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I Paesi candidati adottano la Carta europea per le piccole imprese
  
 

I Paesi candidati adottano la Carta europea per le piccole imprese

I Paesi candidati dell’Europa centro-orientale e del Mediterraneo hanno fatto un passo importante verso la piena partecipazione al processo decisionale dell’UE adottando la Carta europea per le piccole imprese. Questa li impegna a mettere in pratica la strategia d’impresa a medio termine approvata al summit di Lisbona del 2000 e rappresenta un passaggio dalla fase di transizione economica finora vissuta dai Paesi candidati, ad una fase aperta, basata sulla conoscenza e orientata alla crescita.

 

La scelta dei Paesi candidati all’UE di mettere in pratica la Carta europea per le piccole imprese rappresenta un passo decisivo del processo che mira ad assicurare la coerenza delle loro politiche d’impresa con la strategia approvata due anni fa dai leader europei al summit di Lisbona per rendere l’economia europea la più competitiva al mondo entro il 2010. Il recente Consiglio europeo di Barcellona ha ribadito l’importanza di questa strategia, invitando i Paesi candidati ad impegnarsi a fondo per assicurare l’adozione dei suoi principi.

Va sottolineato anche il fatto che accettando la Carta come base per le proprie azioni per il sostegno e lo sviluppo delle piccole imprese i Paesi candidati, accanto ai negoziati ufficiali per l’adesione, potranno già partecipare ad una fase centrale del processo decisionale europeo anche prima di diventare formalmente membri dell’UE.

Il loro forte impegno politico in favore della Carta è racchiuso nella Dichiarazione di Maribor che i candidati hanno firmato in Slovenia in 23 aprile 2002, e si è delineato ad appena un anno dall’inizio del dialogo sistematico con l’UE sulla politica d’impresa.

La firma della Dichiarazione di Maribor inserisce i Paesi candidati nel processo di analisi e valutazione delle iniziative prese per mettere in pratica le numerose misure della Carta. Tale analisi coprirà le attività di 26 Paesi e non solo degli attuali 16 (UE più Norvegia).

La Carta, in coerenza con il principio “pensare anzitutto in piccolo” individua dieci linee d’azione principali nell’ambito delle quali i responsabili decisionali sono chiamati a prestare particolare attenzione ai bisogni delle piccole imprese. Le linee d’azione vanno dalla formazione scolastica degli imprenditori, all’avviamento di imprese meno costoso e più rapido, ad una migliore legislazione ed una tassazione più favorevole, sino a misure finanziarie e ad una più efficace rappresentanza delle piccole e medie imprese (PMI) a livello europeo e nazionale.

La conferenza CC BEST a Maribor ha approfondito l’esame di alcuni di questi temi nei seguenti seminari di lavoro:

- Accesso ai finanziamenti: l’accento è stato posto sulla necessità di introdurre misure che permettano di aumentare i prestiti delle banche alle PMI e di incoraggiare gli schemi di garanzia dei prestiti, i micro-prestiti e le forme flessibili di garanzie accessorie.

- Istruzione e formazione a favore dell’imprenditorialità: i partecipanti hanno sottolineato l’importanza di inserire la formazione per gli imprenditori già nei primi cicli scolastici e di motivare gli insegnanti a tutti i livelli affinché introducano le competenze e i valori imprenditoriali nei programmi educativi.

- Servizi di sostegno per le imprese: i partecipati si sono trovati d’accordo sul fatto che la cultura amministrativa deve cambiare e muoversi in direzione della trasparenza, della responsabilità e della fornitura di servizi. Servono anche iniziative che migliorino l’interazione tra le amministrazioni pubbliche e la comunità imprenditoriale.

Nel quadro della più ampia strategia di interazione dei Paesi candidati nella politica d’impresa dell’UE, la Commissione mira ad avvicinare tutte le parti che possono cooperare per migliorare il contesto imprenditoriale, dai responsabili decisionali ai professionisti del settore.

Il processo CC BEST ha posto l’accento sulla diffusione delle buone prassi attraverso, ad esempio, la valutazione comparativa. Tale processo ha rappresentato la prima azione politica sistematica che ha visto impegnata l’UE insieme ai Paesi candidati, ma questi ultimi stanno ora prendendo parte anche la Programma pluriennale per le imprese dell’UE in vigore fino al 2005.

 

Trarre insegnamento dall’esperienza dell’UE

Partecipando ai progetti della procedura BEST i Paesi candidati possono trarre insegnamento dall’esperienza degli attuali Stati membri. Una conferenza svoltasi a Bruxelles nel mese di marzo, ad esempio, ha anticipato questo processo di integrazione attraverso lo scambio di informazioni sui progetti BEST attuali e futuri. Più recentemente i candidati hanno preso parte ad un primo incontro sui raggruppamenti industriali.

I Paesi candidati offrono anche un valido contributo alle numerose banche-dati dell’UE sugli incubatori, sulle misure di sostegno e sulle iniziative per le imprese e saranno inclusi in futuro non solo nella relazione di attuazione della Carta europea per le piccole imprese, ma anche nei rapporti sulla competitività e sull’innovazione, nei quadri comparativi delle imprese e dell’Osservatorio europeo per le PMI.

L’estensione del programma pluriennale ai Paesi candidati all’adesione apporterà anche altri benefici. La rete degli Euro Info Centre (EIC) si allargherà notevolmente aumentando il numero di centri esistenti in Europa centro-orientale e creandone per la prima volta di nuovi anche in Turchia.

Si apriranno nuove opportunità di finanziamento da parte del Fondo europeo per gli investimenti. Le istituzioni finanziarie dei Paesi candidati interessate ai vari programmi stanno presentando proposte dettagliate e le prime approvazioni sono già state formulate.

Infine la Commissione ha già lanciato la seconda fase del programma di sostegno per le imprese (Business Support Programme), dotato di un budget di 15 milioni di euro nel quadro di PHARE, che mira a rafforzare le organizzazioni imprenditoriali dei Paesi candidati e ad aiutare le imprese ad adeguarsi alle norme e alle regole dell’UE.

Il programma si basa su un’iniziativa precedente avviata nel 2000 grazie alla quale sono stati finanziati progetti in nove aree: PMI, cooperative, Camere di commercio, prodotti chimici, acciaio, prodotti tessili, prodotti alimentari, legno e tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

 

 

 


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