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Senatori a Vita, chi li ha visti?
  
di Loris GASTALDO

EI FU

Spariti nel dimenticatoio i “vecchi” della politica, dopo aver tenuto in pugno il potere del Paese sotto Prodi

 

Mai espressione fu così aderente alla realtà quanto le prime parole della celeberrima “5 Maggio” del Manzoni. Sia come espressione in sé, Ei fu, lui non c’è più, sia come data titolo della poesia. Ed è proprio da quella data, più o meno, che è “scomparsa” una figura dalla scena politica nazionale: il Senatore a Vita. Personaggi che nei precedenti 20 mesi di governo hanno avuto in mano il potere in Italia, magari senza saperlo o volerlo gestire, ma di fatto hanno consentito a chi era insediato di governare. Uno sparuto manipoli di emeriti, meritevoli e dotti che hanno mantenuto in piedi l’accozzaglia governativa più sgangherata che l’Italia, peraltro molto ricca di esperienze di governo poliedriche e multicolori, abbia mai avuto, una babele caotica dove tutti erano contro tutti, ma con i Senatori a Vita che li proteggevano e difendevano, non solo sostenendo il governo, ma intervenendo concretamente anche nel dibattito. Per il bene della Nazione.

Oggi, se non fosse per la costante vis polemica del picconatore Cossiga, sempre acuto, con cognizione di causa ed esplicito, di questa illustre categoria si sarebbero perse le tracce. Nulla, ma proprio nulla, sul piano politico parlamentare e non. Nemmeno Andreotti, noto anch’egli per la sua capacità critica, dà segni di vita, politica naturalmente. Sui grandi temi di cui si dibatte tutti i giorni, nessun intervento, nessuna proposta, nessuna espressione di partecipazione. Dalla spazzatura di Napoli alla crisi economica, dalla scuola all’immigrazione, dal problema energia a tutti gli altri grandi temi.

Oh certo, può essere che qualcosa sia depositato a loro firma al Senato, ma sicuramente nulla diparticolarmente interessante o un valido contributo di pensiero, sia pro che contro le politiche governative attuali. Stupisce, ad esempio, il silenzio del premio Nobel Rita Levi Montalcini sulle polemiche relative ai presunti tagli alla ricerca universitaria. Ma come, quest’eminente ricercatrice, stimata e rispettata in tutto il mondo non ha avuto nulla da dire sul tema? Come mai? Forse perché Lei sa che è tutta una bufala e che chi taglia la ricerca non è il governo, ma le stesse università? Macchine dove spesso si perseguono obiettivi molto più “ricercati”, come ad esempio l’ateneo senese che ha affittato un appartamento in piazza del Palio a Siena, a chissà quale costo e con chissà quale giustificazione, ma in realtà per vedersi la manifestazione dal palco reale, anche se poi hanno un deficit di bilancio da bancarotta fraudolenta! Se la Senatrice Montalcini non è apparsa con qualche opinione, con un intervento pro o contro le tesi  del governo o dei contestatori, c’è da pensare. A meno che non sia anche Lei scomparsa dalla scena perché ormai “inutile” politicamente.

Lei, come gli altri, dovrebbero essere personaggi super partes, avere il compito di indirizzare la politica, di mediare le posizioni diverse, di filtrare progetti e proposte innovative, di essere equilibratori di una democrazia che dovrebbe avere loro come simboli e tutori, ma vediamo che prima sono stati alla ribalta come “di parte” e direttamente coinvolti, ora sono letteralmente desaparecidos. A questo punto, prima di chiamare “Chi l’ha visto” chiediamoci: servono davvero? Perché se non servono, se non come stampella, a questo punto congediamoli con onore e lasciamoli a fare qualcos’altro, magari i nonni o i bisnonni, come ha chiesto più volte lo stesso Cossiga. Onore al merito, ma la prima linea della politica deve essere votata dai cittadini. E basta.

 

 

 


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