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La qualità dell’istruzione e della formazione nell’Europa di domani |
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Il futuro dell'economia e della
società europea dipenderà sempre di più dalle competenze e dalle abilità dei
suoi cittadini. Queste a loro volta richiedono un aggiornamento continuo che è
proprio delle società basate sulla conoscenza. Nel realizzare e riformare i
programmi comunitari in materia di istruzione e formazione si devono affrontare
e occorre misurarsi con le difficoltà che derivano da elementi presenti nel
contesto internazionale, quali la globalizzazione e le sfide che discendono da
una economia basata sulla conoscenza. Nel corso dei lavori del Consiglio
europeo di Lisbona del 2000 gli Stati membri, tra le priorità per il futuro,
stabilirono che l’istruzione e la formazione erano gli elementi fondamentali
per raggiungere l'obiettivo di fare dell'Unione europea l'economia e la società
più competitiva e dinamica al mondo basata sulla conoscenza. In modo analogo, i
successivi Consigli europei hanno sempre confermato il ruolo e l'importanza
dell'istruzione e della formazione. Tutto ciò significa non solo la
trasformazione dell'economia stessa dell’Europa, ma anche la necessità di avere
un programma piuttosto ambizioso che permetta di modernizzare i sistemi di
istruzione adeguandoli ai nuovi bisogni. Quindi, occorre compiere una generale
riflessione sugli obiettivi dei sistemi educativi e su un sostanziale e
necessario aumento dell'investimento nelle risorse umane.. Nel contesto della
strategia europea per l'occupazione di Lisbona si sollecitavano gli Stati
membri a sviluppare e attuare strategie coerenti e globali di apprendimento
permanente. Al Consiglio europeo di Stoccolma del 2001 si è sottolineato il
bisogno di continuare in tal senso per arrivare a sviluppare un programma di
lavoro organizzato sulla qualità e l’efficacia, l'accessibilità e l'apertura a
tutti dei sistemi di istruzione e formazione. Inoltre, veniva indicata la
necessità di procedere con i lavori in tale direzione seguendo un metodo
coordinato e aperto con una prospettiva globale e allo stesso tempo coinvolgere
i paesi candidati all’adesione. Il Consiglio europeo di Barcellona del marzo
2002 ha espresso parere favorevole riguardo a un “Programma di lavoro
dettagliato sugli obiettivi dei sistemi di istruzione e formazione”.
L’ambizione era sempre di fare dell'Europa un punto di riferimento mondiale per
la qualità della sua istruzione e formazione. Il programma di lavoro
comunitario comprende l’obiettivo specifico di fare il miglior uso possibile
delle risorse, ad accrescere l'investimento nelle risorse umane e sulla
necessità di poter disporre di risorse adeguate per l’apprendimento permanente
nella società dei saperi. Lo scopo è quello di accrescere l'investimento nelle
risorse umane assicurando una distribuzione equa ed efficace dei mezzi
disponibili e si riferisce all'investimento globale, vale a dire quello
relativo alle autorità pubbliche come anche delle imprese private e dei singoli
individui. Considerato poi lo stretto legame tra istruzione e ricerca, è
importante notare che il Consiglio europeo di Barcellona ha fissato un doppio
obiettivo relativo al settore della ricerca, vale a dire accrescere la spesa
complessiva per la Ricerca e Sviluppo per avvicinarla al 3 % del PIL entro il
2010 e allo stesso tempo aumentare la parte finanziata dalle imprese. A tal punto, va da se che le
aspettative in materia di istruzione e formazione sono estremamente alte. Gli
obiettivi di Lisbona, e quelli successivi, in materia di istruzione e
formazione rimangono validi più che mai. Infatti, sono stati proprio gli Stati
membri a fissarli per se stessi. Infatti, le indicazioni della Commissione
europea in materia non intendono dettare ciò che si dovrebbe fare in un singolo
paese. Si può però dire che la responsabilità fondamentale di realizzare gli
obiettivi concordati appartiene alle autorità preposte all'istruzione e alla
formazione negli Stati membri e in quelli che vi aderiranno in seguito. E'
chiaro che se le regioni e i paesi non investono di più, e in modo più efficiente
nei loro cittadini, il conseguente livello economico e sociale, e quello
dell'Europa nel suo insieme, è destinato a perdere terreno. Considerato ciò, la
Commissione ribadisce l'importanza di attenersi agli obiettivi concordati e di
portare avanti una politica di investimento in base alla quale fondi
sufficienti siano canalizzati verso quegli ambiti in cui essi meglio
contribuiscono a raggiungere gli obiettivi fissati a livello nazionale ed
europeo. Questi obiettivi non sono di facile raggiungimento anche a causa di
una forte concorrenza risultante da maggiori investimenti in sistemi di
conoscenze in altre regioni del mondo, nonché dalle sfide legate a questioni
demografiche e all'allargamento. Considerate queste sfide e alcuni segnali di
rallentamento dell'azione, sorgono alcuni dubbi circa la possibilità che
l'obiettivo di maggiori e migliori investimenti non possa essere raggiunto
entro breve termine. Per evitare tale pericolo, la Commissione invita gli Stati
membri e i paesi candidati, a seconda della loro situazione specifica, a
esaminare attentamente l'investimento pubblico aumentandolo in modo mirato dove
è necessario. Ciò è essenziale nell'Europa allargata per assicurare la qualità,
l'equità, la coesione sociale e l'equilibrio regionale, anche in termini di
crescita e occupazione, sanciti dalle conclusioni di Lisbona, dalle strategie
europee per l'occupazione e l'inclusione sociale e dal modello sociale europeo.
Inoltre, occorre mettere in atto politiche e incentivi per incoraggiare un
aumento degli investimenti privati nell'istruzione e nella formazione a
integrazione, e non in sostituzione di un'adeguata spesa pubblica con un
approccio di partenariato da parte di tutti gli attori coinvolti. Gli Stati
devono fare in modo di evitare situazioni di sottofinanziamento che potrebbero
pregiudicare non solo la qualità e l'attrattiva dei suoi sistemi di istruzione
e formazione, ma anche il raggiungimento degli obiettivi interni dell'unione e
la sua conseguente competitività internazionale. Gli investimenti vanno
indirizzati in modo da assicurare l'efficienza dei sistemi nel lungo periodo,
vale a dire mirare i finanziamenti su ambiti in cui ci sono maggiori
possibilità che essi producano più qualità, pertinenza, efficienza e
possibilità di accesso. Le attuali inefficienze sul piano della spesa devono
essere identificate e se ne devono stimare i costi. Poi ancora, occorre creare
le condizioni per massimizzare l'efficienza degli investimenti, avviando un
rinnovamento curricolare, di assicurazione della qualità e di riconoscimento
delle qualifiche richiesto dal nuovo contesto europeo nel campo dell'istruzione
e della formazione e di conseguenza in quello dell'occupazione. Le riforme e
gli investimenti concepiti e attuati in un contesto puramente nazionale, senza
tener conto delle più ampie problematiche europee, non svilupperanno le loro
piene potenzialità. Le istituzioni e i sistemi che non riconoscono il bisogno e
la domanda, provenienti dai discenti, di qualifiche utilizzabili in tutta
Europa limiterebbero le opportunità dei loro cittadini e ridurrebbero
l'efficienza dei loro investimenti. Usare le risorse nel modo più efficiente
possibile sarà essenziale per far sì che l'istruzione e la formazione
raggiungano i loro obiettivi e svolgano appieno il loro ruolo. Le istituzioni
comunitarie preposte discutono di tali questioni con gli Stati membri e con i
paesi candidati invitandoli a esaminare le loro politiche di investimento e di
cambiamento nel campo dell'istruzione e della formazione quali fattori
determinanti del loro futuro nell'Europa allargata e del futuro dell’unione nel
mondo.
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