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Voyager, ultima frontiera |
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Nell'ormai lontano 1977 l'ente
spaziale americano Nasa, diede alla luce due importanti missioni di
ricognizione denominate "Voyager", due delle forse più ambiziose
missioni spaziali con il compito di analizzare lo spazio profondo,
allontanandosi progressivamente dalla Terra, fino ai limiti conosciuti del
nostro sistema solare. Tecnologie ormai superate per le
due sonde che oggi si trovano a più di 14 miliardi di chilometri dalla terra e
che sfruttarono al tempo, un favorevole allineamento dei pianeti del nostro
sistema solare, allineamento che si ripropone ogni 176 anni e che consentì ai
due moduli Voyager di accelerare e di modificare la propria rotta senza bisogno
di specifici sistemi propulsivi di bordo. Dal 1977 ad oggi, la Nasa ha
potuto raccogliere una enormità di dati senza precedenti relativi al nostro
sistema solare, alla sua formazione e a molte caratteristiche fino ad allora
sconosciute su pianeti quali Giove, Saturno, Urano, Nettuno e moltissime delle
loro lune, così come caratteristiche
fisico-chimiche e magnetiche dei pianeti stessi. Oggi queste sonde sono dirette
al di fuori del sistema solare, potranno vedere i nostri pianeti con gli occhi
di una stella lontana e, quando saranno ad una distanza compresa tra gli 8 e i
23 miliardi di chilometri dal Sole, raggiungeranno i confini del sistema
solare. Ma tutto questo potrebbe non accadere, se infatti verrà data conferma
all'intenzione della Nasa di tagliare i fondi delle missioni Voyager, l'umanità
intera potrebbe non sapere più niente e verrebbe tagliata fuori da due delle
missioni sicuramente più interessanti e più audaci della storia
dell'astronautica e dei viaggi spaziali. La notizia è datata 14 Marzo,
pare non ci siano soldi per le missioni Voyager e da quando l'amministrazione
Bush ha nominato Mike Griffin alla guida della Nasa, in sostituzione di Sean O Keefe, sono trapelate indiscrezioni
secondo le quali l'agenzia spaziale americana sta per ridurre o più
drasticamente tagliare il budget dedicato alle missioni Voyager. Tanti sforzi
per niente, le missioni avrebbero dovuto essere seguite per altri 15 anni nel
loro viaggio verso lo spazio aperto e
ora che sono oltre "boa" sembrano non esserci più gli stanziamenti
per la cattura e la gestione dei dati da esse trasmessi....e pare che da
ottobre prossimo potrebbe fare la stessa fine anche la sonda Ulysses, inviata
per l'esplorazione dei poli solari. Inutile dire che la notizia ha
sollevato una certa polvere, confidiamo nella saggezza della Nasa per il
ripristino dei fondi stanziati, nella speranza che la voglia di conoscenza, che
da sempre ha accompagnato l'ardimento delle missioni più audaci non li
abbandoni proprio ora.
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