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Le armi si sviluppano meglio all’ombra del Muro
  
di Donato CORVAGLIA

Il 18 novembre del 2004, il Ministro della Difesa Martino ha incontrato il suo collega israeliano Shaul Mofaz, in visita in Italia

Il 18 novembre del 2004, il Ministro della Difesa Martino ha incontrato il suo collega israeliano  Shaul Mofaz, in visita in Italia.

Quest’incontro, stando alle considerazioni della stampa in Israele, rappresenterebbe la pietra miliare di una “collaborazione senza precedenti nel campo della sicurezza”. Strano che invece la notizia sulla stampa italiana abbia avuto scarso rilievo, strano soprattutto se si pensa allo stanziamento da parte del Governo italiano di 140milioni di euro, sulla cooperazione di sviluppo congiunto di sistemi d’arma nel settore aeronautico, che i due Paesi  stanno mettendo a punto e che permetterà in cinque o sei anni di sviluppare un sistema d’arma elettronico per individuare ed eventualmente respingere attacchi di aerei nemici.

Mi permetto di citare testualmente da un articolo de “ Il Foglio” del 19 novembre 2004: “Fonti del ministero della Difesa israeliana hanno detto al Foglio: “L’intesa fra Roma e Washington e i rapporti sinceri che il governo Berlusconi ha costruito con Gerusalemme hanno permesso a Israele di condividere con l’Italia tecnologie militari; si tratta di una relazione che Israele non ha con nessun altro Paese nell’Unione europea”.

Inoltre i ministri durante quest’incontro hanno sottolineato che le relazioni tra le rispettive forze armate, che già collaborano a livello addestrativo e di scambio di esperienze, potranno ulteriormente svilupparsi nel contesto del cosiddetto Memorandum d'intesa (Mou). Di cosa si tratta?

Il Memorandum d’Intesa è un accordo di compartecipazione che si stabilisce fra due Stati, su vari campi: economico, ambientale, militare, ecc… Il Mou fra Italia e Israele è stato siglato nel 2003; ed è notizia assai fresca, la sua ratifica da parte del Senato della Repubblica italiana, testualmente:

“Il 2 febbraio 2005, il Senato della Repubblica ha approvato il seguente disegno di legge, d’iniziativa del Governo: Ratifica ed esecuzione del Memorandum d’intesa tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo dello Stato di Israele in materia di cooperazione nel settore militare e della difesa, fatto a Parigi il 16 giugno 2003”

Abbiamo cercato e trovato nel sito internet del Senato della Repubblica italiana il testo del memorandum in questione, e fra gli 11 articoli di cui si compone l’articolo 2 merita particolare attenzione in quanto individua i campi di cooperazione, fra Italia e Israele, che possono essere così sintetizzati: politica degli approvvigionamenti e industrie per la difesa; interscambio di materiali d’armamento; operazioni umanitarie; organizzazione delle Forze armate e gestione del personale; formazione e addestramento del personale militare; questioni ambientali e controllo dell’inquinamento causato dalle strutture militari; ricerca e sviluppo in campo militare.

Stando alla definizione della relazione introduttiva del Memorandum d’Intesa, esso interviene a sottoscrivere atti bilaterali che cercano di stabilizzare una particolare area/regione di squisita valenza politica. “Stabilizzare una regione di squisita valenza politica”, vuol dire quindi sviluppare nuove tecnologie di guerra? Se torniamo a guardare l’articolo 2, esso recita: interscambio di materiali di armamento, lo sapete cosa recita invece la legge 185/90 “Sulle nuove norme sul controllo dell’esportazione, importazione e transito dei materiali di armamento”? Dice che l’esportazione ed il transito di materiali di armamento sono vietati verso Paesi in stato di conflitto armato, verso i Paesi i cui governi sono responsabili di gravi violazioni delle convenzioni internazionali in materia di diritti umani.

Israele, il nostro Paese partner, sta costruendo un muro, il famoso muro di Sharon, che secondo  la Corte Internazionale di Giustizia, è illegale in quanto contrario agli obblighi sanciti dal diritto umanitario internazionale.

 

 

 

 

 


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