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Dio propone ... e Amato Dispone |
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L’Italia è terra fertile per le “facce di bronzo”. Non parlo di statue. Dico dei politici governativi di ieri che dovrebbero tacere e muoversi autorimproveri. E che, invece sproloquiano e trinciano giudizi impietosi contro i governanti di oggi. I quali, sia chiaro, non è che facciano del loro operato tutto rose e fiori. Visto che, anzi sono capaci di inasprire dialoghi interni al polo e non giovare alla causa alle soluzioni. Come se già non bastassero a rovinare la dissestata piazza i continui, velenosi, ingiusti attacchi che vengono da DS, Ulivo, Margherita e altri assortiti della opposizione.Uno di questi assertori del “si deve far questo e quello” per risanare i conti, ridimensionare il debito pubblico, l’inflazione e dissenterie economiche varie è il professor Giuliano Amato. Leggete con me e fate attenzione alle cifre che prospetto e denuncio. Storie - quasi inutile dirlo, ma necessario ricordarlo data la corta memoria di troppi italiani ed italioti - non inventate dal sottoscritto perché, invece, documentate dalla Ragioneria dello Stato e dalla Corte dei Conti. Dunque non cancellabili ad “usum delphini”. Amato è stato l’ultimo dei Presidenti dei Governi della
serie ulivista prima che Berlusconi ed i suoi sopravvenissero a tentar di
frenare - e stanno, malgrado tutto, parzialmente riuscendo - la caduta nel
baratro. Amato è un nostalgico del sinistrorso (s)fascio. Tanto è
sicuro di sè da prevedere il ritorno del centro-sinistra al timone nazionale.
Conoscete tutti le vicissitudini del calcio italiano. Comunque vada a finire,
abbiamo dato una pessima immagine del fu “campionato più bello del mondo”. Non sono Amato e non posso pronosticare il futuro. Amato
si ritiene invece il novello Nostradamus e profetizza sicurezza sulla medicina
atta a sanare questo e altri malanni che ci affliggono. Sul finire dei giorni
dell’Agosto ultimo ha sentenziato: “Non è che Berlusconi ed i suoi abbiano
colpe sullo stato di crisi dello sport italiano. Il male covava sotto pelle già
da tempo. Comunque quando vinceremo, come avverrà, le prossime elezioni noi
saremo i guaritori di questo e di ogni altro malanno”. Don Giuliano ha parlato! Dinanzi alle sue profezie possono
andare a nascondersi Sibilla Cumana e San Giovanni, il provenzale Michelle di
Saint-Remy ed il misterioso Monaco del Santuario di Premol, Massimino Giraud e
Melania Calvat de La Salette, Francesco e Giacinta Marto e Lucia Santos di
Fatima. “Il centro-sinistra vincerà le elezioni del 2006 e Berlusca and Company
andranno, ben che vada per essi, all’inferno”. Insomma: il detto proverbiale “l’uomo propone e Dio
dispone” da oggi in poi va rivisto e così corretto: “Iddio propone e Giuliano
dispone”. Punto e basta. Cioè: basta un fico secco! Perché io, nell’attesa, si
fa per dire, della amatesca profezia, pongo una domanda al nostro. Il “Giuliano
sicumera” può intanto, una volta per tutte ed in maniera incontrovertibile,
spiegarci perché mai il suo governo passò in eredità a quello del “Cavaliere”
un “rosso” nel bilancio statale di 34mila miliardi di lire? Una domandina
facile facile, cui da chi è tanto bravo da leggere nel futuro non sarà
difficile dare una risposta leggendo nel passato. Il tutto in funzione di un
domani così roseo come l’amico Giuliano ha già, non profetizzato, ma
addirittura stabilito a priori che sarà. La risposta sarebbe oltremodo gradita.
Ovviamente accompagnata non da fumose parole, ma da documentazioni e calcoli
che finalmente ci liberino da un dubbio: Il buco di 34mila miliardi di lire -
17 miliardi di euro secondo i calcoli di oggi - fu reale o bugia?
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