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Lecce, un balzo verso la modernità. A colloquio con il sindaco Paolo Perrone
  
di Lucio LUSSI

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Amministrare un ente locale non è una cosa facile, sono necessarie capacità e qualità fuori dal comune per sintonizzarsi ottimamente sulla stessa lunghezza d’onda dei cittadini e realizzare un’attività amministrativa efficiente ed efficace. Con il sindaco di Lecce Paolo Perrone abbiamo parlato di sicurezza, federalismo fiscale, metropolitana di superficie e virtuosità degli enti locali. L’autunno caldo che stiamo vivendo, tra effetti della crisi economica, scioperi nel settore pubblico e protesta nel mondo dell’istruzione, sembra ripetersi, in piccolo, in ambito locale, dove imperversa lo scontro tra maggioranza e opposizione, e Comune e Provincia, sulle assunzioni a chiamata nelle società partecipate (il primo cittadino parla di gestioni privatistiche di queste società) e dove non sembrano sopiti i mugugni sulla metropolitana di superficie, che continua a non circolare in città, dopo la costruzione dei famigerati “pali”che in parte hanno deturpato il tessuto delle vie urbane.

Paolo Perrone, però, ha la sua ricetta per rendere competitiva e sicura una cittadina come Lecce, e chiede ai suoi concittadini di mettere da parte i propri piccoli vizi e fare un balzo verso la modernità, a partire dal rapporto con l’ambiente e il decoro urbano.

Sindaco Perrone, cosa rende “virtuoso” un ente locale?

In una fase in cui tutte le organizzazioni economiche, dalle famiglie agli enti pubblici alle imprese, soffrono gli effetti di una crisi economica difficile, la virtuosità viene ravvisata nella capacità dell’ente locale di finanziare lo sviluppo del territorio, attraverso una concreta predisposizione di proposte progettuali idonee a sfruttare i finanziamenti comunitari, nazionali e regionali. Negli ultimi dieci anni a Lecce sono stati spesi centinaia di milioni di euro, e seppur non sono mancati episodi di sprechi, la qualità della spesa è stata notevole ed è stata indirizzata al rilancio del territorio e allo sviluppo.

Quali sono i pregi e i difetti della città e della compagine amministrativa che guida?

Tra i pregi c’è sicuramente l’esperienza accumulata in questi dieci anni di attività amministrativa, in cui si è stati capaci di cogliere le vocazioni della città (turismo, riqualificazione del patrimonio) attraverso progettualità di ampio respiro. Un esempio è il Piano Strategico di area vasta. La compagine amministrativa che guido è sempre stata capace di venire incontro alla gente ascoltando le sue richieste, infatti il centro-destra risulta sempre vittorioso a Lecce, anche quando a livello nazionale le cose vanno male.

I difetti, invece, sono quelli di una città che si avvia a diventare una città moderna ma che deve pur sempre affrontare le pecche tipiche di una città del Mezzogiorno, difficoltà endemiche come quelle relative al lavoro. Lecce è capace di offrire ai giovani ottime occasioni formative, ma è limitata per quanto riguarda l’offerta lavorativa. E poi Lecce è una città con piccoli vizi, come la scarsa predisposizione per la modernità da un punto di vista ambientale. La raccolta differenziata non è ancora radicata nelle coscienze dei leccesi, ma ora è diventata necessaria anche per l’abbattimento dei costi relativi alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti. Infatti il 2009 sarà l’anno dello svolta, la raccolta dei rifiuti sarà organizzata nel senso della differenziazione, e soprattutto si spera che avvenga una conversione dei leccesi, i quali dovranno essere pronti ad accettare il cambiamento e a collaborare attivamente.

È stato definito sindaco-sceriffo. Qual è la sua ricetta per rendere Lecce una città sicura?

Lecce è una città abbastanza sicura. La sera non si corrono particolari rischi nelle strade. Però Lecce ha le problematiche tipiche delle città universitarie e delle città d’arte, ecco perché si deve rivolgere particolare attenzione agli aspetti del decoro e della conservazione della città. Le ordinanze tanto contestate dai destinatari sono state necessarie, è stato necessario impedire ad alcuni giovani di bivaccare nelle prossimità dei monumenti e prendere le dovute misure nei confronti di quei cittadini poco rispettosi del patrimonio storico-artistico. Non mi sento uno sceriffo, ho solo interpretato il sentimento diffuso della maggior parte dei cittadini leccesi.

Quindi la sicurezza non passa per i lavavetri agli angoli delle strade?

La questione della sicurezza non coinvolge in maniera diretta i lavavetri, ma è chiaro che il decoro di una città come Lecce è determinato dalla presenza di accattoni molesti e di lavavetri particolarmente insistenti.

Le cifre dicono che la criminalità sia in ripresa. Il ritorno all’attività di un’organizzazione criminale come la Sacra Corona Unita sarebbe combattuto prontamente o sorprenderebbe il territorio?

Sappiamo bene che il territorio non è immune dalla recrudescenza di fenomeni criminali, ma non metto in dubbio la capacità di risposta che saprebbero dare la magistratura e le Forze dell’ordine. Già in passato abbiamo avuto piene dimostrazioni di come le istituzioni e il territorio siano capaci di reagire.

Cosa pensa del federalismo fiscale? Danneggerà o favorirà i territori e le popolazioni del Mezzogiorno?

Il federalismo fiscale è un’occasione che permette di verificare la capacità di spesa degli enti locali e responsabilizza l’attività amministrativa, rendendo la Pubblica Amministrazione più efficiente. Ma va detto che in una nazione caratterizzata da differenze territoriali significative non si può applicare un federalismo fiscale spinto. Con la riforma avanzata dal governo non si corre il rischio di avere sanità, istruzione e assistenza sociale diversificate nei vari territori. Le prestazioni di carattere sociale resteranno uniformi, con gli stessi standard, a Lecce come a Milano.

Cosa comporta il taglio dell’ICI sulla prima casa per una città come Lecce e per le casse comunali?

Molto poco. La città di Lecce aveva già disposto il taglio dell’ICI sulla prima casa per quelle categorie previste adesso dalla nuova normativa. Inoltre su 106 milioni di euro di spese correnti, l’ICI prima casa ne copre appena 1 milione e seicentomila.

Veniamo ai trasporti. Come mai la metropolitana di superficie continua a non circolare? Potrà essa risolvere il problema del trasporto a Lecce?

La metropolitana non circola ancora perché si tratta di un progetto difficile e complicato e ha subito nel tempo un forte ostruzionismo politico. Mi auguro vivamente che essa possa risolvere il problema del trasporto a Lecce. Lo strumento di trasporto pubblico rappresenta un’alternativa all’automobile, e a Lecce la qualità dell’aria è molto bassa a causa di Cerano e dell’inquinamento delle automobili. Offrire alla cittadinanza un nuovo mezzo di trasporto, caratterizzato da corse fitte e puntuali e da un impatto ambientale nullo potrà risolvere, almeno in parte, i problemi di inquinamento cittadino e potrà semplificare la vita di migliaia di leccesi. Purtroppo questo nuovo mezzo di trasporto ha un costo estetico, rappresentato dai pali presenti lungo le vie cittadine.

Continua lo scontro tra maggioranza e opposizione e tra Comune e Provincia sulla questione delle assunzioni a chiamata nelle società partecipate dagli Enti Locali. Non sarebbe più utile iniziare a parlare di trasparenza gestionale e di bilancio all’interno di queste società, avviando le procedure per una selezione basata sul merito?

Per quanto riguarda la Lupiae Servizi ho dimostrato con i fatti una netta trasparenza. Se poi SGM decide di assumere in piena legittimità, sarebbe auspicabile che la politica ne resti fuori. Il discorso è complesso. Chi investe dei soldi in una società mista si auspica certamente un ritorno economico, quindi si deve discutere se si possa avere o meno la possibilità di effettuare delle scelte tipiche di una azienda privata, a partire dalle assunzioni, che in alcuni casi possono essere basate su un aspetto fiduciario. L’amministratore delegato è un rappresentante del socio privato, ed effettua anche un controllo sulle attività della società. Ma tutto questo nelle Lupiae Servizi non c’era.  Mi fa specie che Provincia e Regione si scandalizzino.

Energie rinnovabili e politica: secondo lei, è difficile avviare il rinnovamento, scardinando il sistema di interessi locali e privilegi costruito negli anni?

Bisogna trovare il giusto equilibrio tra il rinnovamento e le vocazioni dei territori. Ben venga l’eolico per Lecce e per il Salento, ma poi dobbiamo anche misurare le conseguenze sul territorio. Non è certo auspicabile che ogni Comune abbia il proprio parco eolico. Poi c’è la questione del turismo. Le energie rinnovabili devono tener conto delle vocazioni turistiche del territorio leccese e salentino, non facendo perdere al Salento la sua forte attrattività.

Cosa si sente di chiedere ai leccesi per rendere Lecce una città migliore?

Chiedo loro di continuare ad essere orgogliosi della città in cui vivono, una città straordinariamente bella, e di assumere, ognuno nel proprio piccolo, comportamenti corretti a tutela del decoro e dell’ambiente.

 

 

 

 

 

 


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