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La Sacra Corona Unita ha cambiato abito |
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Se a parlare di temi forti come
lo stato di salute della malavita organizzata è il Presidente della Corte di
Cassazione c’è da crederci. Proprio noi Salentini, intorpiditi da un pericoloso
silenzio che altro non produce se non un insano abbassamento della guardia,
siamo invece chiamati a destarci e a non crearci rosee e finte illusioni. Il
presidente Gaetano Nicastro, in occasione dell’inaugurazione dell’anno
giudiziario che si è tenuta a Roma, ha fatto suonare la sveglia. Nel suo
complesso ed articolato intervento, fatto di richiami alla giurisprudenza,
fatto di nozioni tecniche e di appelli affinché siano operate migliorie nei
percorsi giudiziari, ha dato anche ampio spazio ai problemi più strettamente
inerenti le organizzazioni mafiose. E proprio parlando di queste ha
dichiarato:<<dopo i colpi inferti dalle Forze dell’Ordine e la cattura di
importanti personaggi, tra i quali Bernardo Provenzano, le organizzazioni
mafiose che avevano tenuto negli ultimi anni un basso profilo, si trovano in
una fase di transizione dagli esiti imprevedibili>>. Il Presidente Nicastro poi passa
a disquisire circa le forme e le maschere che la Sacra Corona Unita,
organizzazione mafiosa radicata storicamente nel Salento, e
avverte:<<esiste una borghesia mafiosa, fatta di tecnici, professionisti,
imprenditori ed esponenti politici>>. Il segnale è chiaro: la Scu si fa
sentire meno, non spara e non versa troppo sangue ma è sempre presente sul
territorio. Potrebbe sembrare una buona notizia, ed il fatto che non vi siano
guerre intestine e sparatorie lo è, ma è anche un monito a non abbassare la
guardia nei confronti di una malavita sempre più camaleontica e sempre più a
contatto con quelle che sono figure istituzionali e agenti della società
civile. E se questa è una notizia che è arrivata, immaginiamo quale frutto di
intense ed approfondite indagini, nelle aule giudiziarie romane la
preoccupazione in noi dovrebbe aumentare. Anche da Lecce, ad offrire una sponda al presidente Nicastro, uomini della magistratura danno una propria interpretazione alle parole del capo della Cassazione, arriva una conferma. Il procuratore Antimafia Cataldo Motta della Procura leccese, riguardo a queste tesi dice:<<è un’ipotesi verosimile>>; trasmettendo in poche parole che quella calma che noi percepiamo è solo apparente ed ingannevole. Proprio qui, in Provincia di Lecce, dove la Sacra Corona è stata decapitata e dove esistono sue numerose ramificazioni e clan che preferiscono non farsi la guerra, bisogna tenere ancora alto il livello di guardia. Il fatto che la Mafia si organizzi all’interno della società quando la calma è maggiore non deve comunque dipingere un quadro stonato rispetto alla realtà: e sono sempre le parole del procuratore Motta a rincuorarci, poiché nelle sue valutazioni, e sappiamo bene che i fatti li conosce fin nei particolari, constata un rapporto non consolidato fra Scu e società salentina. Questo è un buon segnale. Poi analizza:<<negli ultimi dieci anni l’organizzazione ha cambiato struttura, modificando la classica struttura piramidale. Oggi, pare più un’organizzazione orizzontale articolata in più gruppi ed è diminuita la conflittualità che in passato ha caratterizzato questi gruppi>>. Proprio questa strategia della non belligeranza, e proprio questo infiltrarsi tramite figure diverse ed insospettabili, può essere alla base di una nuova fase di insabbiamento prima e di rafforzamento poi. Il messaggio che si deve cogliere dagli interventi degli addetti ai lavori è quello che suggerisce di non cantare presto vittoria.
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