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Artigianato salentino: ferro battuto e rame |
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Nobile e antica arte che racconta la storia della nostra
terra Gli artigiani prosperavano in
Terra d’Otranto fino alla prima metà del 1900. Ciascuno di loro produceva con
pochi mezzi i suoi lavorati che poi vendeva ai clienti. Ogni prodotto
racchiudeva una storia diversa, impressa nei tanti materiali utilizzati.
Ciascun pezzo era unico, ragion per cui molti compravano tali manufatti per
arricchire le proprie dimore. Non ci si poteva, però,
improvvisare artigiani. Era necessario avere nelle mani un talento fuori del
comune e una maestria sopraffina, e la capacità di creare delle vere e proprie
opere d’arte. "L'artigianato è un fenomeno globale", spiega Valeria Randazzo,
"materia di studio, fatto economico,
culturale e sociale; è capace di ripercorrere i gesti dell'arte popolare, ma è
anche in grado di riproporre opere appartenenti a periodi storici di alto
valore artistico". I materiali utilizzati erano e
sono tanti, ma particolare attenzione meritano il ferro battuto e il rame che,
plasmati dalle abili mani degli artigiani di Terra d’Otranto, diventano oggetti
preziosi e originali. L’arte del ferro nel Salento si
è sviluppata con un certo ritardo rispetto a quella di altri metalli e ciò per
l’impossibilità di raggiungere la temperatura di fusione nei forni. Quando si
scoprì che scaldando il ferro e raffreddandolo successivamente nell’acqua esso
diveniva più resistente e duro, lo si utilizzò per sostituire gli utensili in
bronzo. Il ferro venne così usato per creare suppellettili per la casa, come
copricaloriferi, alari, lampadari, letti, candelieri, ferri da camino o anche
grate, balaustre, cancellate, inferriate. Più tardi, questa produzione si legò
indissolubilmente all’architettura sacra dei conventi e delle chiese. Non
dimentichiamo, tuttavia, l’utilizzo del ferro nel mondo agricolo e
nell’artiglieria. Tra il XVI e il XVII secolo,
quando il Rococò e il Barocco raggiunsero il periodo di massimo splendore, gli
artigiani riuscirono a realizzare bellissime cesellature e raffinati decori per
i Palazzi cittadini. Ancora oggi gli artigiani del
Salento si servono del martello e della forgia per creare le loro opere,
rispettando la tradizione più antica. Quest’arte, dopo un periodo di letargo,
si riaccese in Terra d’Otranto durante l’epoca Liberty. Molto più leggero è, invece, il
rame, col suo colore rossastro e caldo. Gli oggetti in questo metallo erano
molto richiesti in passato e ne rimangono ancora oggi molti esempi. Anfore,
brocche, caraffe, oliere, caffettiere e soprattutto padelle non mancavano nelle
case delle nostre antenate. Tali manufatti, dal carattere rustico, avevano
pochissime decorazioni. Tra queste ricordiamo piccoli fiori stilizzati a
rilievo, realizzati con punzoni o con la tecnica della martellatura. Quando ci si sposava, la suocera
regalava alla propria nuora una “batteria di pentole” in rame, costosa sì, ma
molto resistente. L’artigiano realizzava anche
oggetti in rame smaltato. Tale lavorazione si diffuse in Terra d’Otranto anche
grazie agli Istituti d’Arte. Questa tecnica consentiva di creare oggetti
colorati e sempre nuovi. "Il rilancio e la diffusione dei Musei delle arti e delle tradizioni
popolari, fenomeno caratteristico di questi nostri anni, è in totale sintonia
con la riscoperta e la valorizzazione dell'artigianato, che da sempre ha
fornito la materia prima e che, negletto ed emarginato per lungo tempo, è
tornato prepotentemente alla ribalta riappropriandosi di una sua funzione
specifica". Con queste parole, il prof. Alessandro Laporta, ci
fornisce un quadro preciso circa la situazione odierna nel Salento. Nel Sud contemporaneo c'è la
voglia di riscoprire il mondo antico, i mestieri dei nostri avi e le vecchie
produzioni fatte e vendute in una piccola bottega nella piazza del paese, frutto
della fervida immaginazione e delle mani d'oro di qualche maestro che,
assistito dal suo "discepolo", creava una forma d'arte fuori dagli
stereotipi, più vicina alla gente, che avrebbe meritato forse più riguardo.
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