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Adotta un ospedale |
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Scegliere un intervento di Emergency e sostenerlo
attraverso raccolte fondi e azioni di sensibilizzazione. È l'obiettivo di
"Adotta un ospedale", il progetto che l'associazione guidata da Gino
Strada presenterà al Salone Europeo della Comunicazione Pubblica (Com-Pa), dei
Servizi al Cittadino e alle Imprese, in calendario a Bologna dal 7 al 9
novembre 2006. Ne diamo volentieri l’annuncio, tenuto conto del
tempo a disposizione degli enti locali per aderirvi, dopo aver scelto tra le
due formule: stanziare un contributo economico (annuale, biennale o triennale)
destinato a un ospedale o a un microprogetto
relativo alla copertura dei costi di realizzazione o gestione di
corsie, primo soccorso, interi reparti,
attrezzature come monitor, ventilatori o ambulanze. acquisto di apparecchiature
biomedicali (la Puglia ha bisogno anche
dell’apparecchiatura per “ecografia a can”, costo 35 mila euro circa, in
modo che i pazienti smettano di recarsi fino a Catania due, tre volte l’anno,
costo 600-700 euro per un’ecografia degli occhi eseguita in tre minuti; n.d.r.).
In alternativa possono organizzare incontri con le realtà economiche locali
(industriali, artigiani, fondazioni) e sensibilizzarle a finanziare gli
interventi. I comuni, infine, possono offrire patrocini e sponsorizzazioni
delle attività di Emergency garantendo spazi gratuiti per le affissioni,
disponibilità di sale per gli incontri, agevolazioni nella richiesta di
documenti e permessi. Caso pilota di “Adotta un ospedale”, che Emergency
vuole estendere a tutto il resto d'Italia, è la Toscana che tra comuni,
province e Regione è riuscita a garantire un contributo complessivo di 361.000
euro. Dal momento – ripetiamo - che c’è un po’ di tempo,
osiamo suggerire ai manager delle aziende sanitarie nostrane di rinunciare a
qualche intervista, di promettere meno… riduzioni delle liste d’attesa, tanto
sanno che sono soluzioni utopistiche. Cosa possano fare, i manager Asl, è
presto detto: utilizzino lo stesso verbo di Emergency e gridino ai comuni, alle
province “adottatemi”. Sindaci, commissari prefettizi, presidente della
provincia del sud, inviino la delegazione al Salone europeo della comunicazione
pubblica. Avranno l’occasione di abbeverarsi ai risultati conseguiti da comuni
del nord, sempre attivi, sempre competitivi, sempre propositivi. Le
informazioni sono disponibili su internet, al sito http://www.emergency.it/ e info@emergency.it. Quanti sono moralmente coinvolti, tengano presente
che la sostenibilità del progetto “Adotta un ospedale” è garantita – come
abbiamo rilevato – dalla esperienza, ultradecennale, dell’organizzazione
umanitaria Emergency. Tuttavia, ricordiamo a noi e al lettore un autorevole
progetto, per molti aspetti somigliante, realizzato nel 1890, in America. È
legato all’eterno conflitto tra Rockefeller e le maestranze che scioperavano
spesso, allo scopo di ottenere misure di prevenzione in fabbrica. Nel frangente
– è acquisito in letteratura – il giornalista Evy Lee suggerì a Rockefeller di
donare un ospedale alla città di New York. L’astuto industriale cacciò Lee in
malo modo. L’idea, all’insegna della socialità e dell’informazione, fu condivisa in un secondo momento, lanciata
di persona da Rockefeller nel corso di un’assemblea con le maestranze, accolta
quale resa… “sindacale”. Riferimento storico a parte, sarebbe già buona
pratica, da parte dei comuni, di essere più vicini agli ospedali. Che spesso
sono la seconda… casa dei cittadini bisognosi di cure.
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