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Parabita, il culto della Madonna della Coltura

  
di Paolo Vincenti

Aldo De Bernart, in una sua pubblicazione del 1980 su Parabita, ci parla del culto della Madonna della Coltura

Nel 1954 la Chiesa dell’Umiltà a Parabita, sacrario di storiche memorie ormai chiusa al culto da circa mezzo secolo, subiva un intervento di recupero che, più che abbellirla, la deturpava irrimediabilmente. Però, nel corso dei lavori, vennero alla luce dei preziosi dipinti del XV e XVI secolo e, sulla porta principale, comparve un affresco raffigurante, tra l’altro, la Madonna della Coltura, copia del famoso affresco del secolo XI, che si venera nel santuario omonimo di Parabita, rinvenuto da un contadino mentre arava un campo denominato Pane della Corte. Secondo un’antica leggenda, infatti, il brav’uomo era tutto intento ad arare il terreno quando, all’improvviso, i buoi, giunti ad un certo punto, si fermarono e si inginocchiarono. Questo accadde più volte;arrivati in quel punto, i buoi ripetevano lo stesso stano comportamento nonostante le sollecitazioni del contadino a continuare a lavorare.Alla fine il brav’uomo, incuriosito dallo stano fenomeno, prese la zappa e si mise a scavare:con grande meraviglia trovò sotto terra un bel quadro raffigurante la Madonna. Esultante, corse in città per riferire la notizia e subito fu deciso di trasportare la sacra immagine nella chiesa parrocchiale, dove fu recata con tutti gli onori e deposta solennemente. La mattina dopo tutti i fedeli accorsero per adorare l’immagine della Madonna, ma ai pellegrini esterrefatti l’altare dove era stata deposta la sacra immagine apparve vuoto. Il quadro fu invece ritrovato nel campo dove era stato rinvenuto dall’agricoltore e per questo prodigio alla Vergine, considerata da allora la protettrice dei campi, fu dato il nome di Madonna della Coltura. Coltura, appunto, da Agricoltura. Sull’affresco ritrovato nella Chiesa dell’Umiltà era scritto: S. M. De La Cutura. Ma proprio il titolo originario dell’immagine, Cutura, ha portato alcuni studiosi a mettere in discussione la derivazione di Cultura dal latino Agri-cultura. Cosimo Caputo, in un suo scritto, fa derivare Cutura dal greco collura: “La Cutura, dal greco Kollyra, era il pane che rappresenta Cristo, in Oriente detta anche Madonna dell’Eleonsa o la Misericordiosa, ma la sua origine, oltre che liturgica, è storica. Si sa, infatti, che in Oriente una setta di donne, in occasione della festa della Madonna, si scambiavano tra loro i pani benedetti e per questo erano dette “donne della setta Colliridione”. Cessato questo rito, si mantenne però il culto della Madonna sotto il titolo di Collura, che l’uso popolare trasformò in quello di Cutura. Nel Salento testimonianze di questo culto sono le rappresentazioni pittoriche nelle chiese di S. Caterina a Galatina, a Nardò e soprattutto a Parabita.” Questo ci porta alla conclusione che la Madonna di Parabita è la Madonna della Cutura, cioè del pane, e non dell’agricoltura. Un altro studioso, il Barrella, nel 1952, nel tentativo di avvicinarsi al titolo di Coltura, aveva scritto che il monolito era stato ritrovato in una “cuddura”, dando a questo termine il significato di campo, da cutum= terreno coltivato. E la strada dove fu ritrovato il monolito secondo la leggenda si chiamava Contrada Pane perché si praticava il rito del Pane in occasione della festa della Madonna, che cadeva la seconda domenica di Pasqua, come attualmente cade la festa della Madonna della Coltura; durante questa festa,vengono distribuiti dei piccoli pani benedetti, i “panetteddhi”, segnati da una croce, che vengono esposti dai fedeli sui davanzali delle case di campagna per allontanare la furia degli elementi. Anche nei versi del poeta Giuseppe Serino (1821-1900) troviamo il termine “pània”, quindi “pànie”, corrotto in pane, per arrivare a “paniose glebe” per vischiose zolle. Contrada Pane si trovava sulla via per Gallipoli ed è infatti su questa strada che ogni anno, in occasione della festa della Madonna, alcuni giovani corrono il palio, in ricordo dei padri che corsero su quella stessa strada per vedere la Madonna che quel contadino aveva trovato. La Contrada Pane della Corte oggi è chiamata Canale Cirlicì. Per risalire a questo cambio di nome bisogna ricorrere ancora agli studi del Barrella. Infatti, stando alla leggenda, nella Contrada Pane si doveva trovare una laura o cripta brasiliana, di cui la Madonna della Cutura sarebbe stata la “Panaghia Portaìtissa” (la Vergine Portinaia), secondo l’interpretazione data dal Barrella alle ultime quattro sigle riportate sul monolito: T. O. K. A. , cioè “Custodisci, o Madre di Dio, questa Laura del Signore” , in greco. Quindi la Madonna Portinaia della laura del Signore, Kyriakè, in greco, si sarebbe corrotta poi in Cirlicì, in contrada detta oggi “Canale Cirlicì”. Non c’è niente di scientificamente provato in tutto questo, nonostante gli scavi archeologici e tutte le ricerche compiute, anche dopo il libro di De Bernart, ad opera di studiosi parabitani e non, ma queste tesi sono comunque suggestive e queste ricostruzioni esercitano sempre un grande fascino su chiunque voglia conoscere di più del proprio paese e della propria terra.

 

 


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