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La qualità dell’istruzione e della formazione nell’Europa di domani
  
di Luigi ACCOGLI

La qualità dell’istruzione e della formazione nell’Europa di domani

Il futuro dell'economia e della società europea dipenderà sempre di più dalle competenze e dalle abilità dei suoi cittadini. Queste a loro volta richiedono un aggiornamento continuo che è proprio delle società basate sulla conoscenza. Nel realizzare e riformare i programmi comunitari in materia di istruzione e formazione si devono affrontare e occorre misurarsi con le difficoltà che derivano da elementi presenti nel contesto internazionale, quali la globalizzazione e le sfide che discendono da una economia basata sulla conoscenza. Nel corso dei lavori del Consiglio europeo di Lisbona del 2000 gli Stati membri, tra le priorità per il futuro, stabilirono che l’istruzione e la formazione erano gli elementi fondamentali per raggiungere l'obiettivo di fare dell'Unione europea l'economia e la società più competitiva e dinamica al mondo basata sulla conoscenza. In modo analogo, i successivi Consigli europei hanno sempre confermato il ruolo e l'importanza dell'istruzione e della formazione. Tutto ciò significa non solo la trasformazione dell'economia stessa dell’Europa, ma anche la necessità di avere un programma piuttosto ambizioso che permetta di modernizzare i sistemi di istruzione adeguandoli ai nuovi bisogni. Quindi, occorre compiere una generale riflessione sugli obiettivi dei sistemi educativi e su un sostanziale e necessario aumento dell'investimento nelle risorse umane.. Nel contesto della strategia europea per l'occupazione di Lisbona si sollecitavano gli Stati membri a sviluppare e attuare strategie coerenti e globali di apprendimento permanente. Al Consiglio europeo di Stoccolma del 2001 si è sottolineato il bisogno di continuare in tal senso per arrivare a sviluppare un programma di lavoro organizzato sulla qualità e l’efficacia, l'accessibilità e l'apertura a tutti dei sistemi di istruzione e formazione. Inoltre, veniva indicata la necessità di procedere con i lavori in tale direzione seguendo un metodo coordinato e aperto con una prospettiva globale e allo stesso tempo coinvolgere i paesi candidati all’adesione. Il Consiglio europeo di Barcellona del marzo 2002 ha espresso parere favorevole riguardo a un “Programma di lavoro dettagliato sugli obiettivi dei sistemi di istruzione e formazione”. L’ambizione era sempre di fare dell'Europa un punto di riferimento mondiale per la qualità della sua istruzione e formazione. Il programma di lavoro comunitario comprende l’obiettivo specifico di fare il miglior uso possibile delle risorse, ad accrescere l'investimento nelle risorse umane e sulla necessità di poter disporre di risorse adeguate per l’apprendimento permanente nella società dei saperi. Lo scopo è quello di accrescere l'investimento nelle risorse umane assicurando una distribuzione equa ed efficace dei mezzi disponibili e si riferisce all'investimento globale, vale a dire quello relativo alle autorità pubbliche come anche delle imprese private e dei singoli individui. Considerato poi lo stretto legame tra istruzione e ricerca, è importante notare che il Consiglio europeo di Barcellona ha fissato un doppio obiettivo relativo al settore della ricerca, vale a dire accrescere la spesa complessiva per la Ricerca e Sviluppo per avvicinarla al 3 % del PIL entro il 2010 e allo stesso tempo aumentare la parte finanziata dalle imprese.

A tal punto, va da se che le aspettative in materia di istruzione e formazione sono estremamente alte. Gli obiettivi di Lisbona, e quelli successivi, in materia di istruzione e formazione rimangono validi più che mai. Infatti, sono stati proprio gli Stati membri a fissarli per se stessi. Infatti, le indicazioni della Commissione europea in materia non intendono dettare ciò che si dovrebbe fare in un singolo paese. Si può però dire che la responsabilità fondamentale di realizzare gli obiettivi concordati appartiene alle autorità preposte all'istruzione e alla formazione negli Stati membri e in quelli che vi aderiranno in seguito. E' chiaro che se le regioni e i paesi non investono di più, e in modo più efficiente nei loro cittadini, il conseguente livello economico e sociale, e quello dell'Europa nel suo insieme, è destinato a perdere terreno. Considerato ciò, la Commissione ribadisce l'importanza di attenersi agli obiettivi concordati e di portare avanti una politica di investimento in base alla quale fondi sufficienti siano canalizzati verso quegli ambiti in cui essi meglio contribuiscono a raggiungere gli obiettivi fissati a livello nazionale ed europeo. Questi obiettivi non sono di facile raggiungimento anche a causa di una forte concorrenza risultante da maggiori investimenti in sistemi di conoscenze in altre regioni del mondo, nonché dalle sfide legate a questioni demografiche e all'allargamento. Considerate queste sfide e alcuni segnali di rallentamento dell'azione, sorgono alcuni dubbi circa la possibilità che l'obiettivo di maggiori e migliori investimenti non possa essere raggiunto entro breve termine. Per evitare tale pericolo, la Commissione invita gli Stati membri e i paesi candidati, a seconda della loro situazione specifica, a esaminare attentamente l'investimento pubblico aumentandolo in modo mirato dove è necessario. Ciò è essenziale nell'Europa allargata per assicurare la qualità, l'equità, la coesione sociale e l'equilibrio regionale, anche in termini di crescita e occupazione, sanciti dalle conclusioni di Lisbona, dalle strategie europee per l'occupazione e l'inclusione sociale e dal modello sociale europeo. Inoltre, occorre mettere in atto politiche e incentivi per incoraggiare un aumento degli investimenti privati nell'istruzione e nella formazione a integrazione, e non in sostituzione di un'adeguata spesa pubblica con un approccio di partenariato da parte di tutti gli attori coinvolti. Gli Stati devono fare in modo di evitare situazioni di sottofinanziamento che potrebbero pregiudicare non solo la qualità e l'attrattiva dei suoi sistemi di istruzione e formazione, ma anche il raggiungimento degli obiettivi interni dell'unione e la sua conseguente competitività internazionale. Gli investimenti vanno indirizzati in modo da assicurare l'efficienza dei sistemi nel lungo periodo, vale a dire mirare i finanziamenti su ambiti in cui ci sono maggiori possibilità che essi producano più qualità, pertinenza, efficienza e possibilità di accesso. Le attuali inefficienze sul piano della spesa devono essere identificate e se ne devono stimare i costi. Poi ancora, occorre creare le condizioni per massimizzare l'efficienza degli investimenti, avviando un rinnovamento curricolare, di assicurazione della qualità e di riconoscimento delle qualifiche richiesto dal nuovo contesto europeo nel campo dell'istruzione e della formazione e di conseguenza in quello dell'occupazione. Le riforme e gli investimenti concepiti e attuati in un contesto puramente nazionale, senza tener conto delle più ampie problematiche europee, non svilupperanno le loro piene potenzialità. Le istituzioni e i sistemi che non riconoscono il bisogno e la domanda, provenienti dai discenti, di qualifiche utilizzabili in tutta Europa limiterebbero le opportunità dei loro cittadini e ridurrebbero l'efficienza dei loro investimenti. Usare le risorse nel modo più efficiente possibile sarà essenziale per far sì che l'istruzione e la formazione raggiungano i loro obiettivi e svolgano appieno il loro ruolo. Le istituzioni comunitarie preposte discutono di tali questioni con gli Stati membri e con i paesi candidati invitandoli a esaminare le loro politiche di investimento e di cambiamento nel campo dell'istruzione e della formazione quali fattori determinanti del loro futuro nell'Europa allargata e del futuro dell’unione nel mondo.

 

 


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