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La struttura Ecclesiastica Hydruntina |
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Parlando di Otranto, non
possiamo tralasciare l’importanza che ebbe nella storia grazie anche
all’attività del suo clero e alla sua struttura ecclesiastica. Non conosciamo la data esatta
dell’erezione della “città dei Martiri” a sede vescovile, tuttavia, alla fine
del 500, essa era già dotata di tale istituzione e di un vescovo. La cittadina
rappresentava un punto di riferimento politico, militare, commerciale e
amministrativo, lungo tutta la costa a sud del mare Adriatico e dello Ionio. Quando i bizantini rinsaldarono
il proprio dominio nel sud d’Italia, numerose sedi vescovili rientrarono
nell’amministrazione dei dominatori, e tra queste anche quella di Otranto. La
vita ecclesiastica hydruntina subì un vigoroso scossone nei rapporti tra la
città e Bisanzio. Intorno al X secolo, la sede
vescovile di Otranto divenne arcivescovado e, successivamente, sotto Niceforo
Foca, fu elevata al grado di sede metropolitana con diocesi suffraganee. Un
riconoscimento importante che fece di Otranto uno dei centri più importanti del
meridione. Il metropolita otrantino, ben
presto, ebbe l’incarico di vigilare su alcune diocesi geograficamente lontane,
quali Tursi, Gravina, Acerenza, Tricarico e Matera. “Furono gli anni del trionfo del rito greco in Otranto e nella sua terra”,
scrive don Antonio Antonaci, “facilitato
dall’uso della lingua greca tra quelle popolazioni e dalla massiccia presenza
del monachesimo greco ed italo-greco”. Sul finire del XI secolo, i
normanni conquistarono la città e la diocesi riprese i contatti con la chiesa
di Roma. Ciò, però, non ostacolò l’uso della lingua greca nella liturgia e
negli atti pubblici della curia locale. L’arcivescovo Ugo, subito dopo il sinodo di Melfi del
1067, ottenne da Alessandro II la giurisdizione su cinque diocesi suffraganee:
Castro, Ugento, Alessano, Gallipoli e Lecce. Con i normanni, la sede
metropolitana di Otranto raggiunse un grande prestigio e crebbe
territorialmente, grazie a concessioni terriere e cessioni di vario tipo. In
seguito alla riorganizzazione delle diocesi del Salento (1818), alla sede
otrantina vennero annessi i centri della diocesi di Castro, soppressa dopo il
restyling. Nonostante l’impegno dei tanti
vescovi che si sono susseguiti alla guida della diocesi di Otranto, nel 1980 la
cittadina si è vista portare via il titolo di “metropolitana” che è passato a
Lecce, suffraganea di Otranto sino al 1960. La lunga lista dei monsignori
che governarono la diocesi di Otranto fino all’anno Mille è incompleta, ma più
dettagliata risulta in seguito. Gli accadimenti politici che si avvicendarono
nel corso dei secoli, influirono certamente sulla scelta degli alti prelati.
Sotto la reggenza aragonese, per esempio, gli arcivescovi otrantini furono
quasi totalmente di origine spagnola e napoletani. La sede arcivescovile
hydruntina ha vantato la presenza di figure autorevoli, come mons. Stefano
Pendinelli, mons. Lucio de Morra, mons. Francesco Maria de Aste, mons. Michele
Orsi e mons. Maria Morelli, solo per citarne alcuni. Va, inoltre, attestata la
presenza di un Capitolo nella Cattedrale già dal 1253, il quale risulta essere
tra i primi capitoli attivi nella metà del 1200, periodo in cui furono fondati
tali istituzioni all’interno delle cattedrali. Un’attenzione speciale la merita
certamente il seminario della “città dei Martiri”. “Subito dopo il Concilio di Trento”, afferma ancora don Antonaci, “l’arcivescovo Pietro Antonio de Capua, nel
sinodo provinciale del 1567, aveva tracciato a tutti i vescovi della provincia
ecclesiastica salentina le linee generali per l’istituzione dei seminari
diocesani, stabiliti dalle norme conciliari tridentine come luoghi
esclusivamente destinati alla formazione spirituale e culturale dei giovani
chiamati al sacerdozio”. In Terra d’Otranto, tuttavia, per una serie di
motivi, passò ancora molto tempo prima di vedere realizzate tali strutture.
Mons. Michele Orsi, durante la sua reggenza nella diocesi di Otranto, nel 1735
iniziò i lavori per la costruzione dell’istituto. Finalmente Otranto ebbe un
seminario che favorì l’aumento delle ordinazioni sacerdotali nel Salento. La
struttura in questione fu ampliata e abbellita sotto il governo di mons. Nicola
Caracciolo e di mons. Vincenzo Maria Morelli. Una storia gloriosa, quella
della diocesi otrantina e dei suoi adepti. Una storia dalle radici remote che
ci fa comprendere appieno la realtà odierna. Attraverso il passato siamo
diventati ciò che siamo oggi, seguendo un iter che ci ha formati e che continua
a caratterizzarci.
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