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Cogne o il Grande Fratello? |
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Come dimenticare quel 30 gennaio
2002, giorno in cui venne ucciso il piccolo Samuele. Da quel giorno infatti,
tutti i mezzi di comunicazione, in particolare stampa e tv, non hanno parlato
d’altro. Dopo la condanna di Annamaria Franzoni a 30 anni di reclusione,
accusata di aver ucciso il figlio con percosse alla testa, gli animi turbolenti
degli italiani sembravano essersi placati, ma solo in apparenza. Il 16 novembre
ha avuto inizio il processo d’appello presso il tribunale di Torino. Un
tribunale che dava l’idea di un mercato affollato di gente curiosa che per
niente avrebbe perso le ultime battute di una soap-tragedy. Ma ebbero tutti una
straordinaria idea: distribuire come al supermercato, alle poste o al cinema,
bigliettini numerati, così da impedire ai “furbi” di scavalcare chi aspetta da
ore, e riservare i posti per lo spettacolo. Ma questa non è fiction né un
reality show! È pura realtà in cui la curiosità spicciola prende il posto dei
sentimenti veri e del ricordo di quel bambino. Settimanali scandalistici con la
Franzoni in bikini al mare, al pari di una velina. Ma quando finirà questo continuo
“pettegolare”: sarà incinta? Sarà davvero stata lei? E poi quanti psicologi non
professionisti, ma con una futura laurea ad honorem: se è stata lei, non
ricorda, è un caso doppia personalità … Registrazioni in cui il padre di
lei avrebbe affermato “Speriamo non trovino l’arma!”. Ma anche su questo
sospetti, smentite, incertezze. Una cosa è però certa: gli
italiani dovrebbero vedere meno Beautiful
e il Grande Fratello e incanalare i
propri sentimenti nelle direzioni umane, non dettate dal piccolo schermo. Si perde sempre più il contatto
con la realtà, mentre si cerca di “vedere” la verità; ci si giustifica del
proprio interesse “smisurato” verso una vicenda drammatica solo per il
desiderio di sapere cosa succederà “la prossima puntata” per “sapere come
finirà” questa telenovelas degli
orrori e degli errori. Peccato che a recitare non ci sia Veronica Castro!
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