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Società televisiva odierna |
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Dovrebbe far riflettere, come
giustamente afferma il Dott. Francesco Caccetta nel suo intervento sulla
società televisiva odierna pubblicato su Euromediterraneo (edizione n. 2/2006
ndr), il fatto che la “ Tv trash”, la
televisione “spazzatura” a cui oramai ci siamo abituati tutti, sia diventata la
formula televisiva vincente, che regna incontrastata nei palinsesti quotidiani
di ogni rete televisiva e che riesce a guadagnare il maggior numero di
telespettatori. In nome del moderno, del
progresso, del nuovo, dello sperimentale, assistiamo ad un susseguirsi
impietoso di situazioni televisive create ad arte e sapientemente manipolate
per realizzare momenti di effetto, per generare veri e propri tormentoni,
filoni d’ascolto. Ma nient’altro. L’Auditel non si è mai proposta
di indirizzare la tv, quindi non ha colpe. Semmai, la responsabilità è di chi
esprime certe scelte basandosi solo su quei dati. Il problema è dunque la
noncuranza con la quale si operano delle scelte penose e profondamente
sbagliate che poi si ripercuotono sui telespettatori, attraverso un circolo
vizioso di cui il pubblico non sempre riesce ad accorgersi, o almeno non in
tempo utile. … Società televisiva odierna … C’è in sostanza il grave
riflesso che una simile gestione del mezzo televisivo ha operato nei confronti
della società, e in particolare dei giovani, costruendo dei modelli che
purtroppo non sono rimasti solo virtuali. Le famiglie, infatti, costruiscono i propri riferimenti culturali
attraverso la televisione ed i suoi racconti, attraverso le notizie e la
fiction, vera e propria fabbrica del moderno immaginario collettivo. La televisione propone
soprattutto fatti e personaggi positivi, ma, da uomini adulti e responsabili,
il tema che non possiamo eludere è quello, ancora oggi, della dose massiccia di
violenza e distruttività con le quali spesso entriamo in contatto. Ecco il tema. Coscienza civile,
formazione professionale, ricerca, impegno nel sociale. Che ci dice
l’innovazione tecnologica in proposito? Interattività, multimedialità e
connettività sono le qualità di queste nuove tecnologie. In realtà l’avvento del digitale
terrestre non deve farci illudere: per evitare che i sogni ci tradiscano,
dobbiamo essere noi stessi a dare un senso alle promettenti tecnologie che ci
vengono offerte. La tv digitale è vicina al mio sogno di libero gestore e
spettatore di immagini? Per dare un futuro alla tv digitale dobbiamo
soprattutto desiderare un futuro, pretendere cioè un ruolo attivo, da
protagonisti, nella fruizione del mezzo televisivo. Le nuove tecnologie per
funzionare hanno bisogno di contenuti e noi soltanto possiamo essere il loro
contenuto innovativo. Altrimenti il rischio che si corre è che questa
straordinaria offerta televisiva, moltiplicata grazie alla disponibilità di
nuovi e numerosi canali, ci porterà ad un pericoloso intasamento, ad una
assimilazione passiva e decisamente deformante della realtà che ci viene
proposta. La realtà a cui mi riferisco è
sotto gli occhi di tutti: stiamo assistendo al trionfo di un format televisivo
che è sempre più lontano dalla nostra cultura, dai nostri valori, dalle nostre
peculiarità, e invece stiamo importando un modello televisivo, quello
americano, che essendo molto diverso e discordante da quello che noi siamo, ci
sta fortemente spersonalizzando. In concreto: se ricorriamo alla
televisione per farci eseguire delle operazioni chirurgiche capaci di
trasformare completamente la nostra immagine, se facciamo a gara per partecipare ad un reality show e vivere su un
isola deserta portando alla ribalta senza alcun pudore tutta la sfera della
nostra intimità, dei nostri affetti, solo per il desiderio di acquistare
notorietà, se ci piace vedere in televisione prove di coraggio estreme che a
volte portano gli stessi concorrenti alla morte, pensiamo al westling, se addirittura fa spettacolo una storia di
“tradimento” in diretta con tanto di interviste al marito “vittima” e alla
moglie “peccatrice”, se in una trasmissione come “ Domenica in” si pensa di creare uno spazio di dibattito con risse
verbali di una volgarità e di una indecenza inaccettabile, ebbene se ci piace vedere tutto questo, e se
la televisione sta riscuotendo tanto successo grazie a questo, pensiamo un po’
quale sarà la televisione dei nostri figli… Le responsabilità vanno oltre le
leggi di mercato. Il telespettatore non è territorio di conquista. Fasce orarie
protette o meno, alcuni modelli di comportamento proposti nelle fiction,
nell’intrattenimento o nei reality, come pure nelle trasmissioni di costume, di
satira e anche di informazione, non rappresentano per noi un supporto
formativo. Insomma, nel difficile rapporto
tra televisione e utenti, non esiste una ricetta sempre valida, ma è preminente
la responsabilità etica di chi fa televisione. La televisione non va demonizzata
tout court in quanto mezzo di comunicazione, ma è il modo di veicolare le
informazioni che va gestito con una attenta sensibilità verso il fruitore. Non dobbiamo avere dubbi:
attraverso la comunicazione possiamo contribuire a diffondere la conoscenza e a
produrre cultura. Il Gruppo Mixer Media può testimoniarlo. Quotidianamente investiamo
energie, capacità, professionalità, offrendo uno specifico orientamento alla
comunicazione e all’informazione. Guidati dal desiderio di sviluppare e
rafforzare una cooperazione di reciproco beneficio nell’interesse del nostro
territorio, abbiamo più volte dimostrato l’efficienza di uno stretto legame tra
tecnologia avanzata e capacità umana, creatività. Più volte mi sono chiesto se si
possa misurare la qualità dei servizi che i mezzi di comunicazione offrono con
il solo parametro degli ascolti. La verità è che il modello Telerama, pur
mantenendo alto il livello degli ascolti, rappresenta un esempio di televisione non omologato a quello della
maggior parte delle altre televisioni nazionali, interregionali e locali. A tal
proposito mi viene in mente, tra i tanti riconoscimenti ricevuti, il
prestigioso premio Millecanali assegnato a Telerama come migliore televisione d’Italia per la
categoria “Programmazione complessiva”, per la varietà e la qualità del nostro
palinsesto. No a televendite, telenovelas
sudamericane, cartomanti, filmetti anni’70, reality show, donnine la notte,
insomma no a tutto quello che può garantire tanti ascolti e facili introiti. Il nostro è un palinsesto che
punta su autoproduzioni di alta qualità, è una “family tv” che regala momenti
di intrattenimento per tutta la famiglia ma che soprattutto si inserisce in una
scelta strategica che rifiuta a priori l’omologazione. Telerama rappresenta un esempio
di televisione locale che investendo nella forza della comunicazione al
servizio del suo territorio, certifica
e valorizza la nostra identità, una vera e propria “ impresa culturale” capace
di fornire un forte contributo per incentivare lo sviluppo, offrendo costante
attenzione e sostegno alle diverse esigenze legate al mondo economico, sociale e culturale del Salento. Altro valido esempio di
televisione interattiva al servizio del suo fruitore è RTS. E’ una televisione
guidata dalla certezza che il confronto serva per la crescita sociale e possa
contribuire a consolidare la “ Democrazia della Parola”: ogni giorno permette
al cittadino in piena libertà di rapportarsi con amministratori, politici, ed
esperti di ogni settore, sollevando dibattiti e confronti continui, accrescendo
così lo spirito di protagonismo del telespettatore, salvaguardando uno dei
fondamentali diritti di un cittadino, ossia la partecipazione diretta alla vita
pubblica. E’ finalmente la gente comune
che diventa protagonista, sono i cittadini che richiedono e stimolano
interventi destando l’attenzione su svariate tematiche che ci riguardano,
contro gli sprechi e i privilegi, contro l’arroganza e gli abusi di potere: i
cittadini non più sudditi, ma “ sentinelle” del senso civico. RTS rappresenta, indubbiamente,
un primo fondamentale esempio di televisione proattiva, che trova nel contesto
sociale il suo passaggio obbligato, che smuove le coscienze, risveglia
l’intelligenza e la curiosità per troppo tempo assopita del pubblico, che sottolinea
l’importanza di una più forte consapevolezza ad essere attivi, non
semplicemente per il gusto di sollevare sterili proteste ma per farci
incontrare, per creare dialogo, per costruire attivamente il nostro percorso di
crescita che, altrimenti, rischia di rimanere interrotto. Una televisione affidabile,
autorevole, che si pone al completo servizio della comunità. La televisione anche come
importante veicolo per sensibilizzare ed attirare l’attenzione sui piccoli e
grandi problemi sociali. Pensiamo alla grande iniziativa di solidarietà “ Cuore
Amico” che, coinvolgendo tutte le forze attive del territorio, puntando sulla
concretezza e sulla trasparenza, ha portato il telespettatore salentino ad
avere maggiore coscienza e conoscenza del valore della propria cultura di
appartenenza, aiutando tanti bambini e tante famiglie salentine in difficoltà.
La forza della comunicazione televisiva, dunque, a disposizione della gente,
per raggiungere tutti e per spiegare anche le ragioni dei deboli. La meravigliosa “ scatola
magica” può e deve essere un positivo strumento di comunicazione. Importante è
saper cogliere l’importanza del suo ruolo e investire le nostre energie con
convinzione per far sì che i suoi fruitori ne traggano beneficio, evitando
tutto ciò che possa screditarla. *Presidente Gruppo Mixer Media
Management
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