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Il CA.LIBRO/ Ken Follett, protagonista dei suoi romanzi

  
di Carlo STASI

Il CaLibro di Carlo Stasi

“I PILASTRI DELLA TERRA” e “MONDO SENZA FINE”

Ovvero l’arte di costruire in Inghilterra (dal romanico al gotico) e la nascita della medicina moderna

 

 

 

 

I Pilastri della Terra” (“The Pillars of the Earth”), capolavoro del 1989 di Ken Follett è un romanzo “pesante”, nel senso che nelle sue 1030 pagine (Oscar Mondadori 1990) narra una vicenda ambientata in Inghilterra nel periodo che va dal 1123 al 1174.

La storia dei personaggi si dipana in un cinquantennio che vede l’Inghilterra, conquistata dai normanni di Guglielmo il Conquistatore nel 1066, passare dal regno di Enrico I (1100-1135) a quello di Stefano (1135-1154) ultimo sovrano della dinastia normanna.

Enrico aveva perso l’unico figlio maschio, erede al trono, nel naufragio della nave White Star al largo della costa di Cherbourg (Normandia) ed aveva nominato erede il nipote Enrico (figlio di soli 3 anni, di Matilde, figlia di Enrico I, e di Goffredo d’Angiò).

Ma Stefano, figlio di una sorella di Enrico I, si impadronì del trono dando l’avvio ad un lungo periodo di anarchia e guerra civile. Alla morte di Stefano, Enrico II d’Angiò (il figlio di Matilde) si riprese il trono dando l’avvio alla dinastia dei Plantageneti, restaurando l’ordine e l’autorità regia ai danni della Chiesa.

Per riaffermare il potere regio, infatti, Enrico II aveva emanato le Costituzioni di Clarendon (1164), cui si oppose la più alta autorità ecclesiastica d’Inghilterra, l’Arcivescovo di Canterbury Thomas Becket, già amico e consigliere del re.

Mandato in esilio in Francia per 7 anni, Becket tornò in Inghilterra dopo essersi riconciliato con il re, ma la sua posizione di intransigente difesa dei diritti della Chiesa fece sì che 4 cavalieri del re si recassero a Canterbury ed uccidessero l’arcivescovo nella sua cattedrale.

La chiesa ne fece un santo e martire ed il re dovette ritirare le Costituzioni e chiedere perdono al Papa.

Non a caso il romanzo termina con il pentimento e la punizione di Enrico II (a suon di scudisciate con una canna) per l’uccisione di Tommaso Becket.

Il cenno storico è necessario perché i personaggi del romanzo diverranno protagonisti di alcune pagine di quella storia. Il personaggio principale, padre Philip, parteciperà attivamente ad alcune delle fasi salienti di questa storia, divenendo priore di Kingsbridge (un luogo frutto della fantasia dello scrittore gallese) ed avviando un lungo periodo di riforme tese a migliorare l’abbazia. Col passar del tempo le capacità imprenditoriali di padre Philip trasformeranno un borgo campagnolo arroccato attorno ad una chiesa in una cittadina fortificata che ruota attorno alla costruzione di un’immensa cattedrale.

La cattedrale è affidata al capomastro Tom, che inizia a costruire una cattedrale romanica tra mille difficoltà causate da un vescovo invidioso ed assetato di potere (Waleran) alleatosi ad un giovane criminale, William Hamleigh che, frustrato dal rifiuto della bella Aliena, la violenterà e farà stragi di innocenti prima di diventare sceriffo di Shiring, protagonista dell’uccisione di Becket e finire finalmente impiccato.

Col passare degli anni la cattedrale, diventerà una cattedrale in stile “Gotico” grazie al nuovo capomastro, Jack (figliastro di Tom, e marito di Aliena). L’autore si sofferma spesso a spiegare la graduale evoluzione dall’arco romanico (a tutto sesto) fino all’arco gotico (acuto e decorato), ai pilastri a fasci con costoloni sulle volte che richiamano gli alberi di una foresta, fino ai contrafforti, alle sculture gotiche, ecc.

Impossibile riassumere 50 anni di vicende storiche e le vicende biografiche dei vari personaggi, ma quello che riunisce in un quadro unitario tutti questi eventi e questi personaggi, è proprio la cattedrale che assurge a simbolo della volontà dell’uomo di glorificare Dio con un’opera d’arte, ma anche a simbolo del potere spirituale e temporale della Chiesa, della sua superiorità sul potere civile e regale.

L’autore riesce a cucire una storia così ampia ed articolata con abilità e mestiere (grazie, probabilmente, anche al lavoro di vari ghost writers); il risultato è un grande affresco di un’epoca che ci mostra tutte le sfaccettature della più varia umanità in un contesto, il medioevo, ricostruito con notevole fedeltà. Ma l’intreccio della storia è costellato da continui colpi di scena, dalla descrizione minuziosa delle azioni e dei pensieri dei personaggi, dallo scandaglio dell’animo dei protagonisti, tra cui si segnala la psicologia dell’impotente, ma proprio per questo prepotente e spietato, William.

Dopo questo best-seller, Ken Follett (nato a Cardiff nel 1949), non si è lasciato tentare dallo scrivere il seguito della storia, ma ha preferito scrivere un’altra storia, Mondo senza fine (World without End) (Mondatori 2007).

Anche se ambientata sempre a Kingsbridge, l’azione si svolge due secoli dopo, ed i protagonisti, stavolta, sono testimoni non della costruzione di una cattedrale ma della nascita della medicina moderna proprio “grazie” alla peggiore pestilenza del mondo medievale, la Peste Nera (o Morte Nera come la chiamano gli inglesi: Black Death), che nel 1348 uccise un terzo della popolazione inglese sconvolgendone la struttura sociale ed economica.

E le vicende dei singoli personaggi sono quelle dei tanti ingranaggi, gli uomini di ogni giorno, che fanno girare senza posa, la macchina inesorabile della storia.

 

 

 


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