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Università di Brindisi, il sosia del Preside Strazzeri |
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Non più di un anno e mezzo
addietro avevamo letto ed ascoltato fieri comunicati e vivaci interviste
radiotelevisive di un personaggio incredibilmente simile al Preside
dell’Università di Brindisi, Marcello Strazzeri, come un sosia eccezionale o
una copia geneticamente imperfettibile. La stessa mole fisica, rocciosa e piena
di vigore, la medesima energia intellettuale pugnace, le locuzioni sapienti
sapientemente scandite con l’ars oratoria di un vecchio navigato
politicante: uguale in tutto e per tutto alla figura istituzionale che oggi si
staglia tra le colonne dei quotidiani locali o che declama le sue intemerate
verbali nei servizi televisivi. Con una differenza, però: che allora si
cimentava nell’elogio sperticato della scelta della Cittadella della Ricerca
come sede di elezione della nascente Università brindisina, per tutte le
ragioni logistiche, strategiche e culturali che gli riusciva di sciorinare.
Oggi proclama motivi altrettanto inoppugnabili per sostenere una tesi speculare:
che è il caso di abbandonare la sede fin qui comoda e comodamente allestita col
sostegno delle amministrazioni locali, per adottare il ristrutturando
insediamento dell’ex collegio navale Tommaseo. Questa sfacciata giravolta non
dimostra – come qualche malizioso potrebbe chiosare - le abilità ginniche del
Preside (e della classe docente che a lui fa riferimento come un corpo unico e
solidale); serve piuttosto a chiarire che è mutata, anche se in un clamoroso
giro di waltzer, la stessa politica per così dire “aziendale” della
nomenclatura universitaria brindisina. Se prima aveva sostenuto l’essenzialità
di una scelta periferica, attenta più che altro alla direttrice tra Brindisi e
Taranto, quasi ad intercettare il flusso di giovani che ne abitavano gli hinterland,
ebbene oggi Strazzeri sembra interessato a concretizzare “l’idea per il
progetto dell’Università sul mare, organizzata secondo la logica di un Campus,
riportando in vita e restituendo alla città una concreta testimonianza intorno
alla quale si riconosce un pezzo della storia brindisina”, come egli stesso
ha recentemente comunicato. In poche parole, mutando il progetto politico che
pulsava sotto la traccia delle decisioni assunte originariamente, sono mutate
le condizioni di sopravvivenza nel mare magnum dell’amministrazione
locale, infestato precipuamente da pescecani famelici ed interessati. L’asse
privilegiato dei rapporti tra Università e classe dirigente si è dunque
spostato da Errico&partners al Sindaco Mennitti, dalla Provincia al Comune.
Occorre tenere a mente, tuttavia, che queste inversioni di rotta, spesso
brusche, non sono indolore, poiché spesso buttano a mare ingenti quantità di
finanziamenti inizialmente investite e difficilmente recuperabili. A ciò si
aggiunga il vistoso calo di iscritti rilevato quest’anno, che dovrebbe spingere
il pur bravo Preside, stratega di tante altre scelte più lungimiranti, a
concentrare il suo impegno verso direzioni maggiormente proficue, come quella
di garantire stabilità innanzitutto e qualità poi alle generazioni di
potenziali studenti, sempre alla ricerca di punti di riferimento all’altezza.
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