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Politica e Magistratura, ancora tutto come la Prima Repubblica
  
di Loris GASTALDO

POLITICA E MAGISTRATURA

Quello che succede oggi a carico di alcuni politici appare estremamente simile a quanto accadde con tangentopoli nei primi anni ’90. Le parole di Craxi in Parlamento risuonano ancora con la loro dura e incontestabile verità: “Basta con l’ipocrisia, tutti i partiti si finanziano con le tangenti!”. Era vero e solo gli ipocriti potevano mentire sapendo di mentire, nel dire che solo i Democristiani ed i Socialisti, perché stavano al governo, se ne avvantaggiavano. Ma hanno perseguito e rovinato sia politicamente che umanamente solo alcuni, perfino portato al suicidio qualcuno. Tutto questo a cosa è servito? A cambiare tutto….per non cambiare niente. A ribaltare le sedie del potere e a portare qualcun altro ad insediarsi. Chi era da sempre all’opposizione (partecipativa, visto che la spartizione li includeva) entrò e cominciò a gestire il potere in prima persona. A far reggere le redini a chi aveva consapevolmente dilapidato il patrimonio dello Stato svendendolo agli amici (certo più grave che caldeggiare politicamente una nomina, che poi altro non è che lo “spoil system” con cui il Governo attribuisce gli incarichi), senza che queste azioni venissero mai considerate nemmeno riprovevoli. Berlusconi è uscito ora dal processo per il lodo SME, accusato di aver corrotto i giudici del TAR che bloccarono il regalo della SME a Debenedetti da parte di Prodi. Ma a nessun magistrato è mai venuto in mente di indagare sulla scandalosa transazione che Prodi aveva predisposto a favore dell’Amico Carlo. Oggi si rivede una manovra simile a tangentopoli con l’intervento a danno di Mastella, novello Craxi delle poltrone (!!!) e della moglie, addirittura agli arresti domiciliari in quattro e quattr’otto solo per alcune frasi intercettate tra le quali “..Per me quello è morto..”. Ma di cosa stiamo parlando? Di una frase di uso comune per dire che di una persona, che si ritiene si sia comportata male, non se ne vuole più sentire parlare né vedere, per dire che quella persona non esiste più, che è, appunto, come morta? Sempre perché certe nomine vengono fatte con criteri politici? Deduzione da Nobel per la scoperta dell’acqua tiepida! E secondo questi magistrati, per restare sempre in Campania, come ha fatto Bassolino tutte le altre nomine regionali? Ha attributo incarichi agli unti dal Signore? E come avvengono nelle altre Regioni? Solo che in alcune, Veneto e Lombardia, si confermano le nomine fiduciarie, in quelle rosse si nega anche l’evidenza. Ma davvero queste sono inchieste dovute? Forse potrebbe anche essere, ma si è davanti ad una nuova gestione mirata. Come è preoccupante il rapidissimo rinvio a giudizio di Berlusconi (ci stiamo avviando alle elezioni!!) per aver chiesto a Saccà di valutare cinque ragazze con un provino per un possibile loro impiego in RAI, senza, peraltro, sviluppi positivi. Come non fosse noto che davanti alla porta di qualsiasi politico o amministratore pubblico, anche del paese più piccolo, vi è la fila di gente che chiede: posto di lavoro, casa, incarico migliore, una promozione, aiuto in un concorso e la lista può continuare. E gli interpellati qualche volta riescono ad intervenire, magari qualche volta se ne prendono il merito, ma allora anche questa è concussione o voto di scambio, perché alla fine i cittadini votano, e votano chi li ha aiutati. Oppure, avendo votato qualcuno, pretendono aiuto. Allora dovrebbero essere ai domiciliari tutti gli italiani, politici ed elettori. E i magistrati di Napoli dedicano il loro tempo a questo “reato” mentre navigano nella spazzatura e i colpevoli di un disastro ecologico, ambientale, economico, sanitario eccetera, non vengono nemmeno scalfiti da provvedimenti che dovrebbero essere duri e immediati. Di questi casi ve ne sono tutti i giorni. Inchieste con fiumi di intercettazioni, eserciti di militari della GdF e dei Carabinieri impiegati per sapere se la tale velina è andata a letto con il tale politico o membro del CdA RAI, inchieste su colloqui telefonici spesso privati, alla faccia della privacy e dell’Autorità competente, ma che se ben ascoltati, o ben interpretati, possono configurare reati (la Lonardo voleva assoldare un killer!!). Inchieste che poi, dopo uno, due o anche più anni, si concludono con un nulla di fatto e con il solo risultato di aver speso miliardi di soldi pubblici per perdere tempo e fatto spendere altrettanti soldi agli accusati per difendersi dal nulla, dopo averli naturalmente distrutti sul piano umano, morale, professionale, economico e, per quelli che ci sono dentro, politico. Ma tutto questo è morale? Non era stato fatto un referendum per attribuire le loro responsabilità ai magistrati? E il CSM, cosa fa? Guarda e tace. Se la prende con i De Magistris e le Forleo di turno. E perché? Perché hanno messo gli occhi sugli intoccabili? Certo se avessero coinvolto Berlusconi sarebbe diverso. Se fosse lui il Governatore della Campania, o il Presidente del Consiglio certamente sarebbe in galera con il 41/bis. Se si attribuisse ad un magistrato una responsabilità diretta di una inchiesta o di un processo inutilmente devastante, forse avremmo una svolta decisiva, forse avremo un cambiamento di politica investigativa. Ma forse se chi ha la responsabilità suprema della giustizia intervenisse drasticamente con chi  sperpera denaro e risorse umane inutilmente dietro a inchieste da settimanale di gossip invece di perseguire chi sta distruggendo davvero l’Italia e, soprattutto, se indagini e processi durassero i tempi dovuti e se le condanne fossero davvero eque, non come domiciliari in residence o libertà per assassini e stupratori e carcere senza tregua per servitori dello Stato infamati da tagliagole bugiardi, nonostante centinaia di autorità istituzionali e di militari degni, loro sì, di credito e fiducia, abbiano smentito ogni accusa, allora forse la Giustizia in Italia ridiventerebbe credibile e non barzelletta sui giornali. E allora, forse, anche i cittadini avrebbero  di nuovo fiducia nei magistrati.

 

 

 


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