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Noi, siamo ciò che possediamo |
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“Risucchiati dalla TV, sommersi
di telefonini, danneggiati da onde elettromagnetiche. Ecco il nostro ritratto.
Circondati dal superfluo, divenuto però utile e necessario per far parte di
questa società, per stare in sintonia con gli altri e per non essere
emarginati. Per non essere “diversi”. Poveri coloro che non amano Gigi
d’Agostino e il suo mitico repertorio, poveri coloro che non hanno la
pettinatura alla moda, o i jeans che non sono né a “zampa” né a “palazzo”…..
poveri coloro che non conoscono la dinamica dell’ultima vicenda amorosa di
Beautiful. Poveri coloro che sono seduti ai margini, a guardare un sistema,
anzi il Sistema, quello in cui l’economia è alla base di tutto, e dalla quale
tutto dipende. Che un bambino ridotto alle ossa
non abbia più neanche la forza di mangiare, poco importa, l’importante è che ci
siano le armi. Le armi per proteggere ricchezze, privilegi, sfruttamento…… e di
colpo così anche l’ingiustizia è coperta, sicura. Intanto, mentre il gioco di
denaro fra super potenze prosegue, e le armi continuano a sputare fuoco contro
innocenti civili, i Media urlano, ci tormentano perché la voce di un padrone
possa entrare anche nella più piccola e sperduta casetta …. Perché un’ideologia
possa essere imposta e la figura del mito venerata. E mentre noi siamo qui ad
ascoltare, a guardare i fantocci creati dal progresso, e a leggere i dati
d’ascolto di questa o quell’altra trasmissione, controlliamo il mondo, tutto il
resto del mondo. Si, perché siamo una parte di quel 20% di mondo che
scandisce le sorti economiche della restante parte: l’80%. L’80% di vite. Nel 1938 un giornalista inglese chiese al Mahatma: “quando
tu avrai ottenuto l’indipendenza economica dell’India, riuscirai a portarla
sullo stesso piano economico dell’Inghilterra?” e Gandhi gli rispose: “Ragazzo
mio, ma se ci sono volute per l’Inghilterra le risorse economiche di mezzo
mondo per arrivare li dov’è arrivata, di quanti mondi avrà bisogno l’India per
arrivare li dov’è arrivata l’Inghilterra…..”. Ed è cosi che la costrizione al
consumo è diventata tanto profonda quanto il bisogno di sopravvivere, perché il
modello consumistico rivela che il nostro stesso scopo è quello di calcolare in
termini di ciò che possediamo, noi “siamo” solo finché “possediamo”, così siamo
posseduti da ciò che possediamo, prodotti dei nostri prodotti siamo fatti a
immagine e somiglianza dei nostri stessi beni di consumo. L’idolatria esige da
noi il più alto prezzo, siamo derubati della nostra stessa umanità”. Per realizzare un ritratto, come
questo, c’è bisogno che l’artista stia al di là del soggetto da rappresentare,
per poterlo osservare nella sua integrità …. bene, abbiamo appena cercato di
rappresentarvi, seppur in modo alquanto stilizzato il punto di vista di un
artista. Quello che rende grande
quest’artista, quest’uomo, è che sta facendo di tutto “per logorare gli argini
e sfondarli, e per poter inondare e dilagare deserti assetati”. Un uomo, un
missionario, che, vive per dare speranza ai volti spenti dalla povertà e dalle
malattie, vive per amare la gente, la sua gente, e dell’amore della gente, la
sua gente, quella che lui stringe forte fra le sue braccia, quella che prima di
morire di AIDS alza gli occhi al cielo per ringraziare Dio di farlo vicino ad
un tesoro, vicino ad Alex Zanotelli.
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