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L'amore consumistico dei nostri tempi
  
di Maddalena Mongiò

Un po’ di storia

Le ricorrenze sono certezze, puntuali ritornano. Ce ne sono per tutti i gusti, dedicate alle mamme, ai papà, ai nonni, agli innamorati. Giusto per citare quelle laiche e, considerando che la coppia scoppia, da un paio d’anni il 15 febbraio si festeggia San Faustino protettore dei single. Certo, San Valentino è una festa di antica memoria, istituita dai Padri della Chiesa per sostituire i riti pagani. Quindi una ricorrenza in cui Rodolfo Valentino non c’entra un bel nulla. Ma quale rito pagano fu sostituito? E perché fu scelto San Valentino? Nonostante il cristianesimo fosse ormai la religione ufficiale, i riti pagani continuavano a regolare molte questioni legate alla morale. Molto in voga era il rito dedicato alla fertilità. Ogni anno gli adoratori del dio Fauno si riunivano e dopo aver sacrificato alcuni animali mettevano i nomi degli uomini e delle donne in una ciotola. A questo punto veniva chiamato un bambino a pescare i nomi di un uomo e di una donna che per un anno avrebbero vissuto in intimità. E qui entra in gioco San Valentino. Nel 270 d.c. fu invitato dall’imperatore Claudio II a rinnegare la propria fede. San Valentino non volle abiurare e cercò di convertire l’imperatore che per punizione lo fece lapidare e poi decapitare. Bene, cosa hanno a che fare gli innamorati con tutto questo? La leggenda narra che Valentino mentre era in prigione in attesa dell’esecuzione si innamorò (d’amore puro ovviamente) della figlia cieca del guardiano e che grazie alla sua fede abbia ridato la vista alla fanciulla. Quindi per richiamare a un amore e a una condivisione più spirituale i Padri della Chiesa lo elessero protettore degli innamorati con una festa per ricordare. Una storia sconosciuta.

Poco o nulla è rimasto delle motivazioni sottintese a questa ricorrenze, senza voler fare un retorico elenco basta osservare che il “disbrigo” del segno d’amore è delegato all’acquisto di oggetti più o meno costosi, più o meno apprezzabili. Mentre per altre ricorrenze, una per tutte quella delle festa delle donne, si tenta di non soffocare interamente nell’orgia consumistica preservando spazi per la riflessione e il confronto, per la tematica dell’amore pare a nessuno importi strappare il primato a industrie e fiction. D’altra parte l’emancipazione della donna, giusta! legittima! ha scardinato una struttura sociale, di ruoli e categorie, che ha lasciato uomini e donne in un labirinto. Così accade che l’amore, l’argomento più glamour, l’iperuranio di sogni e desideri e modelli ideali, sia sempre più lontano dalle esperienze possibili. Né può risultare estrema la considerazione ché parlano i dati sull’aumento dei single, sulla denatalità, sulle separazioni. In realtà noi siamo corrotti dal consumismo. Questo, in teoria presentato come sistema economico, ha segnato un imprinting devastante per la struttura psicologica dei cosiddetti consumatori. Senza che noi se ne abbia consapevolezza siamo naturalmente spinti a usare, buttare e usare ancora nuove cose. Questo principio applicato a un sistema di consumi si è connaturato nei comportamenti di uomini e donne, tutto viene consumato in fretta e non solo! Come l’industria ci alletta, ci pungola, con la promessa di cose sempre più belle e perfette, così nella dinamica relazionale le attese sono altissime e, spesso accade di scegliere la solitudine perché nulla si avvicina al modello ideale di partner. Siamo quindi condannati per gli anni a venire a sospirare solo per gli amori delle alessandre e dei costantini e delle brooke e dei ridge? 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

VERSI SULL’AMORE

 

VITTORIO BODINI

Qui non vorrei vivere dove vivere

mi tocca, mio paese,

così sgradito da doverti amare;

lento piano dove la luce pare di carne cruda

e il nespolo va e viene fra noi e l’inverno.

 

VITTORIO BODINI

TRAMONTO A SAN VALENTINO

L’uomo che s’affeziona al proprio deserto

guarda la proditoria brace

che scolara fra i platani

e sa che il suo pensiero un tempo amante di

sfide non sa andar oltre e quasi di quel limite

s’accontenta.

Lo sfiora appena il pensiero

d’essere prediletto

da quel rosso nulla.

 

SAN FRANCESCO

IL CANTICO DELLE CREATURE

Altissimo onnipotente, bon signore,

tue so le laude, la gloria e l’onore e onne benedizione.

A te solo, Altissimo, se confano

E nullo omo è dignu te mentovare.

Laudato sie, mi signore, cum tutte le tue creature,

specialmente messer lo frate sole,

lo quale è iorno, e allumini noi per lui.

Ed ello è bello e radiante cum grande splendore:

de te altissimo, porta significazione.

Laudato sì mi Signore, per sora Aqua,

la qiale è molto utile, e umile e preziosa e casta.

Laudato sì, mi Signore, per nostra matre Terra

la quale ne sustenta e ne governa,

e produce diversi fructi con coloriti fiori et erba.

Laudato sì, mi Signore, per quelli che perdonano per lo tuo amore

e sostengon infirmitate e tribolazione.

Beati quelli che ‘l sosterranno in pace,

ca da te, Altissimo, sirano incoronati.

Laudato, sì, mi Signore, per nostra sora Morte corporale,

da la quale nullo omo vivente po’ scampare.

Guai a quelli che morranno ne le peccata mortali!

Beati quelli che troverà ne le tue santissime volutati,

ca la morte seconda no ‘l farà male.

Laudate et benedicite mi Signore,

e rengraziate e servitelo cum grande umilitate.

 

JACQUES PREVERT

Sono andato al mercato degli uccelli

e ho comprato uccelli

per te amor mio.

Sono andato al mercato dei fiori

e ho comprato fiori

per te amor mio.

Sono andato al mercato di ferraglia

e ho comprato catene

pesanti catene

per te amor mio.

E poi sono andato al mercato degli schiavi

e t’ho cercata

ma non ti ho trovata

amore mio.

 

PABLO NERUDA

Mi piaci silenziosa,/ perché sei come assente/ mi senti da lontano e la mia voce non ti tocca./ Par quasi che i tuoi occhi  e/ la mia voce non ti tocca. Par quasi che i tuoi occhi/ siamo volati ed è come se un bacio/ ti chiudesse la bocca.

 

DANTE ALIGHERI

Ne li occhi porta la mia donna Amore,

per che si fa gentil ciò ch’ella mira;

ov’ella passa, ogn’om ver lei si gira,

e cui saluta fa tremar lo core,

sì che, bassando il viso, tutto smore,

e d’ogni suo difetto allor sospira:

fugge dinanzi a lei superbia ed ira.

 

UGO FOSCOLO

Armoniosi accenti

dal tuo labbro volavano,

e dagli occhi ridenti

traluceano di Venere i disdegni e le paci

la speme, il pianto e i baci.

 

GARCIA LORCA

Non è il tuo amore che voglio

voglio soltanto saperti vicina

e che muta e silenziosa

di tanto in tanto, mi tenda la tua mano.

 

ARTHUR RIMBAUD

Andremo, d’inverno, in un vagoncino rosa

con tanti cuscini blu.

Sarà dolce. Un nido di baci folli posa

nei cantucci molli. Tu

chiuderai gli occhi, per non vedere dai vetri

smorfiare le ombre delle sere,

la plebaglia di demoni e di lupi tetri,

mostruosità arcigne e nere.

Poi la tua guancia graffiare si sentirà…

un bacetto, un ragno matto, ti correrà

sul collo… intanto

tu mi dirai: “Cerca!”, chinando a me la testa

prenderemo tempo a scovare quella bestia

che viaggia così tanto…

 

MADDALENA MONGIO’

Tienimi stretta

cullami

mentre le parole

rimbalzano

come slavine

di montagne fantasma.

Scivola sulla mia pelle

come acqua di torrente,

prendi i seni

come fossero frutti di bosco

nascosti alla vista

da foglie ombrose.

Slega i lacci delle emozioni

ora intrecciati

come i fini capelli

di antiche dame

e

sul solco di morbide labbra

asciuga lacrime

preziose

come perle di mare.

 

 

 


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