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Prezzi dei prodotti alimentari alle stelle: la Commissione interviene
  
di Ilaria NICOLAZZO

La Commissione europea ha approvato una comunicazione in cui propone di migliorare il funzionamento della filiera alimentare,

La Commissione europea ha approvato una comunicazione in cui propone di migliorare il funzionamento della filiera alimentare, così da abbassare i prezzi per il consumatore. I prezzi dei generi alimentari sono già scesi notevolmente dai livelli record di alcuni mesi fa, ma è necessario analizzare meglio e più attentamente le cause che hanno condotto a questa impennata dei costi delle materie prime agricole nel medio periodo, tra cui restrizioni normative, scarsa concorrenza e speculazione. Dopo trent’anni di prezzi alimentari globali in discesa, negli ultimi due anni si è verificato un aumento. Anche se i prezzi alimentari di oggi - come risulta dal documento presentato al Consiglio nel giugno di questo anno - sono inferiori in media ai livelli degli anni ‘80, l’aumento è comunque abbastanza impressionante.

Fra settembre 2006 e febbraio 2008, per esempio, i prezzi del grano in Europa sono aumentati del 96% ed i prezzi dei latticini del 30%. In questo caso parlare di impennata dei prezzi non vuol dire creare allarmismi ma essere realistici e sforzarsi di trovare una soluzione. Prima di tutto è necessario capire da cosa è stato provocato questo rigido aumento. Da un lato, continuo aumento della popolazione mondiale e conseguente aumento del benessere nei Paesi emergenti, aumento del consumo di carne nei Paesi più ricchi che ha comportato maggiore domanda di cereali per nutrire il bestiame, produzione dei biocarburanti che “entrano sempre di più in concorrenza con la domanda di prodotti alimentari, inducendo uno spostamento della produzione dalle colture alimentari alle colture agroenergetiche”, una tendenza che riguarda soprattutto i prezzi di mais e soia; e non da ultimo aumento del prezzo del petrolio che a sua volta causa un aumento dei costi di produzione e trasporto del cibo.

Si legge nel documento del Consiglio che “secondo uno studio della Banca Mondiale, un aumento di prezzo del petrolio del 10% si traduce in aumento del prezzo dei prodotti alimentari dell’1-2%”. Sull’altro fronte, quello dell’offerta, si registrano queste ragioni: il clima poco favorevole del 2006-2007 che avrebbe determinato scarsi raccolti, bassi livelli delle scorte alimentari internazionali, restrizioni alle esportazioni attuate da vari Paesi produttori e speculazione finanziaria dovuta all’attesa di alti prezzi nel settore. Quindi? Quale la soluzione? Nella comunicazione la Commissione propone vari mezzi per migliorare il funzionamento dell’intera filiera alimentare in Europa affinché ogni famiglia possa beneficiare a lungo di prezzi competitivi. Occorre intensificare gli sforzi per riequilibrare l’offerta e la domanda di prodotti alimentari su scala mondiale, stimolare la ricerca agricola e aprire alla concorrenza i mercati internazionali. Inoltre, è necessario consolidare il mercato, perché evitare la frammentazione vuol dire maggiore efficienza e prezzi più bassi. La teoria è buona ma le nostre tasche e le nostre pance iniziano a svuotarsi, quindi che si passi presto alla pratica.

 

 

 

 

 


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