorale da mandare a casa per far posto a D’Alema Premier. Il centrodestra lo ripete ininterrottamente e nel centrosinistra non tutti apprezzano Prodi. Presidente, può escludere categoricamente che nella prossima legislatura ricoprirà il ruolo di premier? 

Il Paese ha bisogno di una nuova guida, la nuova guida è Prodi. Io sono stato il capo dell’Unione e ora non lo sono più. Ho anche guidato un governo durante la scorsa legislatura, ma scelsi di dimettermi dopo aver perso le elezioni regionali. Voglio tranquillizzare tutti. Non cerco onori, mentre posso farmi carico di oneri. Ma se questa mia disponibilità non fosse ritenuta utile, posso anche non fare niente. Sono presidente dei Ds, almeno questo continueranno a farmelo fare, spero.

 

Maddalena Mongiò

 

 

 

 

 

 

 


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