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Chi ci salverà dall'ammuffita e mummificata politica italiana?
  
di Maddalena MONGIO'

Chi ci salverà

Chi ci salverà? Domanda d’obbligo quando, giunti quasi alla fine dell’anno, ci si prepara al bilancio. La realtà supera la fantasia, questo è risaputo, ma il ventaglio di avvenimenti che ha animato questo 2006 ha un concentrato di drammaticità, goffaggine, improvvisazione, che lascia sconcertati. Facciamo un breve e stringato elenco delle “cose che brillano”: la questione dei brogli elettorali; il ruolo dei servizi segreti; i vari Marini (Igor, gola profonda delle tangenti Telekom Serbia), Scaramella, personaggi degni di una striscia fumettistica; le scalate a banche e giornali di arrampicatori sociali di noti e meno noti; il peso dei debiti Telecom; il tira e molla sulla finanziaria; i ricatti dei senatori; la corta catena con cui la sinistra radicale tiene al guinzaglio il Governo; giusto per citare le più note al grande pubblico.

Ebbene, come risponde la politica? Dibattiti a non finire nei vari format televisivi, interviste che dicono tutto e niente, accuse dall’una all’altra parte. Del chiacchiericcio Casini s’è stufato, l’ha detto a chiare lettere e ha presentato la sua ricetta. È doveroso ricordare che già a febbraio l’onorevole Adriana Poli Bortone,  ben prima della chiusura delle urne, con grande acume politico, aveva tratteggiato lo scenario al quale oggi assistiamo. “Tutti siamo ben consci, dall’una e dall’altra parte, che la prossima legislatura sarà breve, non potrà durare cinque anni. Ritengo che la vittoria della CDL o dell’Unione sarà di misura e quindi gli equilibri abbastanza instabili. Presumo che un percorso comune potrebbe essere quello di convergere sul Presidente della Repubblica e su una riforma elettorale condivisa e un po’ più ponderata”.

Così Casini oggi propone una nuova legge elettorale, che vogliono tutti, e alleanze tra forze politiche omogenee non modulate su un mero calcolo elettorale. Bene, non gli si può dar torto! E non si può non apprezzare che finalmente qualcuno abbia avuto il coraggio di dire a chiare lettere che non se ne può più di una gestione padronale della politica. Insomma si potrebbe pensare che è bene quel che finisce bene, ci piacerebbe, certamente ci piacerebbe, ma il nostro caro Pierferdinando si spinge oltre, osa quel che sino a cinque anni fa mai avrebbe potuto, evoca lei, la mai dimenticata, la sempre rimpianta, la madre di tutte le nostalgie: richiama in vita la DC. A sinistra se la godono, ben lieti che il Cavaliere non possa, almeno per il momento, contare sul prezioso alleato. E, udite, udite, il buon Pansa saluta con calore lo smarcamento di Casini e lo incensa per il coraggio e la novità che introduce nella politica italiana.

Mah! Insomma riproporre la ricostituzione del disciolto partito democratico cristiano, in questa Italia governata da una classe politica vecchia e sclerotizzata; in questa Italia con una classe intellettuale ammuffita, in questa Italia dove spesso il giornalismo è ruffiano, ecco, in questa Italia, riportare indietro le lancette e ripresentare la solita sbobba alias scudocrociato, questa è la novità! Gli ultimi trent’anni della storia nazionale e internazionale sono stati segnati dal crollo delle grandi ideologie e da un conseguente imbarbarimento di una società che non ha saputo ripensarsi. Solo un neoumanesimo può salvarci, solo un movimento che ha attenzione per ciò che è degno dell’uomo e lo innalza al di sopra della barbarie. Prosit!         

 

 


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